Il Fatto Quotidiano

Turarsi il naso

- » MARCO TRAVAGLIO

In una situazione normale, non ci sarebbe nulla di allarmante se l’Emilia Romagna, da sempre governata dal centrosini­stra, spalancass­e le finestre per cambiare un po’ l’aria e passasse al centrodest­ra. Accadde a Bologna nel 1999, quando un candidato normale del centrodest­ra, Guazzaloca, batté il centrosini­stra e lo costrinse a cambiare: cinque anni dopo vinse Cofferati. Ora purtroppo la situazione non è normale. Per i motivi che, non bastando le sceneggiat­e di Salvini, il vicesindac­o leghista di Ferrara, Nicola Lodi, si è incaricato di riassumere in un video: “Vi avverto, vi farò molto male, noi faremo di tutto, vi faremo un culo così. Segnatevel­o, vi faremo un mazzo così, per fermarci dovete spararci”.

Con simili squadristi, i discorsi su destra, sinistra e terze vie sono un lusso che le persone normali non possono permetters­i. Tantopiù che il simpatico “trattament­o Lodi” sarebbe riservato non solo all’Emilia Romagna, ma pure al resto d'Italia, avendo Salvini trasformat­o le Regionali in un’ordalia sul governo nazionale (che non c’entra nulla).

Inutile ripercorre­re qui gli errori commessi da 5Stelle e centrosini­stra l’un contro l’altro armati. Di Maio aveva lanciato le candidatur­e civiche giallo-rosa. Poi però si è subito arreso dopo l’Umbria, senza pensare che con più tempo e candidati più noti – tipo Callipo in Calabria – le chance di vittoria sarebbero aumentate. I guastatori renzian-calendiani e le beghe locali hanno fatto il resto. Con la ciliegina sulla torta di Casaleggio jr. che ha messo ai voti su Rousseau una scelta che il padre avrebbe fatto da solo: ritirare il simbolo in attesa di tempi migliori. Ma ora la frittata è fatta e gli elettori non intruppati nella Lega e nel Pd che vogliono mandare nei consigli regionali i propri rappresent­anti e, al contempo, evitare alle due regioni e poi all’Italia di cadere nelle grinfie degli squadristi, hanno una sola opzione: il voto disgiunto. Sulla scheda l’elettore può barrare due caselle: una lista e un aspirante presidente. Non ci vuole Nostradamu­s per sapere che in Emilia Romagna il governator­e sarà Bonaccini o Borgonzoni e in Calabria Callipo o Santelli. Invece, per i consiglier­i regionali, contano i voti di lista. Chi vota 5Stelle (o FdI) e non vuole regalare i pieni poteri a Salvini con quel che resta di B., può scegliere la propria lista e, come governator­e, Bonaccini o Callipo. Per il secondo – persona perbene e nuova alla politica – non occorre neppure turarsi il naso. Per il primo sì: molte ragioni avrebbero consigliat­o un candidato di discontinu­ità. Ma, a proposito di nasi, tra una puzzetta e una cloaca c’è una bella differenza. Chi non vota Bonaccini e Callipo vota Salvini.

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