Uomo forte Un mito che nasconde il vuoto di idee in una fase di transizione
Dedicato a mio padre Giuseppe Martelli morto a Mauthausen, N. 57251.
“Ricordi tristi nel Giorno della memoria./ L’Italia strano Paese prima dell’ultima guerra quasi tutti fascisti/ poi a fine tutti partigiani sempre più realisti del Re./ Dopo 80 anni, persa la memoria, si ritrovano saluti fascisti/ e persone disposte a inneggiare al Duce./ La Lega e Fratelli d’Italia hanno strizzato l’occhio/ ai fascisti di CasaPound e Forza nuova/ che fraternizzano con Lega e Fratelli d’Italia./ Gli antenati politici di questi figuri spedivano gli italiani/ nei lager nazisti per essere gassati./ Babbo, il tuo sacrificio e quello di tanti altri/ sembra non essere servito a nulla/ non ti angustiare!”.
Dal virus cinese alle nostre stupide chiacchiere al cellulare
Super connessi e super inquinati i cinesi hanno diffuso anche il “virus” del serpente. Ma ora mascherine, silenzio e niente cellulare. Cosa ne pensano le compagnie telefoniche e i produttori di smartphone? Giorni fa, nell’emergenza meningococco, sono su un bus che porta a casa gli studenti: salgono una ventina di ragazzi e in un attimo sono tutti al telefono a parlare, mandare vocali, parlare tra di loro. Non un libro, un giornale, una riflessione in silenzio. Per carità, roba per vecchi. Parlare, parlare, starnutire senza fazzoletti. Diffondere batteri e virus.
Lo strampalato revisionismo all’italiana su Craxi
È davvero strampalato il revisionismo storico- politico all’italiana a cui si assiste in questi giorni del ventennale della morte di Craxi: esula dai fatti, solo teorie, sofismi e supercazzole, in cui eccelliamo. Invece conta che i governi Craxi portarono il debito pubblico dal 60 al 90 per cento del Pil in pochi anni. Spolparono le partecipazioni statali, mentre il deficit viaggiava sopra il 10 per cento e l’inflazione superava il 20. Risultato? Nel feb
UOMO FORTE? Cosa si intende per “uomo forte”? Forse un soggetto muscoloso, magari di bell’aspetto? Per taluni forse. Oppure si pensa a un soggetto volitivo che ha la forza di soggiogare altri? Forse. Invece per me “soggiogare” non è sinonimo di forza ma, al contrario, è debolezza, vigliaccheria, che si nasconde spesso dietro una arroganza che oggi definiamo bullismo. Viceversa, io ricordo due soggetti italiani ai quali nessuno attribuirebbe l’aggettivo di “uomo forte” e invece furono e resteranno nel tempo fortissimi: Giacomo Leopardi e Antonio Gramsci. Sono uomini forti perché, per ragioni diverse, ma non lontane tra loro, sono dentro di noi in modo indelebile. Ci hanno parlato, ci hanno insegnato, ci hanno fatto sognare, ci hanno fatto agire e la loro forza è diventata la nostra forza. L’aggettivo di uomo forte che le tv e i giornali usano per descrivere i due bulli del triste momento politico nostrano – ossia Salvini e Renzi – è inidoneo, inadatto e scientificamente errato. Avremo purtroppo presto la prova di quanto questi vigliacchetti – tipo il passato “duce”– tenteranno di nuocere al nostro Paese... Ma per fortuna gli eredi del vero “uomo forte” Gramsci sono scesi nelle piazze e sapranno dire “Stop!” ai due bulli.
GENTILE MIRIAM, complimenti ché con la sua bella e acuta lettera ribalta il paradigma nazionale dell’uomo forte, laddove cita Leopardi e Gramsci come maestri del pensiero e per questi uomini fortissimi, e non forti. Epperò dal punto di vista antropologico-politico, il mito dell’uomo forte si basa proprio sull’assenza di idee. Nel senso che un Paese sperimenta ciclicamente il desiderio di decisionismo quando il pensiero soccombe dinnanzi al carisma personale. È accaduto con Mussolini e Craxi, con Berlusconi, Renzi e Salvini. La invito a guardare i periodi storici. Il decisionismo craxiano, di cui tanto si braio 1992 Andreotti firmò il trattato di Maastricht, pochi giorni dopo partì Mani Pulite. A maggio la strage di Capaci, a settembre l’attacco alla lira che uscì dallo Sme dopo aver perso circa il 30 per cento sul dollaro. Debito pubblico sopra il 100 per cento, deficit oltre l’11... Una stagione disastrosa, i cui fallimenti furono tali da aver avviato il Paese sulla china declinante dalla quale non si è più ripreso. Eppure c’è ancora chi riesce a dire che Craxi fu un gigante rispetto ai podiscute nel ventennale della morte del segretario socialista, è stato l’epilogo della Prima Repubblica che poi ci ha consegnato la Seconda dei partiti personali e del rapporto diretto tra uomo forte e popolo. In politica non esistono vuoti. E così il vuoto di visioni e idee forti viene riempito dagli uomini forti. A proposito di Gramsci. Fu lui a studiare con attenzione anche il fenomeno del cesarismo, scrivendo nei “Quaderni del carcere”, che esso si manifesta quando il vecchio muore e il nuovo non nasce. È quello che sta accadendo in Italia da oltre trent’anni con un’infinita transizione, eternamente a caccia di decisionisti. L’ultima scena è il leader che citofona direttamente al pusher. litici di oggi, ma allora erano banditi peggiori. E i problemi li abbiamo ancora tutti: il Pil non cresce più, il debito cresce sempre.
Salvini il citofonista ricorda le telefonate della Boschi
Leggendo vecchi articoli del Fatto , ho associato la sceneggiata penosa di Salvini che va a suonare al citofono a quello che fece quattro anni fa Maria Elena Boschi, quando chiamò al telefono i cittadini romani per convincerli a votare Roberto Giachetti come sindaco di Roma. Certo, i contesti sono un po’ diversi, ma resta il fatto che i due personaggi sono patetici.
Le “sparate” inopp ortune di Paragone sul voto in Emilia
Ho avuto occasione di ascoltare in tv l’onorevole Paragone, deputato espulso dal M5S: la giornalista gli chiedeva, potendo votare in Emilia- Romagna, a chi avrebbe dato il
DIRITTO DI REPLICA
Gentile Direttore, con riferimento all’articolo di Patrizia De Rubertis pubblicato ieri sul suo quotidiano in tema di costo dei conti correnti, vorremmo segnalare per completezza informativa che in Italia è presente anche il cosiddetto “Conto di base”: un conto di pagamento che viene offerto dalle banche senza spese a chi appartiene a una fascia socialmente svantaggiata o è un pensionato a basso reddito. Il “Conto di base” infatti viene offerto a canone zero e con l’esenzione dell’imposta di bollo a tutti coloro che hanno un reddito particolarmente basso ( Isee inferiore a 11.600 euro) e a coloro che percepiscono una pensione inferiore ai 18.000 euro lordi annui. Tale conto prevede una serie predeterminata di servizi ( i principali servizi di pagamento e la carta di debito) e un numero predefinito di operazioni incluse. Il dettaglio dei servizi previsti e il numero delle operazioni incluse è riportato in una infografica predisposta e diffusa dall’Abi, insieme a numerose associazioni dei consumatori, sui propri siti internet, proprio per contribuire ad ampliare la conoscenza e diffondere l’utilizzo di questo importante strumento di inclusione finanziaria.