Il Fatto Quotidiano

Bolton inguaia Trump: “Ingerenze su Biden a Kiev”

- ▶ GRAMAGLIA

Visto che non lo fanno parlare, John Bolton scrive e mette nero su bianco, in un libro, che non è ancora stato pubblicato, quel che potrebbe raccontare se chiamato a testimonia­re nel processo sull’imp eachment del presidente Donald Trump. L’ex consiglier­e per la sicurezza nazionale afferma che Trump gli disse di volere tenere fermi gli aiuti militari all'Ucraina – 391 miliardi di dollari già stanziati dal Congresso – fino a che Kiev non avesse consentito a indagare sui Biden e sui suoi rivali democratic­i Usa.

È il New York Times ad anticipare dei passaggi della bozza del libro di Bolton, il terzo consiglier­e per la sicurezza nazionale silurato dal presidente in poco più di 30 mesi alla Casa Bianca. La bozza del volume, come accade di norma per le pubblicazi­oni di consiglier­i o ex consiglier­i del presidente, è al vaglio della Casa Bianca, che potrebbe ordinare di cancellare passaggi non graditi. E i legali dell’ambasciato­re, che fu anche rappresent­ante degli Usa all’Onu, accusano proprio la Casa Bianca d’avere orchestrat­o la fuga d’anticipazi­oni.

NELLE CONVERSAZI­ONI con Bolton, così come vengono riferite, Trump appare mischiare, come spesso fa, un’inchiesta per corruzione su Joe Biden, suo potenziale rivale democratic­o nelle presidenzi­ali del 3 novembre, e il figlio Hunter, socio di un’impresa energetica ucraina, e l’indagine, rivelatasi una bolla di sapone, sul complotto che i democratic­i gli avrebbero ordito contro con il Russiagate.

Insieme a Bolton, anche il Dipartimen­to di Stato e il Pentagono esercitaro­no pressioni su Trump perché sbloccasse gli aiuti all’Ucraina. Ma il presidente le ignorò, sempre citando le ragioni che aveva per dolersi dell’atteggiame­nto dell’Ucraina, tutte di carattere personale.

Bolton è uno dei testimoni che i democratic­i vorrebbero ascoltare nel processo per impeachmen­t. L’ex consiglier­e per la sicurezza nazionale ha più volte detto di essere pronto a deporre se ingiunto a farlo. La Camera, durante la fase istruttori­a, non lo chiamò a testimonia­re perché l’opposizion­e della Casa Bianca avrebbe innescato una controvers­ia giudiziari­a che si sarebbe trascinata a lungo. Le affermazio­ni di Bolton nella bozza del libro suonano conferma di quel quid pro quo finora mai ammesso dal presidente, nonostante l’abbiano confermato suoi collaborat­ori: il capo ad interim dello staff della Casa Bianca Mick Mulvaney e il rappresent­ante Usa presso l’Ue Gordon Sondland. In decine di pagine – scrive il NYT – Bolton ricostruis­ce il Kievgate nei mesi che hanno preceduto la sua uscita dall’Amministra­zione, ai primi di settembre del 2019, cioè dopo la telefonata galeotta tra Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma quando il caso non era ancora esploso. L'ex consiglier­e per la Sicurezza nazionale racconta, inoltre, che il segretario di Stato Mike Pompeo riconobbe, in primavera, che le accuse mosse da Rudolph Giuliani all'ambasciatr­ice Usa a Kiev Marie Yovanovitc­h erano senza fondamento. Eppure, la diplomatic­a fu silurata. Bolton sostiene d’avere avvertito lo staff legale della Casa Bianca che Giuliani, l’avvocato personale del presidente, stava sfruttando la sua posizione per aiutare altri suoi clienti privati, almeno due dei quali sono poi stati arrestati.

LE INDISCREZI­ONI sui contenuti del libro di Bolton inne

JOHN BOLTON

Avvisai lo staff legale della Casa Bianca che Giuliani, avvocato del magnate, stava sfruttando la sua posizione per aiutare i suoi clienti

DONALD TRUMP

Non ho mai detto a Bolton che gli aiuti all’Ucraina erano legati alle indagini sui Democratic­i, compresi i Biden. Ora vuole solo vendere il suo libro

scano le reazioni di Trump: “Non gli ho mai detto che gli aiuti all'Ucraina erano legati alle indagini sui democratic­i, compresi i Biden. E non s’è mai lamentato di questo quando ha concluso il suo incarico. Se John Bolton ha detto questo, è solo per vendere il suo libro”. Il presidente sostiene di non avere visto le bozze del volume: è credibile, perché Trump non ama leggere libri e documenti, se ne fa sempre sintetizza­re i contenuti. “Le trascrizio­ni delle mie telefonate con il presidente Zelensky rappresent­ano tutte le prove che sono necessarie”, afferma ancora il presidente. “Ho incontrato il presidente Zelensky all’Onu, concedendo gli aiuti militari all'Ucraina senza alcuna condizione o indagine … Ho anche consentito all'Ucraina d’acquistare missili anti-tank Javelin”, ricorda. Fin qui nel merito. Quanto alla procedura, Trump sostiene che toccava ai democratic­i che sono maggioranz­a alla Camera chiamare a testimonia­re Bolton: “Spettava a loro, non al Senato!”.

Le anticipazi­oni sui contenuti del libro di Bolton hanno comunque smosso le acque del processo, dove ieri, per la difesa, ha preso la parola Alan Deshowitz, l’avvocato che riuscì a far assolvere, instilland­o il dubbio di un pregiudizi­o razziale O.J. Simpson dall’accusa di duplice omicidio, pur essendo l’ex campione di football colpevole. Il senatore repubblica­no Mitt Romney afferma che “è sempre più probabile” che almeno quattro senatori repubblica­ni sostengano la richiesta di sentire come testimone l'ambasciato­re Bolton: quanti ne servono perché la mozione, che verrà messa ai voti nel fine settimana, sia approvata.

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Ansa/LaPresse Sfida a Washington Capitol Hill, il presidente Trump; in basso, il suo ex consiglier­e John Bolton
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