“Gli ebrei dall’antisemitismo si devono difendere da soli”
75° anniversario 49 capi di Stato ricordano la liberazione di Auschwitz, ma il premier Netanyahu li sferza: “La lezione l’abbiamo imparata solo noi”
Uniti nell’intento di fermare ogni forma di antisemitismo. I leader mondiali arrivati a Gerusalemme per il World Holocaust Forum, in occasione del 75° anniversario della liberazione del camp o d i s t e r m i n i o d i A uschwitz-Birkenau, che hanno parlato allo Yad Vashem, hanno condannato ogni forma di razzismo e paventato i pericoli dell’antisemitismo, specie in Europa, alimentati anche dalle nuove forme di comunicazione.
IL PRIMO MINISTRO israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente Reuven Rivlin hanno esortato politici e capi di Stato ad aiutare Israele nella sua battaglia contro l'antisemitismo, rilevando che gli orrori dell'Olocausto non dovrebbero mai essere dimenticati. Dure le parole del presidente tedesco Franz Walter Steinmeier allo Yad Vashem: “Avrei voluto poter dire che i tedeschi hanno imparato dalla storia, ma non posso dirlo quando l’od io ancora si sta diffondendo”. Nella lettura data del primo ministro Netanyahu, l’antisemitismo oggi ha nuove forme e si è detto preoccupato soprattutto perché i leader mondiali non hanno una posizione unita contro l’Iran, “il regime più antisemita del pianeta”. “Israele ringrazia il presidente Donald Trump e il vicepresidente Mike Pence – ha aggiunto il premier – che si confrontano con i tiranni di Teheran i quali minacciano la stabilità del Medioriente e del mondo”. Anche gli altri governi dovrebbero mobilitarsi contro l’Iran, ha rimproverato Netanyahu, perché “il popolo ebraico ha appreso la lezione: non possiamo prendere alla leggera le minacce di distruzione, dobbiamo affrontarle quando sono piccole. E anche se apprezziamo molto l’aiuto degli amici, sappiamo che alla fine dobbiamo difenderci da soli”. Certo, ha aggiunto Netanyahu, “senza gli Alleati, a cui siamo eternamente grati, non vi sarebbero stati superstiti oggi, ma occorre ricordare che 80 anni fa, quando il popolo ebraico fronteggiava la distruzione, il mondo ci ha girato le spalle”. La memoria della Shoah è stata al centro dell’incontro fra Reuven Rivlin e Sergio Mattarella. Il presidente ha sottolineato che “l'Italia si esprime in ogni ambito internazionale contro l’antisemitismo” e poi ancora, ha ricordato la nomina di Liliana Segre a senatore a vita, la cui testimonianza “è stata per l'Italia un patrimonio prezioso”. Questo Forum è stato la migliore occasione diplomatica per Israele degli ultimi anni. La concentrazione di capi di Stato e di governo, teste coronate, ha offerto la possibilità di decine di incontri bilaterali, fondamentali quelli con il presidente russo Vladimir Putin – decisivo ormai nei destini del Medio Oriente – con il francese Emmanuel Macron e il vicepresidente Usa, Pence. In serata poi è trapelato che la Casa Bianca farà oggi un annuncio sul Piano di pace del presidente Trump sul Medio Oriente, il tanto atteso “Accordo del secolo”.
GUADAGNANDO TEMPO, lNetanyahu si è già portato avanti. Da mesi sbandiera l’annessione della Valle del Giordano, come una scelta ineluttabile per Israele. Non è dello stesso avviso il rappresentante speciale dell’Onu, il russo Nikolay Mladenov: dice che è “un colpo mortale al processo di pace”.
Israele utilizzerà ragioni di sicurezza per giustificare l’annessione e gestirà i pochi palestinesi che vivono nella zona. Secondo l’Ong israeliana “Peace Now”, la mappa che Netanyahu fa circolare aggiungerebbe 1.236 chilometri quadrati a Israele, il 22,3 per cento della Cisgiordania, un'area che attualmente ospita 13.000 coloni israeliani e 4.500 agricoltori palestinesi.
Ai governi stranieri che si lamenteranno verrà detto che ciò non ostacolerà i colloqui di pace in futuro. Le proteste dell’Anp di Abu Mazen stanno suscitando interesse zero da parte della comunità internazionale. E se Donald Trump darà a Netanyahu il via libera, nulla potrà impedire a Israele di approvare la legge di annessione in pochi mesi.
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Vorrei poter dire che i tedeschi hanno appreso dalla storia, ma non posso se l’odio ancora si diffonde
FRANZ STEINMAIER
Occorre ricordare che ottanta anni fa, quando il popolo ebraico fronteggiava lo sterminio, il mondo ci girava le spalle
BENJAMIN NETANYAHU