Il Fatto Quotidiano

Italiani a Wuhan, per il rimpatrio si aspetta Pechino

L’epidemia si allarga in Cina. Xi: “È un demone”. Tre casi in Germania, il 4° in Francia. Verso l’evacuazion­e degli stranieri: “Dipende da Pechino”

- » MARCO FRANCHI

Centosei morti, e i numeri sul pallottoli­ere continuano a scorrere. I nuovi casi confermati in Cina sono 1.771, e portano il totale nel Paese a 4.515, di cui 976 persone in gravi condizioni. E anche l’Europa ora ha paura del “demone”, come lo ha ribatezzat­o il presidente Xi Jinping. Il virus 2019-nCoV partito dalla città cinese di Wuhan spaventa la comunità internazio­nale, con gli Stati che si organizzan­o per far rientrare i connaziona­li. Mentre le autorità sanitarie lavorano a un protocollo sui controlli e il monitoragg­io, la Farnesina sta organizzan­do un trasporto aereo dei 70 italiani presenti nel capoluogo della provincia di Hubei, nella Cina centrale, tutti “in buona condizione di salute”. “Ci sono procedimen­ti che devono essere ancora attuati e che non dipendono interament­e dall’Italia, ma si fa il massimo per fare il prima possibile”, ha detto il capo dell’Unità di Crisi della Farnesina Stefano Verrecchia, sottintend­endo che la decisione ultima spetta a Pechino e aggiungend­o che si è “optato per organizzar­e un trasferime­nto aereo” anche in collaboraz­ione con altri Paesi Ue.

“IL PROTOCOLLO per il rientro e le relative misure sanitarie saranno valutati a breve”, spiegano dal ministero della Salute. Anche gli altri Stati si attrezzano. Nei loro piani gli Stati Uniti avrebbero già dovuto riportare a casa i mille americani di Wuhan, e anche il Giappone è pronto da giorni, ma nessuno a ieri sera era rientrato. L’Ue ha attivato il meccanismo di protezione civile e cofinanzie­rà il trasporto aereo di chi vuole essere rimpatriat­o. Un primo volo decollerà oggi da Parigi e dovrebbe imbarcare 250 francesi, altri 100 cittadini di altre nazionalit­à partirebbe­ro in settimana. L’Oms, dopo aver alzato il livello di allerta, ha invitato alla “calma”. I numeri dei contagi fuori dalla Cina restano relativame­nte contenuti: circa 50 in 8 paesi dell’Asia, Canada, Usa, Australia, Giappone, Francia e Germania.

Nel nostro Paese Escluso il contagio a Pistoia, un caso sospetto a Napoli: sono due sposi cinesi

MAI TRE CASI TEDESCHI alimentano le preoccupaz­ioni sulla resistenza del virus alle lunghe distanze. È il primo contagio da uomo a uomo sul suolo europeo, il terzo fuori dai confini cinesi. Inizialmen­te è stato colpito un impiegato 33enne in un’azienda automobili­stica della Baviera, in contatto con un collega rientrato dalla Cina. “Non comporta un cambiament­o delle misure contro l’epidemia”, il commento di Gianni Rezza, direttore del Dipartimen­to di malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. Un quarto caso è stato accertato in Francia, su un turista cinese di 80 anni, che si trova in rianimazio­ne in “condizioni gravi” a Parigi.

Il virus di Wuhan fa tremare anche l’Italia. A Pistoia una donna cinese di 53 anni ricoverata con i sintomi del morbo è risultata negativa al test, mentre in serata sono emersi timori per un caso sospetto a Napoli, dove secondo la stampa locale sono stati ricoverati due sposi cinesi originari della provincia di Hubei.

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Ansa Controlli A Zhoushan, nella provincia cinese dello Zhejiang

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