Il Fatto Quotidiano

“Il vaccino non è affare privato” I pm contro i “furbetti no vax”

Belluno, multe a un centinaio di genitori per aver dichiarato il falso sui figli e una trentina di dirigenti scolastici indagati per omissione di controllo

- » GIUSEPPE PIETROBELL­I

“Le vaccinazio­ni dei bambini non riguardano solo le persone singole, non sono un affare privato, ma interessan­o la salute di tutti, in quanto bene collettivo. Non c’è solo il rischio di un alunno di ammalarsi, c’è anche quello di far ammalare gli altri, i compagni di classe, soprattutt­o se si tratta di soggetti deboli”.

Paolo Luca, procurator­e della Repubblica di Belluno, ha dato il via a un’inchiesta che sta scuotendo il mondo scolastico e dimostra che se le leggi vengono approvate, obbligando alle vaccinazio­ni, poi devono essere applicate. Non si può sperare di farla franca con una semplice autocertif­icazione che nessuno controlla. È da questa consideraz­ione che è partita la prima indagine a vasto raggio in Italia per scoprire i genitori “furbetti no-vax” e i presidi compiacent­i che hanno chiuso un occhio.

NELLA PRIMA categoria ci sono già un centinaio di indagati, a cui sono stati notificati altrettant­i decreti penali di condanna per falsa dichiarazi­one a pubblico ufficiale, pari al minimo della pena di 15 giorni di reclusione, convertita in 1.125 euro di pena pecuniaria. Nella seconda, una trentina di dirigenti scolastici che hanno accettato, senza fare verifiche, le dichiarazi­oni delle famiglie secondo cui i loro figli erano in regola con tutti i vaccini. I loro nomi sono stati iscritti nel registro degli indagati per omissione d’atti d’ufficio.

È rimasta per tre mesi riservata la notizia che a Belluno la Procura avesse dato incarico ai carabinier­i del Nucleo Antisofist­icazione e Sanità di Treviso di spulciare tutte le circa 10 mila posizioni di bimbi iscritti negli asili e nelle scuole elementari. Poi il ministero della Sanità ha diffuso l’informazio­ne, anche come deterrente nei confronti di tutte le scuole italiane. “Ho avviato un’indagine capillare, partendo da Feltre, per passare poi a Belluno, al Cadore, all’Agordino e alle altre zone della provincia” ha spiegato il procurator­e Luca.

I carabinier­i hanno incrociato i dati contenuti nei documenti di iscrizione con quelli della banca dati dell’Ulss. Sono stati spulciati i nomi dei bambini realmente vaccinati finché è rimasto un elenco di inadempien­ti. Prima di Natale sono stati notificati un centinaio di decreti penali di condanna. Una parte dei destinatar­i si sono affrettati a pagare i 1.125 euro.

UNA PARTE residua (circa il 10 per cento) non lo ha fatto e quindi se la vedrà al processo, in cui dovrà dimostrare che le vaccinazio­ni sono state realmente fatte.

Il capitolo più im peg na tiv o, anche da un punto di vista giuridico, è quello dei direttori didattici. La norma prevede che debbano controllar­e le au toce rtif icazioni. Se non lo hanno fatto è per negligenza o per dolo? Per mancanza di impiegati o per colpevole mancanza? La Procura dovrà dimostrare che c'era la consapevol­ezza di omettere un atto d'ufficio di fronte ai documenti esibiti dai genitori di bambini fra i 3 e i 6 anni di età che sono risultati carenti dei requisiti per l'accesso. L'ex dirigente dell'ufficio scolastico provincial­e di Belluno, Gianni De Bastiani, ha commentato: “Ero a conoscenza delle richieste dei carabinier­i, non dell'esito delle indagini. Osservo però che questi poveri presidi si trovano tra l'incudine e martello. È vero che ci sono delle circolari ben precise del ministero e che le autocertif­icazioni andrebbero controllat­e, ma non sempre nelle segreterie c'è il personale in grado di farlo. Troppe carte e troppa burocrazia si aggiungono al compito della didattica”.

L'inchiesta ha come inizio il 2018 perché è allora che è entrata davvero in vigore la legge Lorenzin, prima rallentata da moratorie e rinvii. Prevede che i minori, da 0 a 16 anni, assumano 10 vaccini, contro tetano, difterite, poliomieli­te, epatite B, morbillo, varicella, pertosse, Haemophilu­sinfluenza­e tipo B, rosolia e paraotite). Altrimenti scattano il divieto di iscrizione all'asilo e una multa fino a 500 euro.

Non c’è solo il rischio di ammalarsi, ma anche di far ammalare gli altri, soprattutt­o se si tratta di soggetti deboli PROCURATOR­E PAOLO LUCA

Controlli Analizzate circa 10 mila posizioni di bimbi iscritti negli asili e nelle scuole elementari

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LaPresse Inchiesta pilota L’indagine della Procura di Belluno è rimasta riservata per tre mesi
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