M5S, appello a De Luca: “Fatti da parte”
Per l’alleanza col Pd serve la rinuncia del governatore. Difficile
Alla
fine, il problema è sempre lui, Vincenzo De Luca. Il giorno dopo le aperture del ministro pentastellato dello Sport, Vincenzo Spadafora, all’ipotesi di un’intesa Pd-M5S in Campania (“bisogna sedersi e parlare, una delle due parti deve convincere l’altra ”), senza veti o pregiudiziali di partenza su un eventuale De Luca bis, la capogruppo regionale M5S Valeria Ciarambino dagli studi dell’emittente locale Canale 9 ha ribadito che i margini sono stretti. Strettissimi. La cruna dell’ago di “un passo indietro, un gesto di generosità, simile a quelli che ha fatto Luigi Di Maio per far nascere due governi”.
Ciarambino, di fede dimaiana, cinque anni di opposizione durissima “ag l i scempi della giunta di Vincenzo De Luca”, lo chiede ai dem di fede deluchiana, e in fondo allo stesso De Luca, di cui non fa il nome: “Se alcune persone, responsabilmente, sapranno fare dei passi indietro per dialogare, senza considerare la politica come posizionamento di pedine, allora forse potrà nascere qualcosa che eviti alla Lega di radicarsi in Campania”.
AL GOVERNATORE saranno fischiate le orecchie. Dalle telecamere di un’altra emittente, Lira Tv, poche ore dopo, ha detto qualcosa sulle dimissioni di Di Maio che poteva valere anche per il dibattito in Campania: “Mi auguro che il travaglio odierno del M5S sia la presa d’atto di una esperienza che è stata fatta e che, come capita a tutti, dà degli insegnamenti che vanno accolti. Grande rispetto, ma anche un grande richiamo al principio di realtà”.
Le parole di Spadafora non hanno emozionato l’ex candidato sindaco M5S a Napoli, Matteo Brambilla: “Sono posizioni personali del ministro, non del movimento campano – dice Brambilla al
Fatto Quotidiano – per quanto mi riguarda nessuna alleanza. Chi vive in Campania sa giudicare cosa è significato il governo Pd della Regione nei trasporti e nella sanità”.
Luigi Gallo, presidente della commissione cultura della Camera, storicamente vicino a Roberto Fico, legge invece con occhi diversi le dichiarazioni di Spadafora. Invitando “ad abbandonare la visione romanocentrica e ad accogliere la sfida dei territori ”. Gallo è favorevole alle alleanze: “Mo bi li ta re un popolo per cambiare i governi delle regioni verso i rifiuti zero, lotta alle mafie e alla politica malata nella sanità, bonifiche dei veleni, è un’i mpresa epocale: dopo dieci anni possiamo dire con certezza che non possiamo realizzarla da soli”.
In casa dem a Napoli regna l’attesa. Per il momento pesa la decisione del M5s di correre da soli nel collegio 7 di Napoli per le suppletive al Senato – il candidato è Luigi Napolitano, un vecchio amico di Di Maio – nonostante il centrosinistra avesse messo in campo il giornalista Sandro Ruotolo.
VALERIA CIARAMBINO (M5S)
Se alcune persone sapranno fare passi indietro, forse potrà nascere qualcosa per evitare che vinca la Lega
UN NOMEcapace di unire Pd, il sindaco Luigi de Magistris, la sinistra di Leu e le Sardine. E, con qualche sforzo e mettendo i puntini sulle i di un giudizio completamente negativo sull’amministrazione De Magistris, pure i renziani di Italia Viva.
Poteva essere il laboratorio di un’alleanza larghissima da riproporre per la Campania. Magari sul nome del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. Uno tra i più favorevoli nel M5s a lavorare su alleanze.