Il Fatto Quotidiano

Uomo forte Un mito che nasconde il vuoto di idee in una fase di transizion­e

- PAOLO MARTELLI GABRIELLA ZEVI MIRIAM PELLEGRINI FERRI MARTIN ANGIONI FABRIZIO D’ESPOSITO FRANCESCO VIGNOLA GIANFRANCO TORRIERO VICEDIRETT­ORE GENERALE ABI

Dedicato a mio padre Giuseppe Martelli morto a Mauthausen, N. 57251.

“Ricordi tristi nel Giorno della memoria./ L’Italia strano Paese prima dell’ultima guerra quasi tutti fascisti/ poi a fine tutti partigiani sempre più realisti del Re./ Dopo 80 anni, persa la memoria, si ritrovano saluti fascisti/ e persone disposte a inneggiare al Duce./ La Lega e Fratelli d’Italia hanno strizzato l’occhio/ ai fascisti di CasaPound e Forza nuova/ che fraternizz­ano con Lega e Fratelli d’Italia./ Gli antenati politici di questi figuri spedivano gli italiani/ nei lager nazisti per essere gassati./ Babbo, il tuo sacrificio e quello di tanti altri/ sembra non essere servito a nulla/ non ti angustiare!”.

Dal virus cinese alle nostre stupide chiacchier­e al cellulare

Super connessi e super inquinati i cinesi hanno diffuso anche il “virus” del serpente. Ma ora mascherine, silenzio e niente cellulare. Cosa ne pensano le compagnie telefonich­e e i produttori di smartphone? Giorni fa, nell’emergenza meningococ­co, sono su un bus che porta a casa gli studenti: salgono una ventina di ragazzi e in un attimo sono tutti al telefono a parlare, mandare vocali, parlare tra di loro. Non un libro, un giornale, una riflession­e in silenzio. Per carità, roba per vecchi. Parlare, parlare, starnutire senza fazzoletti. Diffondere batteri e virus.

Lo strampalat­o revisionis­mo all’italiana su Craxi

È davvero strampalat­o il revisionis­mo storico- politico all’italiana a cui si assiste in questi giorni del ventennale della morte di Craxi: esula dai fatti, solo teorie, sofismi e supercazzo­le, in cui eccelliamo. Invece conta che i governi Craxi portarono il debito pubblico dal 60 al 90 per cento del Pil in pochi anni. Spolparono le partecipaz­ioni statali, mentre il deficit viaggiava sopra il 10 per cento e l’inflazione superava il 20. Risultato? Nel feb

UOMO FORTE? Cosa si intende per “uomo forte”? Forse un soggetto muscoloso, magari di bell’aspetto? Per taluni forse. Oppure si pensa a un soggetto volitivo che ha la forza di soggiogare altri? Forse. Invece per me “soggiogare” non è sinonimo di forza ma, al contrario, è debolezza, vigliacche­ria, che si nasconde spesso dietro una arroganza che oggi definiamo bullismo. Viceversa, io ricordo due soggetti italiani ai quali nessuno attribuire­bbe l’aggettivo di “uomo forte” e invece furono e resteranno nel tempo fortissimi: Giacomo Leopardi e Antonio Gramsci. Sono uomini forti perché, per ragioni diverse, ma non lontane tra loro, sono dentro di noi in modo indelebile. Ci hanno parlato, ci hanno insegnato, ci hanno fatto sognare, ci hanno fatto agire e la loro forza è diventata la nostra forza. L’aggettivo di uomo forte che le tv e i giornali usano per descrivere i due bulli del triste momento politico nostrano – ossia Salvini e Renzi – è inidoneo, inadatto e scientific­amente errato. Avremo purtroppo presto la prova di quanto questi vigliacche­tti – tipo il passato “duce”– tenteranno di nuocere al nostro Paese... Ma per fortuna gli eredi del vero “uomo forte” Gramsci sono scesi nelle piazze e sapranno dire “Stop!” ai due bulli.

GENTILE MIRIAM, compliment­i ché con la sua bella e acuta lettera ribalta il paradigma nazionale dell’uomo forte, laddove cita Leopardi e Gramsci come maestri del pensiero e per questi uomini fortissimi, e non forti. Epperò dal punto di vista antropolog­ico-politico, il mito dell’uomo forte si basa proprio sull’assenza di idee. Nel senso che un Paese sperimenta ciclicamen­te il desiderio di decisionis­mo quando il pensiero soccombe dinnanzi al carisma personale. È accaduto con Mussolini e Craxi, con Berlusconi, Renzi e Salvini. La invito a guardare i periodi storici. Il decisionis­mo craxiano, di cui tanto si braio 1992 Andreotti firmò il trattato di Maastricht, pochi giorni dopo partì Mani Pulite. A maggio la strage di Capaci, a settembre l’attacco alla lira che uscì dallo Sme dopo aver perso circa il 30 per cento sul dollaro. Debito pubblico sopra il 100 per cento, deficit oltre l’11... Una stagione disastrosa, i cui fallimenti furono tali da aver avviato il Paese sulla china declinante dalla quale non si è più ripreso. Eppure c’è ancora chi riesce a dire che Craxi fu un gigante rispetto ai podiscute nel ventennale della morte del segretario socialista, è stato l’epilogo della Prima Repubblica che poi ci ha consegnato la Seconda dei partiti personali e del rapporto diretto tra uomo forte e popolo. In politica non esistono vuoti. E così il vuoto di visioni e idee forti viene riempito dagli uomini forti. A proposito di Gramsci. Fu lui a studiare con attenzione anche il fenomeno del cesarismo, scrivendo nei “Quaderni del carcere”, che esso si manifesta quando il vecchio muore e il nuovo non nasce. È quello che sta accadendo in Italia da oltre trent’anni con un’infinita transizion­e, eternament­e a caccia di decisionis­ti. L’ultima scena è il leader che citofona direttamen­te al pusher. litici di oggi, ma allora erano banditi peggiori. E i problemi li abbiamo ancora tutti: il Pil non cresce più, il debito cresce sempre.

Salvini il citofonist­a ricorda le telefonate della Boschi

Leggendo vecchi articoli del Fatto , ho associato la sceneggiat­a penosa di Salvini che va a suonare al citofono a quello che fece quattro anni fa Maria Elena Boschi, quando chiamò al telefono i cittadini romani per convincerl­i a votare Roberto Giachetti come sindaco di Roma. Certo, i contesti sono un po’ diversi, ma resta il fatto che i due personaggi sono patetici.

Le “sparate” inopp ortune di Paragone sul voto in Emilia

Ho avuto occasione di ascoltare in tv l’onorevole Paragone, deputato espulso dal M5S: la giornalist­a gli chiedeva, potendo votare in Emilia- Romagna, a chi avrebbe dato il

DIRITTO DI REPLICA

Gentile Direttore, con riferiment­o all’articolo di Patrizia De Rubertis pubblicato ieri sul suo quotidiano in tema di costo dei conti correnti, vorremmo segnalare per completezz­a informativ­a che in Italia è presente anche il cosiddetto “Conto di base”: un conto di pagamento che viene offerto dalle banche senza spese a chi appartiene a una fascia socialment­e svantaggia­ta o è un pensionato a basso reddito. Il “Conto di base” infatti viene offerto a canone zero e con l’esenzione dell’imposta di bollo a tutti coloro che hanno un reddito particolar­mente basso ( Isee inferiore a 11.600 euro) e a coloro che percepisco­no una pensione inferiore ai 18.000 euro lordi annui. Tale conto prevede una serie predetermi­nata di servizi ( i principali servizi di pagamento e la carta di debito) e un numero predefinit­o di operazioni incluse. Il dettaglio dei servizi previsti e il numero delle operazioni incluse è riportato in una infografic­a predispost­a e diffusa dall’Abi, insieme a numerose associazio­ni dei consumator­i, sui propri siti internet, proprio per contribuir­e ad ampliare la conoscenza e diffondere l’utilizzo di questo importante strumento di inclusione finanziari­a.

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LaPresse Intellettu­ale Antonio Gramsci (1891-1937)

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