Salone del Libro Escluso all’ultimo nel 2019, Altaforte sarà bandito anche quest’anno
Per quanto riguarda il fatto increscioso di citofonare da parte di Salvini al cittadino tunisino e visto il suo interesse a perseguire gli spacciatori, gli consiglio per un principio di non discriminazione di suonare anche a uno spacciatore bolognese per evitare disparità di trattamento. Inoltre, visto che il messaggio che trapela da questi comportamenti è quello di considerare tutti gli extracomunitari dei delinquenti, vorrei proporgli un test. Lui dice che se qualcuno in Italia lo chiama mafioso, non si offende. Ma se per caso andasse in Francia e partecipasse a qualche convegno e lo si presentasse a un alto rappresentante francese e questo dicesse: “Lei è italiano? Gli italiani sono tutti mafiosi”. Come reagirebbe Salvini?
Il peggior crimine di Craxi: il favore in cambio del diritto
Ricordo che ai tempi, non iscritta mai a nessun partito, avevo molti amici anche tra i socialisti: persone colte, oneste, illuminate a cui dobbiamo molto. Poi è comparso Craxi e con lui il seguito ossequioso di affaristi, arrivisti e “clientes”; così la storia, fino allora nobile, del Psi è cambiata radicalmente. I lavori della prima linea MM si sono protratti in modo abnorme, la gestione degli appalti ha cominciato a essere sempre meno trasparente, sono arrivate le prime finanziarie con le quali negli enti pubblici, ospedali compresi, era difficile assumere… E sono arrivate le raccomandazioni a gogò, per tutto. Allo Stato di diritto si è sostituito uno “Stato di favori”. Era un sistema diffuso a tutti i partiti? Sì, e allora? È una giustificazione? Siccome rubavano tutti (e resta da dimostrare se rubassero proprio tutti), rubare diventava “cosa buona e giusta”. Ecco, il crimine peggiore di Craxi è stato proprio questo: aver sostituito il diritto con il favore e aver convinto le persone che il diritto non esisteva, bisognava pagare, in vario modo, magari con i voti, per ottenere qualcosa; di fatto aveva ridotto la “res publica” a “res pri
BUONGIORNO, ho letto ieri online di sfuggita che si è riproposta la querelle tra il Salone del libro di Torino e Altaforte, l’editore vicino a CasaPound, invitato a partecipare all’edizione 2020 nonostante l’anno scorso sia stato escluso all’ultimo minuto. Come è stato possibile? Perché il Salone ha deciso di accogliere chi aveva bandito appena un anno fa?
GENTILE GLORIA, innanzitutto non c’è stato alcun invito ufficiale, né ufficioso, ad Altaforte da parte del Salone del Libro di Torino: l’email – generica, “una comunicazione commerciale automatizzata”– è stata inviata dall’Associazione italiana editori (Aie) a molti piccoli e piccolissimi marchi per rafforzare la “bibliodiversità” della fiera: tra i destinatari (tutti coloro che hanno richiesto ad Aie un codice Isbn negli ultimi due anni) c’era anche “la casa editrice Sca2080 srl, con sede a Roma, che a quanto pare, risulta collegata al marchio Altaforte”, questa la spiegazione fornita dalla stessa Aie. “Se avessimo saputo che dietro quella sigla c’era Altaforte, avremmo preventivamente chiesto al Salone cosa fare o non fare” di quell’invito standard. La notizia – poi rivelatasi un involontario pasticcio – era trapelata proprio grazie a “Il primato nazionale”, rivista edita da Altaforte, che già gongolava per l’invito: “Parteciperemo nonostante le polemiche politiche che quasi sicuramente si solleveranno – ha dichiarato l’editore Francesco Polacchi –. Riteniamo che avere uno spazio sia un nostro diritto. Ma ci tengo a precisare che la causa di risarcimento per il danno di immagine subito l’anno scorso andrà avanti”. Grandi speranze, subito infrante. Il Salone ha, infatti, colto l’occasione al volo per “ribadire che i contratti sono da perfezionare per vovata”. Statista? Non facciamo ridere per favore. Era solo un latitante scappato dai processi e dalle condanne. Era innocente? Bene, doveva dimostrarlo nelle sedi giudiziarie: la legge che veniva applicata a tutti i cittadini a lui non andava bene? E tutti noi dovremmo riabilitarlo? Lo “Stato” avrebbe dovuto andare in pellegrinaggio ad Hammamet, magari a spese dei contribuenti? Un doveroso silenzio sarebbe d’obbligo e più dignitoso. lontà delle due parti e, visto il pregresso avvenuto nel 2019, non intende sottoscrivere alcun contratto con le suddette società”. Ciò detto, Altaforte resta una foglia di fico: di fascio-fascette (autori negazionisti, titoli antisemiti, nemici dei diritti umani e amici di Salvini e CasaPound) sarà pieno anche quest’anno il Salone; quanto ai “limiti etici” della letteratura, vien da pensare alla Germania nazista, come ci raccontò Siti un anno fa. Resta, infine, da capire come andrà a finire la succitata causa di risarcimento nei confronti di Altaforte, cacciato all’ultimo dalla fiera. A Torino dicono di “non saperne nulla”, almeno per ora. Tocca aspettare la prossima puntata.
Penso che in queste elezioni regionali, in modo particolare in Emilia Romagna, si stia consumando una grande truffa in disprezzo di cittadini ed elettori.
I problemi riguardanti l’a m mi n istrazione per il buon governo di una regione sono stati occultati e ridicolizzati da una campagna elettorale fatta di slogan raccapriccianti e colpi di scena ad effetto per evitare ogni tipo di confronto sulle cose fatte e da fare. È stata occultata anche la candidata leghista Borgonzoni. Di fronte a questa brutalità e alla portata politica chiedo a militanti ed elettori pentastellati di fare il voto disgiunto: votiamo il simbolo M5S e sigliamo con una croce i candidati governatori Bonaccini (Emilia Romagna) e Callipo (Calabria). Penso che i responsabili M5S di queste due regioni debbano fare passare questo messaggio che non è solo coraggioso, ma anche di convenienza per lo
Luigi Di Maio sentenzia che con lui è finita un’era. Scosse sismiche previste nella notte per rivoltamento nella tomba di Alcide De Gasperi, Antonio Gramsci, Indro Montanelli ed Enrico Berlinguer. Invece Salvini fa gli scherzi al citofono, dimenticandosi di scappare prima di parlare. Fossi stata nel proprietario di casa avrei risposto: “Guardi, vada a Erba, e chieda a Olindo e Rosa”.
Continuate a informarci con grande professionalità
Buongiorno direttore, sono Vito, un pensionato, compro ogni giorno il Fa t to . Le dico solo poche parole: grazie, grazie tanto a tutti del difficile e complicato lavoro. Ogni giorno ci informate con alta professionalità. Continuate sempre così.