Il Fatto Quotidiano

Dal citofono a “Porta a Porta”: Vespa, toppa peggio del buco

Errore? Pd all’assalto di “Porta a Porta” per il comizio offerto al capo leghista

- » CARLO TECCE

Ieri Rai1 ha annunciato un intervento di Zingaretti durante le puntate di don Matteo. Un lettore distratto avrà pensato a un esperiment­o tra (Luca) Zingaretti in commissari­o Montalbano e Terence Hill in don Matteo. Invece la faccenda era seria e con la dovuta serietà, siccome il centrosini­stra e il centrodest­ra si contendono l’E mi li a Romagna con le elezioni di domenica, Viale Mazzini ha inoculato Nicola Zingaretti in una pausa di don Matteo per riparare all’errore (errore?) di Porta a Porta che mercoledì ha offerto un comizio di quaranta secondi a Matteo Salvini nell’i ntervallo di Juve-Roma di Coppa Italia. Come ogni sera, Vespa ha lanciato la trasmissio­ne con un’ant eprima, ma l’altro giorno, a differenza di martedì col segretario dem Zingaretti in coda a Napoli-Lazio, Salvini ha usufruito di uno spazio più simile a una chiusura di campagna elettorale, una sorta di appello al voto, anziché di un’asettica presentazi­one.

VESPA HA ATTRIBUITO­la svista alla redazione, si è assunto la responsabi­lità e poi ha suggerito a Stefano Coletta, il direttore di Rai1, di riequilibr­are l’eccesso di Salvini con un’apparizion­e di eguale misura, si presume non di eguale efficacia mediatica, di Nicola Zingaretti. Il fattaccio su Salvini è accaduto in una Rai1 appena ricollocat­a nel centrosini­stra con Coletta dopo la rimozione di Teresa De Santis, senz’altro più affine al centrodest­ra; tant’è che Coletta, provenient­e da Rai3, prima del ribaltone del Papeete di Salvini rischiava di finire a spasso. Quindi ipotizzare una congiura di Rai1 contro Zingaretti, cioè contro il governator­e uscente Bonaccini, è una baggianata. Almeno per la logica. E neppure consultare gli aruspici per scovare trame di Vespa ha senso, perché Vespa il governativ­o dovrebbe sfidare il centrosini­stra che comanda in Rai con una scorrettez­za così vistosa? Più facile credere o a un eccesso di salvinismo dentro Porta a Porta oppure a una valutazion­e sbagliata nel mostrare Salvini in collegamen­to, mentre Zingaretti martedì era in studio nella sua solita compostezz­a. Il caso non può avvalersi subito di un incidente probatorio – l’amministra­tore delegato Salini ha ordinato un’istruttori­a – però va illustrato con le sue dimensioni, che non sono piccine. Quando

Salvini ha preso la parola da Vespa, verso le 21:40, su Rai1 erano sintonizza­ti 261.000 elettori emiliani su 3,5 milioni aventi diritto e 132.000 calabresi maggiorenn­i – si vota anche in Calabria – su 1,5 milioni. Nessuna piazza ha garantito a Salvini una platea del genere, soprattutt­o perché formata da ragazzi che non guardano i programmi d’informazio­ne, prerogativ­a dei pensionati. Non sono offese gratuite bensì statistich­e Auditel. Il martedì di Napoli-Lazio, in modalità diversa e in finestra identica, Zingaretti è apparso davanti a 209.000 elettori emiliani e 109.000 calabresi.

Nel centrosini­stra non c’era consenso unanime nel mandare Zingaretti a cucire la toppa di Vespa, non soltanto per una questione di telegenia, ma perché il petto a petto con Salvini è perdente e oscurare il reale duello tra Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni è un favore al centrodest­ra. Il segretario non ha accolto i consigli né di Matteo Renzi, non proprio ascoltato per motivate ragioni al Nazareno, né di Bonaccini che non trae forza decisiva dalla spinta dei democratic­i.

NEL DELIRIO che precede l’apertura delle urne, il Pd ha invocato severe sanzioni di Agcom, l’Autorità di controllo per le comunicazi­oni che vigila sulla legge per la par condicio. Punizione esemplare, per chi? Non per Vespa, che è un fornitore esterno. Non per Salvini, che era un ospite. Per le casse di Viale Mazzini, che sono finanziate in gran parte con il canone pagato dai cittadini. Con solerzia Angelo Cardani, il presidente Agcom, ha fatto sapere che lunedì, a babbo morto, il consiglio dell’Autorità si riunirà per esaminare il problema. Cardani s’è comportato da signore, poteva ricordare a Zingaretti e compagni e all’intero parlamento che i vertici di Agcom sono scaduti a luglio e vanno avanti a colpetti di proroghe perché la politica non riesce a spartirsi le poltrone. Che provino con quelle di colore bianco. Come Porta a Porta, che sta lì da un quarto di secolo.

Risarcimen­to Un passaggio in “Don Matteo” per il segretario Ma c’era chi voleva Bonaccini: il duello è locale

Per una svista della redazione – di cui mi assumo la responsabi­lità – il tempo di parola di Salvini è stato maggiore BRUNO VESPA

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Ansa I numeri Salvini primeggia nelle classifich­e del tempo in tv. Sopra, l’altra sera in collegamen­to con Vespa
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