Fascismo Trasmettere “Giovinezza” in radio è apologia o storia della musica?
Stimatissimo signor Travaglio, concordo pienamente con il suo sdegnato rifiuto d’ogni tentativo di beatificazione di Craxi, ma non concordo affatto con gli argomenti da lei addotti. Con tutto il rispetto per la pietà che gli debbono i suoi figli, Craxi era gonfio di presunzione, arroganza e prepotenza, convinto che a lui tutto fosse permesso, anche mettersi in tasca notevoli somme di denaro. Non era però un volgare ladro: era un Napoleone fallito. Trattarlo come fa lei alla stregua d’un rubagalline significa falsarne la figura e ridurre il danno da lui arrecato all’Italia a una semplice sottrazione di moneta. Fece credere agli italiani di potere quello che non potevano, provocando guasti ben maggiori di qualche ammanco di cassa. La sua analisi, che consiste in un elenco di ruberie, non dà ragione d’un uomo più pernicioso d’un semplice ladro. Dicono che egli fosse un gigante in confronto ai nani odierni. Forse auspicano l’avvento di qualcun altro della sua taglia. Quod deus avertat!
Naturalmente lei è libero di esporre i suoi giudizi. Siccome però in questi giorni tutti si affannano a ripetere che non esistono prove dell’arricchimento personale di Craxi, era giusto ricordare le sentenze definitive che lo dimostrano in abbondanza.
GENTILE REDAZIONE, sono “stupitissimo”. Qualche mattina fa Radio Sorriso ha trasmesso l’inno fascista Giovinezza su tre strofe. A dire il vero non ho sentito la presentazione della messa in onda, ma mi chiedo: non potrebbe essere un reato?
GENTILE EDOARDO, per quanto riguarda l’ipotesi di reato è davvero difficile pensare che si configuri uno dei reati previsti dalla legge Mancino (1993), il principale strumento legislativo per la repressione dei crimini d’odio razziale. La legge Scelba (1952) punisce chiunque promuova la “riorganizzazione” del partito fascista in attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione. Va detto che la Cassazione ha sancito che (in riferimento a cortei e commemorazioni) sono rilevanti “solo quei comportamenti che siano in grado di suggestionare concretamente le folle inducendo negli astanti sentimenti nostalgici in cui ravvisare un serio pericolo di organizzazione del partito fascista”. Apologia e ricostituzione del partito fascista devono insomma essere un serio pericolo. La questione torna ciclicamente alla ribalta a proposito di tutta la produzione di epoca fascista (letteraria, cinematografica o architettonica). Qualcuno vorrebbe radere al suolo tutto ciò che arriva da quegli anni, altri (come chi scrive) pensano che la Storia, perché sia davvero “magistra”, non debba essere cancellata. Certo “Giovinezza” è stato l’inno del Pnf (e c’è una bella differenza con “Bella ciao”!) e per questo abbiamo cercato di capire in quale contesto sia stata trasmessa. Roberto Gennaro, che di Radio Sorriso è il direttore, ci ha risposto così: “Per noi ‘Giovinezza’ è una canzone di Beniamino Gigli. Nella nostra playlist abbiamo anche ‘L’inno dei lavoratori’, ‘Bella Ciao’ e altre canzoni di epoche lontane che inseriamo su richiesta degli ascoltatori. Il tutto fa parte di un archivio storico musicale che credo solo Radio Sorriso possa vantare. C’è una ragione per cui un brano che, con tutto il rispetto per la Storia, ha segnato un periodo della nostra vita nazionale non può essere mandato in onda? E allora ‘Papaveri e Papere’? La mia non vuole essere una posizione politica. Ma artistica sì”. Resta che “Giovinezza” potrebbe essere vista come apologia del fascismo. “Magari su questo potrei essere anche d’accordo”, conclude il direttore. “Ma comunque rimane sempre una canzone. Mi dispiace aver urtato la sensibilità di qualcuno, me ne assumo la responsabilità, ma non era assolutamente nostra intenzione inneggiare a tristi ricordi di un passato che non vorrei mai ritornasse. È musica e basta”.