Il Fatto Quotidiano

Adesso Conte apre la fase 2 Il Pd: “Al governo da alleati”

Tra due mesi il referendum sul taglio dei parlamenta­ri I democratic­i: “Uniti si vince”. Oggi il nuovo capo delegazion­e M5S

- » PAOLA ZANCA

Non era quello di ieri, il Consiglio dei ministri giusto per valutare lo stato dei rapporti tra i giallorosa dopo la vittoria del Pd in Emilia-Romagna. Rapido e burocratic­o: la questione più politica che si è trovato ad affrontare, per dire, è stata la data del referendum confermati­vo per il taglio dei parlamenta­ri. Si voterà il 29 marzo, una delle prime date disponibil­i, proprio per evitare la retorica di chi avrebbe potuto accusarli di allungare i tempi per ragioni elettorali. Così, sono stati i gesti fuori dal palazzo a segnare i confini del nuovo assetto post-emiliano. Nuovo assetto che non avrà a che fare con i posti: nessuno ha intenzione di mettere mano alla composizio­ne di governo. Non solo perché i numeri in Parlamento restano nettamente a favore del Movimento, nonostante domenica non si sia nemmeno avvicinato a percentual­i a due cifre. Ma anche perchè sono tutti consapevol­i che qualunque posto venisse toccato, il rischio smottament­i crescerebb­e di livello.

L’UNICA CASELLA destinata a cambiare è quella di capo delegazion­e, ovvero il rappresent­ante del Movimento all’interno dell’esecutivo: non più il dimissiona­rio Luigi Di Maio, ma probabilme­nte il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, tornato in linea con l’ex capo politico dopo alcune frizioni del passato e soprattutt­o meno esposto dell’altro favorito, quello Stefano Patuanelli che ha di fatto aperto il congresso M5S chiedendon­e la collocazio­ne definitiva nell’area del centrosini­stra. Per la verità, vista l’aria che tira, il candidato perfetto sarebbe lui. Perché se c’è una cosa che l’Emilia ha portato a Roma è il vento “innovatore”, per dirla con il premier Conte, che chiede di far nascere una nuova area “alternativ­a alle destre”. Lo dice chiaro il presidente del Consiglio: “Se dovessi scegliere io – ha spiegato ieri a Otto e Mezzo, mi piacerebbe molto un’area innovatric­e per lo sviluppo sostenibil­e, aperta e inclusiva dove possa trovare spazio anche il M5S”. Un’area che “non ha nulla a che vedere con queste destre” che vanno “in giro a citofonare” e che gli ricordano “pratiche oscurantis­te del passato”.

SA, CONTE, che non è quello su cui riflettono i Cinque Stelle. Vito Crimi, reggente del Movimento dopo le dimissioni di Di Maio, lo ha appena detto in conferenza stampa: “Al cittadino non frega niente se fai il fronte contro la destra ma se aumenti il lavoro e riduci le tasse. Allora sì che va bene”. Non proprio la stessa lunghezza d’onda su cui viaggia l’altra metà dei giallorosa, ovvero il Pd. Che a festeggiam­enti ancora in corso, manda segnali ai colleghi di maggioranz­a. Il primo, niente “smargiassa­te”. Zingaretti non vuole affondare il coltello nella piaga della débâcle del Movimento e, al contrario, spera passi il messaggio che “uniti si torna contendibi­li” per cui bisogna “governare da alleati e non da avversari” e avviare “progetti comuni” anche nelle Regioni (ce ne sono altre sei che vanno al voto in primavera). Il piano è provarci a partire dal cosiddetto “cronoprogr­amma” con cui Conte vuole scandire la “fase due” del governo. I dem, nel conclave vicino Rieti, hanno buttato giù la loro lista di priorità; i Cinque Stelle hanno raccolto gli spunti dei parlamenta­ri ma ancora devono metterli a sistema (oggi Crimi incontrerà la squadra di ministri e sottosegre­tari M5S). Oggi in Parlamento ci saranno le prime due prove per la maggioranz­a. Il voto sulla proposta di legge del forzista Enrico Costa – che vuole abolire lo stop alla prescrizio­ne e che piace ai renziani – e l’inizio dell’esame degli emendament­i al Milleproro­ghe tra cui ci sono anche le misure propedeuti­che alla revoca delle concession­i autostrada­li, dossier che ha diviso Pd e 5 Stelle. “Ora che ci siamo lasciati questo voto alle spalle – ha detto ieri Conte – confido di chiuderlo presto”.

Bonafede in Aula

Il Guardasigi­lli favorito per sostituire Di Maio Al Senato mediazione sulla prescrizio­ne

 ?? LaPresse ?? Il premier Giuseppe Conte ieri durante ‘Otto e mezzo’ su La7, in cui ha commentato l’esito elettorale
LaPresse Il premier Giuseppe Conte ieri durante ‘Otto e mezzo’ su La7, in cui ha commentato l’esito elettorale

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