Il Fatto Quotidiano

Salone del Libro Escluso all’ultimo nel 2019, Altaforte sarà bandito anche quest’anno

- ROSSELLA BECCALOSSI ALBAROSA RAIMONDI GLORIA GENNA CAMILLA TAGLIABUE ANGELA MARIA PIGA V I TO

Per quanto riguarda il fatto increscios­o di citofonare da parte di Salvini al cittadino tunisino e visto il suo interesse a perseguire gli spacciator­i, gli consiglio per un principio di non discrimina­zione di suonare anche a uno spacciator­e bolognese per evitare disparità di trattament­o. Inoltre, visto che il messaggio che trapela da questi comportame­nti è quello di considerar­e tutti gli extracomun­itari dei delinquent­i, vorrei proporgli un test. Lui dice che se qualcuno in Italia lo chiama mafioso, non si offende. Ma se per caso andasse in Francia e partecipas­se a qualche convegno e lo si presentass­e a un alto rappresent­ante francese e questo dicesse: “Lei è italiano? Gli italiani sono tutti mafiosi”. Come reagirebbe Salvini?

Il peggior crimine di Craxi: il favore in cambio del diritto

Ricordo che ai tempi, non iscritta mai a nessun partito, avevo molti amici anche tra i socialisti: persone colte, oneste, illuminate a cui dobbiamo molto. Poi è comparso Craxi e con lui il seguito ossequioso di affaristi, arrivisti e “clientes”; così la storia, fino allora nobile, del Psi è cambiata radicalmen­te. I lavori della prima linea MM si sono protratti in modo abnorme, la gestione degli appalti ha cominciato a essere sempre meno trasparent­e, sono arrivate le prime finanziari­e con le quali negli enti pubblici, ospedali compresi, era difficile assumere… E sono arrivate le raccomanda­zioni a gogò, per tutto. Allo Stato di diritto si è sostituito uno “Stato di favori”. Era un sistema diffuso a tutti i partiti? Sì, e allora? È una giustifica­zione? Siccome rubavano tutti (e resta da dimostrare se rubassero proprio tutti), rubare diventava “cosa buona e giusta”. Ecco, il crimine peggiore di Craxi è stato proprio questo: aver sostituito il diritto con il favore e aver convinto le persone che il diritto non esisteva, bisognava pagare, in vario modo, magari con i voti, per ottenere qualcosa; di fatto aveva ridotto la “res publica” a “res pri

BUONGIORNO, ho letto ieri online di sfuggita che si è riproposta la querelle tra il Salone del libro di Torino e Altaforte, l’editore vicino a CasaPound, invitato a partecipar­e all’edizione 2020 nonostante l’anno scorso sia stato escluso all’ultimo minuto. Come è stato possibile? Perché il Salone ha deciso di accogliere chi aveva bandito appena un anno fa?

GENTILE GLORIA, innanzitut­to non c’è stato alcun invito ufficiale, né ufficioso, ad Altaforte da parte del Salone del Libro di Torino: l’email – generica, “una comunicazi­one commercial­e automatizz­ata”– è stata inviata dall’Associazio­ne italiana editori (Aie) a molti piccoli e piccolissi­mi marchi per rafforzare la “bibliodive­rsità” della fiera: tra i destinatar­i (tutti coloro che hanno richiesto ad Aie un codice Isbn negli ultimi due anni) c’era anche “la casa editrice Sca2080 srl, con sede a Roma, che a quanto pare, risulta collegata al marchio Altaforte”, questa la spiegazion­e fornita dalla stessa Aie. “Se avessimo saputo che dietro quella sigla c’era Altaforte, avremmo preventiva­mente chiesto al Salone cosa fare o non fare” di quell’invito standard. La notizia – poi rivelatasi un involontar­io pasticcio – era trapelata proprio grazie a “Il primato nazionale”, rivista edita da Altaforte, che già gongolava per l’invito: “Parteciper­emo nonostante le polemiche politiche che quasi sicurament­e si solleveran­no – ha dichiarato l’editore Francesco Polacchi –. Riteniamo che avere uno spazio sia un nostro diritto. Ma ci tengo a precisare che la causa di risarcimen­to per il danno di immagine subito l’anno scorso andrà avanti”. Grandi speranze, subito infrante. Il Salone ha, infatti, colto l’occasione al volo per “ribadire che i contratti sono da perfeziona­re per vovata”. Statista? Non facciamo ridere per favore. Era solo un latitante scappato dai processi e dalle condanne. Era innocente? Bene, doveva dimostrarl­o nelle sedi giudiziari­e: la legge che veniva applicata a tutti i cittadini a lui non andava bene? E tutti noi dovremmo riabilitar­lo? Lo “Stato” avrebbe dovuto andare in pellegrina­ggio ad Hammamet, magari a spese dei contribuen­ti? Un doveroso silenzio sarebbe d’obbligo e più dignitoso. lontà delle due parti e, visto il pregresso avvenuto nel 2019, non intende sottoscriv­ere alcun contratto con le suddette società”. Ciò detto, Altaforte resta una foglia di fico: di fascio-fascette (autori negazionis­ti, titoli antisemiti, nemici dei diritti umani e amici di Salvini e CasaPound) sarà pieno anche quest’anno il Salone; quanto ai “limiti etici” della letteratur­a, vien da pensare alla Germania nazista, come ci raccontò Siti un anno fa. Resta, infine, da capire come andrà a finire la succitata causa di risarcimen­to nei confronti di Altaforte, cacciato all’ultimo dalla fiera. A Torino dicono di “non saperne nulla”, almeno per ora. Tocca aspettare la prossima puntata.

Penso che in queste elezioni regionali, in modo particolar­e in Emilia Romagna, si stia consumando una grande truffa in disprezzo di cittadini ed elettori.

I problemi riguardant­i l’a m mi n istrazione per il buon governo di una regione sono stati occultati e ridicolizz­ati da una campagna elettorale fatta di slogan raccapricc­ianti e colpi di scena ad effetto per evitare ogni tipo di confronto sulle cose fatte e da fare. È stata occultata anche la candidata leghista Borgonzoni. Di fronte a questa brutalità e alla portata politica chiedo a militanti ed elettori pentastell­ati di fare il voto disgiunto: votiamo il simbolo M5S e sigliamo con una croce i candidati governator­i Bonaccini (Emilia Romagna) e Callipo (Calabria). Penso che i responsabi­li M5S di queste due regioni debbano fare passare questo messaggio che non è solo coraggioso, ma anche di convenienz­a per lo

Luigi Di Maio sentenzia che con lui è finita un’era. Scosse sismiche previste nella notte per rivoltamen­to nella tomba di Alcide De Gasperi, Antonio Gramsci, Indro Montanelli ed Enrico Berlinguer. Invece Salvini fa gli scherzi al citofono, dimentican­dosi di scappare prima di parlare. Fossi stata nel proprietar­io di casa avrei risposto: “Guardi, vada a Erba, e chieda a Olindo e Rosa”.

Continuate a informarci con grande profession­alità

Buongiorno direttore, sono Vito, un pensionato, compro ogni giorno il Fa t to . Le dico solo poche parole: grazie, grazie tanto a tutti del difficile e complicato lavoro. Ogni giorno ci informate con alta profession­alità. Continuate sempre così.

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LaPresse Vicino a CasaPound L’editore Francesco Polacchi

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