Il conto del Mise arriva a Renzi: quello sbagliato
La svista del Mise: la comunicazione inviata a un 35enne di Teramo
Quando ha aperto la lettera dell’U ff ic io Brevetti e Marchi, spedita con tutti i crismi dal ministero per lo Sviluppo economico, Matteo Renzi non ha creduto ai suoi occhi.
Quando
ha aperto la lettera d el l’Ufficio Brevetti e Marchi, spedita con tutti i crismi dal ministero per lo Sviluppo economico, Matteo Renzi non ha creduto ai suoi occhi. E non perché, con tanto di bolli, controbolli e protocolli, il ministero gli stesse comunicando che il marchio “Italia Viva” non è ancora registrato. E neanche perché quello stesso ministero, per garantire una “tutela giuridica” dello stesso “marchio” del nuovo corso renziano, pretendesse il versamento di una tassa di registrazione di quasi 800 euro. No, Matteo Renzi è rimasto sconvolto da quella lettera, perché il Matteo Renzi che l’ha ricevuta non è l’ex sindaco di Firenze ed ex segretario del Pd, ma un 35enne consulente informatico teramano, condannato dall’omonimia a vivere da qualche anno una doppia vita, quella del creativo inventore di siti web, e quella di alter ego involontario dell’ex presidente del Consiglio.
ANCHE se l’Abruzzo e la Toscana s’affacciano su due mari diversi, è stata proprio quell’omonimia a regalare al Renzi abruzzese una sorta di doppia residenza a Rignano sull’Arno, con una costante esposizione, specie sui social dove, nonostante le foto, gli indirizzi e i post, non manca mai qualcuno che sente il dovere di far arrivare a una supplica, una richiesta, un commento politico, quando non addirittura un insulto, al Matteo sbagliato.
Anche quando i genitori del Renzi nazionale vennero arrestati, ci fu anche chi, mosso da un senso di umana partecipazione, sentì il bisogno di esprimere vicinanza al Renzi teramano, che fu costretto a postare su Facebook una nota di servizio, con la quale informava tutti che i suoi genitori stavano bene e che stavano a casa per scelta e non per ordine di un magistrato. Mai, però, gli era successo che quell’omonimia traesse in inganno un ministero della Repubblica, come è avvenuto stavolta, con la lettera arrivata ieri mattina. Anzi: doppiamente arrivata, perché forse a causa dell’errore, l’Ufficio del Mise ha inviato una seconda lettera, ma anche questa regolarmente indirizzata al Renzi sbagliato. Certo, un ministero dovrebbe avere una certa facilità nel raggiungere l’indirizzo esatto di un ex ministro nonché ex presidente del Consiglio. E ci si aspetterebbe che l’Ufficio Brevetti, non sbagli l’indirizzo di chi ha presentato una richiesta, scrivendo ad un omonimo che, oltretutto, non ha mai registrato nulla né scritto al ministero.
E STUPISCE ANCHE, tra le righe, lo scoprire che Italia Viva, presentata con tanto di “logone” disceso dall’alto della Leopolda, non sia ancora un marchio registrato.
Ma non tutto è stato vano, perché adesso che il Matteo Renzi teramano sia l’omonimo ufficiale del segretario di Italia Viva è più che ufficiale. È brevettato.