Il Fatto Quotidiano

BREVIARIO MINIMO DEL VOTO PIÙ PAZZO DEL MONDO

- » ANTONIO PADELLARO

Cosa resterà di queste elezioni afferrate e già scivolate via (Raf), cosa resterà? Memorandum. Bonaccini. Lo davano per battuto.

Cosa resterà di queste elezioni afferrate e già scivolate via (Raf), cosa resterà? Memorandum.

BONACCINI.

Lo davano per battuto, poi ha avuto il soccorso di Sardine e voto disgiunto 5stelle. Un perdente di successo.

BORGONZONI.

Non bastasse il padre che le dà addosso, il cognome storpiato in Bergonzoni, il paragone con il cavallo senatore di Caligola, sempre alle spalle del Capo fino al completo oscurament­o per non fargli ombra, non è che gli accolleran­no pure la sconfitta? La più ampia solidariet­à.

BUGANI MAX.

No to grillino del dissenso, autore della migliore battuta sul crollo del Movimento. “S u on o l’allarme da tempo, impossibil­e negare l’evidenza, come quel marito che trova la moglie a letto con il migliore amico e chiede: c’è qualcosa che devo sapere?”.

CITOFONARE MATTEO.

Accanto a mojito e Papeete, il noto impianto elettronic­o (chiamato anche targa a pulsantier­a) usato per mettere alla gogna la famiglia tunisina del Pilastro rappresent­a la pietra miliare di un disastro politico. Simbolo del tafazzismo di destra che a un passo dalla vittoria si spara sui piedi. Dalle procession­i che domenica assediavan­o i seggi dell’Emilia-Romagna sembrava levarsi un solo grido: ohé Salvini, quando è troppo è troppo.

FORZISTI ALLA RISCOSSA.

Con Jole Santelli governatri­ce della Calabria già al primo exit-poll, Berlusconi è l’unico vincitore nel centrodest­ra. Con Giorgia Meloni in costante crescita, presto presentera­nno il conto all’ex Capitano.

NENNI PIETRO.

Figura prestigios­a del socialismo italiano di cui si ricorda spesso una frase vagamente iettatoria: piazze piene, urne vuote. Che da oggi si può tranquilla­mente declinare in: piazze piene, urne piene (vedi Sardine).

PROPORZION­ALE.

Si proclama il trionfale ritorno del bipolarism­o su cui andrebbe cucito il sistema maggiorita­rio. Ma con il suo 15-16% il Pd di Zingaretti come può competere con la destra che veleggia intorno al 50 e oltre? Se non perseguend­o l’alleanza con i 5stelle che i sondaggi danno, malgrado tutto, intorno al 15- 16%. Soltanto col sistema proporzion­ale la somma di due debolezze può cercare di diventare una forza.

SARDINE.

Dichiarano: “Non siamo nati per stare sul palcosceni­co, ci siamo saliti perché era giusto farlo. Ora desideriam­o tornare a essere noi stessi, elettori e cittadini, parenti e amici, per questo non ci vedrete in tv o sui giornali”. Poi però annunciano: “Ci vediamo a Scampia”. Parafrasan­do Andreotti si potrebbe dire: benedetti ragazzi, la tv logora chi non la fa. Comunque, grazie di cuore.

SPREAD.

È assodato: il temuto differenzi­ale cresce ogni volta che aprono bocca Borghi e Bagnai, cala decisament­e se Salvini perde le elezioni.

TOSCANA.

Prossima tappa della campagna permanente del leghista. Dopo lo sbaciucchi­amento della coppa in quel di Parma, ci si chiede a cosa si avvinghier­à: alla finocchion­a?

UOMO SOLO AL COMANDO.

Figura mitica, al momento in disarmo, minacciata dalla gestione collegiale (vedi Salvini e Di Maio). Meglio tuttavia non sottovalut­are un classico delle italiche trombature: il rieccolo. Resta assodato che ogni volta che un leader promuove un referendum sulla sua persona ( vedi Renzi) regolament­e lo perde.

VITO CRIMI.

Caso abbastanza raro di capro espiatorio volontario. Dopo i saluti dell’astuto Di Maio, gli tocca caricarsi sulle spalle l’irrilevanz­a grillina nelle due regioni al voto. Difficile dargli torto se dice che il Movimento vale molto di più a livello nazionale. Non certo però il 32 e rotti del marzo 2018. Ragion per cui nei prossimi mesi (e forse anni) si prevedono robuste barricate a cinque stelle in Parlamento.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy