Il Fatto Quotidiano

DI MAIO ATTACCA E LASCIA: IL M5S O CAMBIA O MUORE

DURISSIMO DISCORSO CONTRO I TRADITORI E CHI CERCA VISIBILITÀ OSCURANDO I MOLTI SUCCESSI AL GOVERNO

- DE CAROLIS E ZANCA

Prima che la luce rossa del Tempio di Adriano si accenda, lo humour è nero. “La salma di Luigi Di Maio verrà esposta alle ore 17”, azzarda un deputato a cui è rimasta un po’ di voglia di scherzare. È l’unico, va detto, in mezzo ai capannelli tetri, alle bocche cucite, alle frasi di circostanz­a. Il capo politico si è appena dimesso e intorno è già tutto un “dovremmo fargli un monumento”, “solo lui avrebbe potuto reggere quel livello di stress”, “aveva solo 32 anni quand’è andato al governo”. Manca solo qualcuno che dica che “s a lu t av a sempre” perché le esequie abbiano inizio.

PERÒ si fa aspettare, Di Maio. Tanto che Emilio Carelli, conduttore della kermesse che ieri doveva ufficialme­nte presentare la squadra dei“facilita tori” regionali, è costretto ad ammettere che deve“allungare il brodo” perché“Luigi non è ancora pronto”. Ci sono gli sguardi compassion­evoli di chi un minuto prima lo voleva fare fuori. Ci sono, dietro le quinte, gli abbracci tra gli staff: quello, assai nutrito, dell’ex capo politico che è anche ministro degli Esteri; quello di Giuseppe Conte che è accorso ad assistere i vecchi amici del Movimento, lasciati per seguire Palazzo Chigi; perfino quello del viceminist­ro Vito Crimi, ora reggente dei Cinque Stelle. C’è la fidanzata Virginia Saba, anche lei in tailleur come impone la solennità dell’addio. Ci sono quelli rimasti fedeli fino all’ultimo, che difendono “la scelta di dignità” del ragazzo di Pomigliano, che dopo due anni di attacchi finalmente “ha buttato l’osso in mezzo” e ha detto “ammazzatev­i tra di voi”.

Ma bastano pochi minuti del suo discorso, a Luigi Di Maio, per chiarire a tutti che qualche cartuccia ha intenzione di spararla ancora anche lui, e pure ad altezza uomo. E che quei minuti di ritardo con cui è salito sul palco non vanno certo attribuiti a un ripensamen­to. Perché ha deciso che se ne va, certo. Ma pure che ritornerà. Lo annuncia di fatto, illustrand­o un lunghissim­o elenco di cose fatte e di cose ancora da fare, roba che un tempo si sarebbe chiamata mozione congressua­le. Sono le “proposte innovative” che ha intenzione di portare agli Stati generali di marzo, tra cui non è esclusa nemmeno la leadership condivisa che Di Maio ha già proposto a Chiara Appendino, la sindaca di Torino a cui ieri ha riservato uno speciale tributo.

Così, intorno, quella che era tenerezza si fa quasi gelo. “Sta dando la linea”, dicono preoccupat­i quelli che già lavoravano al dopo. “Alla fine si è tirato fuori dal massacro di lunedì, dopo le Regionali”.

Ed è subito evidente che la guerra è appena cominciata, perché - qui è ancora Di Maio a parlare: “Uno vale uno, ma uno non vale l’altro”. La sintesi la fanno i suoi: “Il Movimento era una monarchia e adesso è diventato scalabile, senza dubbio una fase si è chiusa. Ma se Luigi torna, merita di farlo: qui dentro non c’è nessun altro in grado di fare un discorso come quello che ha fatto lui oggi”.

GLI ALTRI, per dirla con Di Maio, la cravatta se la sono messa adesso: “Prima ce l’avevo solo io”, ha chiosato prima di sfilarsela in segno di liberazion­e. Un gesto studiato, ma pure molto sentito: “In questi anni ha dovuto mediare, sacrifican­do anche le sue idee. Adesso - dice il suo staff - ha voglia di essere se stesso”. Di Maio torna a quando Gianrobert­o Casaleggio gli spiegava che uno sempre azzimato come lui doveva controllar­e ogni dettaglio, perfino la forma del nodo, perchè “tutto è comunicazi­one”. Anche quella degli “approfitta­tori” che lo hanno portato a prendersi una pausa. “Volevo finire il mio mandato con la stessa fiducia negli altri che avevo quando ho cominciato”, ammette, come a dire che la misura era colma e il suo livello di guardia ormai troppo alto. La platea applaude, mai così forte come questa sera. C’è chi ha registrato quel clap clapincess­ante: “Lo uso per il campionato­re, lo memorizzo così: ‘ il suono dell’ipocrisia’”.

Stati generali “Proposte innovative” del ministro degli Esteri alla kermesse di marzo L’ipotesi Appendino

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 ?? Ansa ?? Abbracci Luigi Di Maio ieri al Tempio di Adriano di Roma, al termine del discorso con cui ha annunciato le dimissioni da capo politico
Ansa Abbracci Luigi Di Maio ieri al Tempio di Adriano di Roma, al termine del discorso con cui ha annunciato le dimissioni da capo politico

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