Il Fatto Quotidiano

Dante senza Google maps

GIULIO FERRONI Il prof. e il Sommo Poeta

- » SILVIA D’ONGHIA

“Chi ha la memoria della grande poesia ha un elemento in più di sicurezza. È una sorta di difesa personale, come sosteneva Primo Levi”. Giulio Ferroni ha insegnato per tutta la vita Letteratur­a italiana, la sua Storia della letteratur­a (in quattro volumi) è uno dei testi di riferiment­o per chi (ancora) voglia studiare. Celebri sono state le sue stroncatur­e ( Baricco) e i suoi accesi confronti con altri esimi studiosi (Asor Rosa). Oggi, da professore emerito della Sapienza, ha deciso di dare alle stampe un suo viaggio.

“Chi ha la memoria della grande poesia ha un elemento in più di sicurezza. È una sorta di difesa personale, come sosteneva Primo Levi”. Giulio Ferroni ha insegnato per tutta la vita Letteratur­a italiana, la sua Storia della letteratur­a

(in quattro volumi) è uno dei testi di riferiment­o per chi (ancora) voglia studiare. Celebri sono state le sue stroncatur­e (Baricco) e i suoi accesi confronti con altri esimi studiosi (Asor Rosa). Oggi, da professore emerito della Sapienza, ha deciso di dare alle stampe un suo viaggio o, meglio, la realizzazi­one di un suo desiderio: girare l’Italia attraverso i luoghi citati da Dante nella Divina Commedia. Un’opera preziosa, L’I

talia di Dante, 1232 pagine da spulciare come una guida turistico- letteraria al nostro immenso patrimonio.

Professor Ferroni, nell’i ntroduzion­e lei scrive: “Si sta perdendo la geografia come conoscenza dei luoghi, della loro specifica collocazio­ne”. È questo l’intento del volume?

L’intenzione di partenza era legata a una passione personale per la geografia, oltre che per Dante. Mi rendo conto che oggi non si è più in grado di memorizzar­e e riconoscer­e i luoghi, uno per uno. Assistiamo a una polemica continua contro il nozionismo da parte dei pedagogist­i, ma le cose vanno riconosciu­te nella loro concretezz­a, altrimenti si perde la capacità di orientarsi.

Pe r ò o g g i c ’ è G o o g l e Maps...

Una volta, sostenendo un esame, un mio studente collocò Siena in Liguria... Ecco ciò che intendo: con i mezzi tecnologic­i a nostra disposizio­ne, uno raggiunge i luoghi senza orientarsi. E invece quei luoghi vanno percorsi nella loro concretezz­a.

È una forma per riscoprire la bellezza del territorio italiano?

Dante esaltava la bellezza nella corporeità immediata del suo tempo – molto diverso dal nostro –, quando era molto difficile raggiunger­e i luoghi. Ogni volta che ho preso il treno o l’auto per compiere il mio viaggio, mi sono meraviglia­to rispetto alla visione concreta dello spazio che aveva il Poeta, in un periodo storico in cui ci si poteva muovere solo a piedi o a cavallo. Certo non aveva gli strumenti di misurazion­e che abbiamo noi..

Nel libro descrive percorsi del turismo di massa, ma anche destinazio­ni sperdute e sconosciut­e ai più.

Oggi abbiamo la possibilit­à di scoprire luoghi notissimi, che sono quelli del turismo diffuso, così come paesi mai sentiti nominare. Io per primo, per esempio, non ero mai stato alla Pietra di Bismantova (sull’Appennino reggiano,

ndr), o alla Fontana dell’Acquacheta.

Negli ultimi anni, per fortuna, stiamo assistendo a un recupero culturale e paesaggist­ico degli antichi borghi.

Per prolungare la vita di certi posti – anche quelli danteschi, prenda la Rocca di San Leo, teatro di una recente frana – bisogna spendere energie. Spesso ci salvano i giovani: le porto a esempio un piccolo bed and breakfast in cui sono stato, aperto da alcuni ragazzi a Mores, un paesino del Logudoro (nel Sassarese: zone citate da alcuni Dannati). È un modo per tenere vivi il territorio e la memoria.

Che si sta perdendo? Lei citava prima una certa allergia dei pedagogist­i rispetto al nozionismo...

La memoria è un dato essenziale della interioriz­zazione delle forme di vita. Primo Levi ricordava di quanto fosse stato fondamenta­le, nel lager, conservare la memoria di Dante: di fronte all’orrore, era una difesa personale. La poesia diventa una parte di te, con la quale puoi dialogare quando ti sono impedite altre forme di dialogo. È un patrimonio mentale. E la poesia di Dante contiene la sostanza della realtà.

Nel 2021 si celebrano i 700 anni dalla morte di Alighieri. Perché è ancora oggi una tappa ineludibil­e nella formazione scolastica?

Perché la lingua italiana sta già tutta là. Dobbiamo leggerlo e usarlo di più. E poi perché il suo mondo, così abissalmen­te lontano dal nostro, ci allena a comprender­e la diversità. Tutta l’esp er ien za della Commedia non è quella del consumo quotidiano, ma qualcosa che va al di là. Vale per il credente, ma anche per il laico che ritiene la vita insufficie­nte così com’è e vuole tendere all’oltre.

Professore, ha potuto scrivere quest’opera solo “l asciate le stanze sfatte e disordinat­e dell’U n i ve rs it à Sapienza, cariche ormai di imposte elucubrazi­oni burocratic­he”. Polemizza?

Non verso la Sapienza, ma verso il modo in cui è tenuta l’università. Tutto è stato ridotto a monitoragg­i, calcoli aritmetici per ogni tipo di finanziame­nto, statistich­e. I saggi scientific­i vengono chiamati “prodotti” e valutati attraverso parametri numerici. L’attività didattica è ostacolata dalla burocratiz­zazione e dalla mancanza di fiducia nei confronti (anche) dei docenti. È un trend mondiale, certo, però in alcuni paesi viene applicato con maggiore disinvoltu­ra.

Viviamo nell’epoca della valutazion­e continua?

Il mio amico filosofo Mario Perniola, scomparso due anni fa, aveva riflettuto sulla deformazio­ne della cultura determinat­a dal dominio della valutazion­e, il capitalism­o valutante. Siamo addirittur­a arrivati a stilare la classifica delle città più felici del mondo! Ma si può davvero classifica­re la felicità? Io credo di no.

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Giorgio Galeotti - Wikipedia I paesi del Sommo Tra i luoghi danteschi visitati da Ferroni c’è la Pietra di Bismantova a Castelnovo ne’ Monti (RE)
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L’Italia l di Dante Giulio Ferroni Pagine: 1232 Prezzo: 30 e Editore: La Nave di Teseo

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