“Noi 5Stelle spaccati in tre: ora decidiamo se restare insieme”
Max Bugani Il veterano M5S: “Va decisa la rotta, ma i matrimoni possono anche finire”
■“Il Movimento è nato per portare avanti battaglie comuni – dice – dal Reddito di cittadinanza al decreto Dignità fino alla legge anticorruzione e alla lotta ai vitalizi. Esauriti questi temi, oggi il M5S non sa più dove andare”. C’è chi vuole tornare con la Lega, chi restare autonomo, chi guardare a sinistra
La tempesta che tutti i Cinque Stelle aspettavano è passata, e sul terreno in Emilia-Romagna è rimasto il Movimento con il suo 4,7 per cento. Il bolognese Max Bugani, uno dei veterani della prima ora, non voleva una lista del Movimento in queste Regionali. E adesso si macera: “Ora devo capire chi siamo e dove andiamo”.
Qualcuno tra di voi sperava che vincesse Salvini?
Non lo so, spero fortemente di no. Ma in questo clima di sospetti non posso escludere che qualcuno abbia avuto questo cattivo pensiero per dare una spallata al governo.
Il senatore emiliano Lanzi sostiene: “Presentandoci nelle Regionali abbiamo salvato il Movimento”. Lei invece era contrarissimo.
Ci sono persone che hanno fatto finta di non vedere il burrone, dove ci hanno portato altre persone in buonafede. Ma non ce l’ho con loro, l’ingenuità non è una colpa. Raccontano che i vertici si siano irritati con lei: “Primedonne e parole divisive sono quanto di più lontano rispetto a quello di cui c’è bisogno adesso” hanno detto all’Adnkronos.
Io non rispondo a indiscrezioni. E ho la coscienza a posto.
Ma da dove arriva la sconfitta in Emilia-Romagna?
Nell’ultimo anno e mezzo non si è voluta guardare in faccia la realtà. Ognuno voleva un M5S fatto a sua immagine e somiglianza. Ma il Movimento in realtà è stato un comitato nazionale di cittadini, riunitisi per portare avanti battaglie comuni, dal Reddito di cittadinanza al decreto Dignità fino alla legge anticorruzione e alla lotta ai vitalizi. Esauriti questi temi, oggi il M5S non sa più dove andare. Sta dicendo che deve evolversi in qualcosa d’altro? Credo che sia legittimo pensare a un Movimento solo contro tutti, come è altrettanto legittimo volerlo in un’alleanza radicata a sinistra oppure a destra. Nessuno ha mai chiesto agli attivisti dei 5Stelle quale dovesse essere la rotta.
Ora che si fa?
Mi auguro che finiscano gli attacchi reciproci. Siamo persone diverse tra loro, riunite da obiettivi comuni. Il Movimento è stato poesia e speranza, ora è guerriglia e sospetti. Quando Matteo Salvini suona ai citofoni, una parte del M5S ride, l’altra piange. A tenerci assieme sono state le idee.
Ma adesso?
Gli Stati generali, che andavano fatti un anno fa, non devono diventare un luogo di una guerra fratricida, piuttosto essere un luogo in cui si prende atto di una diversità.
Per essere chiari: c’è il rischio di scissioni?
Dobbiamo ricordarci delle battaglie fatte assieme e poi decidere da che parte andare. Ricordando che talvolta un matrimonio può finire, ma senza odi e rancori. Andare avanti litigando tutti i giorni non fa bene ai figli e alla famiglia. Per Giuseppe Conte “va costruito un fronte alternativo al centrodestra”.
Salvini è un ragazzone che sta in politica da 30 anni e che fiuta le occasioni. Più è cresciuto nei sondaggi, più ha alzato l’asticella, azzardando parole più violente. Ma quando si arriva a suonare il citofono di un ragazzo non c’è nulla di più distante da me.
L’ex capo politico Di Maio con il Pd non vuole andarci.
Le anime sono tre: c’è chi soffre la distanza da Salvini, chi vorrebbe fare un terzo polo autonomo e chi vuole andare a sinistra.
Di Maio vuole stare da solo o con Salvini?
Dovete chiederlo a lui. Però è stato l’unico, assieme al ministro Stefano Patuanelli, a esprimersi pubblicamente perché non si facesse questa lista suicida in Emilia-Romagna. Conte cosa rappresenta per il Movimento?
È il presidente del Consiglio e il suo dovere è fare il possibile per fare stare meglio gli italiani. Ma non credo che voglia imporsi sul futuro dei 5Stelle.
E Beppe Grillo? Sarà lui?
A Italia5Stelle si era espresso con forza, dicendo che bisognava lavorare con il Pd, ma non c’è stato un seguito a queste parole. Ha permesso che si facesse una coalizione folle in Umbria e una scelta insensata in Em ilia - Ro magn a. E questo ha creato confusione, anche in chi come me è suo fan da 35 anni e amico da 15.
Perché si è dimesso dall’associazione Rousseau?
Semplicissimo, nel mio incarico al Comune di Roma ho anche le deleghe all’innovazione tecnologica. Mi sembrava inopportuno restare in un’associazione privata che si occupa di questo tema. Ma resto legato a Davide Casaleggio e non smetterò mai di ringraziarlo.
Lei vorrebbe un nuovo capo politico o un organo collegiale? Prima vorrei capire dove andiamo. Comprendere se sono ancora a casa mia o se quello nel M5S è stato un meraviglioso viaggio.
Lei ha avuto scontri con Di Maio, che si è dimesso a pochi giorni dalle Regionali. È stata una ritirata? Luigi ha lasciato perché era stremato. Doveva tenere assieme tutto, avendo a che fare anche con teste dure come la mia. E gliene va dato atto.
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