“Autostrade valuti se sulla A7 sia meglio ristrutturare i viadotti o rifarli da capo”
Il capo degli ispettori: “Si faccia analisi costi benefici”
Recuperare
i viadotti o ricostruirli? Questo è il dilemma. I tecnici del ministero delle Infrastrutture hanno chiesto ad Autostrade una valutazione costi benefici su almeno due viadotti della A7, la Milano-Genova. La convinzione è che costerebbe meno tirare giù e ricostruire ex novo diverse strutture piuttosto che consumare risorse in un lavoro di recupero che rinvierebbe solo la soluzione del problema. Servirebbero, insomma, investimenti massicci che si legano a filo doppio con la questione della concessione. Perché, fanno notare al ministero, la A7 ha comunque quasi novant’anni ed è giunta in molti punti a fine corsa.
A Genova da qualche settimana è arrivato Placido Migliorino, il tecnico del ministero che nelle intercettazioni dell ’ inchiesta sul ponte Morandi veniva indicato come il “mastino”. L’uomo che con i suoi severi controlli delle infrastrutture provocava scompiglio. Si occup a v a d e l C e ntro-Sud, ma la ministra Paola De Micheli lo ha incaricato di esaminare anche i viadotti di Liguria e Piemonte. I risultati delle ispezioni si sono visti subito. Sono emersi problemi strutturali sui viadotti dell’uscita di Genova Est che sono stati sottoposti a limitazioni del traffico: senso unico alternato e distanza minima tra mezzi pesanti per evitare sovraccarichi. I lavori dovranno cominciare in tempi brevi, come sul viadotto Veilino dove sono emersi ammaloramenti a due cerniere di taglio che uniscono le campate. Autostrade dovrà monitorare costantemente il viadotto (ogni trenta minuti in caso di allerta rossa) e chiuderlo se si verificassero movimenti del terreno.
Ieri Migliorino ha ispezionato tre viadotti dell’Autofiori a Imperia (gruppo Gavio). Finora sono emersi soltanto dilavamenti superficiali.
Ma il nodo della questione sembra essere la A7 (Autostrade) e in particolare i viadotti Scrivia Pietrafaccia e Scrivia Arnasso. Qui i tecnici del ministero si sono posti una questione di fondo che va oltre i lavori di messa in sicurezza immediati: la tratta Genova-Serravalle fu inaugurata nel 1935 dal re Vittorio Emanuele III. E oggi se la passa piuttosto male (da mesi è un rosario di cantieri e corsie chiuse). Tanto che il ministero ha chiesto ad Autostrade di studiare se convenga proseguire con le ‘toppe’ o se sia meglio abbattere i viadotti e ricostruirli. Si pone il problema di ridisegnare l’arteria fondamentale per Genova e il suo porto.