RENZI E CALENDA, I RIC E GIAN DELLA POLITICA
Dunque, vediamo: i fratelli Marx erano cinque, quindi non possono fare da paragone, neanche sommando l’ego dei due soggetti e arrotondandolo per difetto (il totale farebbe infatti qualche dozzina); Stanlio e Ollio facevano ridere gagliardamente, mentre i due in questione fanno ridere al modo malinconico di certi comici a fine carriera (e poi manca il magro). Di Renzi simile al clown Calvero, il personaggio di Charlie Chaplin in Luci della ribalta che fa da anni sempre lo stesso numero delle pulci credendo di essere il massimo della novità, abbiamo già scritto, e poi non si può ignorare ormai che si è costituita una coppia che cambierà i destini d’Italia. Vogliamo parlarvi di Renzi e Calenda, i Gianni e Pinotto, ma forse più i Cochi e Renato, o ancora meglio i Ric e Gian della politica italiana.
CHI LI SEGUEsu Twitter sa che lì va in onda la loro Risatissima quotidiana. Le puntate: Calenda, leader prima del sottovalutato Siamo Europei e poi di Azione, ha rotto con Renzi perché Renzi ha appoggiato il Conte 2 nonostante Calenda non volesse; Renzi ha ignorato Calenda, ed è solo un caso di affetti incrociati che i suoi ascari abbiano dato a Calenda della persona in malafede; allora Calenda ha scritto che Renzi è “senza vergogna”, lasciando peraltro tutti di stucco visto che Renzi è il politico più amato d’Italia dopo, a scendere: Conte, Salvini, Meloni, Zingaretti, Di Maio e Berlusconi (Ipsos per Corriere); Renzi ha ignorato Calenda (che l’abbia silenziato o bloccato, come noi?); Calenda ha detto che Renzi è inaccettabile sul piano etico; Renzi ha ignorato Calenda, poi ha twittato che non appoggerà Emiliano; Calenda allora ha twittato: “Matteuccio bello però tocca che rispondi al telefono se vogliamo fare questa roba. Che devo fare, chiedo intercessione a Obama?”.
Un appello straziante, specie da parte di uno che aveva detto: “Mi vergogno di aver lavorato con Renzi”. Ora, capite che qui siamo nel contesto del cabaret, non della politica, se non fosse che questa vicenda umana si incastra coi destini nazionali: infatti sia la Lega che Pd e M5S sono d’accordo su una legge elettorale con sbarramento al 5%, che terrebbe ingiustamente i due caratteristi e i loro aiutanti di scena fuori dal Parlamento. Per noi sarebbe una perdita incalcolabile. Entrambi neo-lib, entrambi acceduti al potere più alto (Renzi addirittura come Capo dei ministri, condizione certo ridimensionata dal fatto che uno dei ministri era Calenda), entrambi così pieni di talento che si sono auto-esentati dal darne prova, i due – che siedono l’uno in Senato e l’altro al Parlamento europeo coi voti ottenuti col Pd – sono usciti dal Pd, che obiettivamente li limitava, per correre da soli verso il successo e l’amore del popolo. Dal punto di vista umano, c’è da dire che Renzi è spietato e vendicativo laddove Calenda (che dice di ispirarsi a Churchill) tutto sommato è un simpatico bonaccione, uno che peraltro, a differenza del rignanese (convinto di essere un genio per insufficienza di prove), ha ammesso pubblicamente di non aver fatto altro per trent’anni che dire “cazzate”. Ma sul lato politico la novità è che i due, inebriati da una botta di popolarità, hanno deciso di correre insieme con un loro candidato “alternativo al Pd” (cioè contro il Pd) sia alle suppletive di Roma (le elezioni per rimpiazzare il seggio di Gentiloni), sia in Puglia, dove è deciso a ricandidarsi Michele Emiliano, l’unica persona che entrambi odiano di più di quanto si odino l’un l’altro. È un esperimento: i due abili strateghi si sono accorti che mettendo insieme il 3,9% a cui è dato Renzi e l’1,4% a cui è dato Calenda si supererebbe comodamente il 5% necessario a eleggere propri candidati ( totale: 5,3%), senza contare l’aiuto fondamentale di +Europa (0.9%), ma giusto per stare proprio tranquilli. Noi speriamo nello sbarramento all’1%: una coppia comica simile la rivogliamo presto al governo ( pro bono, consigliamo a Calenda di fare attenzione).
NEMICI-AMICI Si lasciano, si riprendono, si odiano (via tweet): ora corrono insieme in Puglia e per le suppletive di Roma Quanto fa gola il 5%...