Il Fatto Quotidiano

Slalom Pd, tra pressing su Bonafede e stop a Iv

Il gruppo dem certifica la difficoltà: “Rimandiamo il voto su Costa, rischiamo di spaccarci”

- » WANDA MARRA

Vertici, riunioni di gruppo, confronti continui tra i due referenti “tecni ci” del dossier prescrizio­ne (Alfredo Bazioli per il Pd e Lucia Annibali per Italia Viva): la giornata di ieri a Montecitor­io è piuttosto agitata. Ma alla fine la prima prova della maggioranz­a dopo le elezioni in Emilia-Romagna, il voto sulla proposta Costa per abrogare la norma Bonafede che cancella la prescrizio­ne dopo il primo grado di giudizio, si risolve con il rinvio in Commission­e: il Pd manda la palla in tribuna e Italia viva si astiene. Zingaretti ha dato un’indicazion­e precisa: non infierire sulla crisi M5S, non attaccare, non esacerbare il conflitto. Il gioco dei dem, dunque, è quello di disinnesca­re la “bomba” azionata dal deputato di FI, senza però smettere di far pressione sul Guardasigi­lli, Alfonso Bonafede per ottenere una mediazione ulteriore rispetto al lodo Conte (che distingue tra condannati e assolti in primo grado).

IL NERVOSISMO inizia a salire lunedì pomeriggio. Martedì è prevista la relazione del ministro della Giustizia alle Camere. Senza nessun vertice preventivo e preparator­io. E allora è il Pd a far notare a Bonafede che non è possibile arrivare in Aula su un tema delicato come la giustizia, senza previo confronto. La riunione a Palazzo Chigi fotografa l’impasse. Il Pd pensa all’opzione rinvio, proposta da Leu: i voti segreti in Aula sono un rischio per un partito che, nel merito, è più vicino a Costa che a Bonafede. Iv non è d’accordo. D’altra parte, Matteo Renzi si trova nella difficile posizione di dover elaborare una strategia: in caso di sconfitta di Bonaccini era pronto a cannoneggi­are la maggioranz­a. In questo nuovo contesto non sa che ruolo giocare. “Il Pd voti la proposta Costa, altrimenti c’è il lodo Annibali”, minaccia in mattinata. Si tratta di uno stop alla norma Bonafede, contenuta in un emendament­o al Milleproro­ghe, che va al voto in Commission­e la prossima settimana. Maria Elena Boschi interviene alla manifestaz­ione dei penalisti in piazza Montecitor­io: “Sulla prescrizio­ne non faremo passi indietro”. Il Pd riunisce il gruppo. Relazione di apertura di Bazoli che spiega lo stato dell’arte e le motivazion­i del rinvio. I dem puntano a lavorare sulla modifica dei tempi dei processi. Intanto, Enza Bruno Bossio dichiara di essere pronta a votare con il centrodest­ra. Gli orlandiani si schierano per sostenere M5S sul no alla proposta Costa. Ma i più esprimono prudenza. Il timore di spaccarsi è troppo. Alla fine chiude Graziano Delrio, con questa indicazion­e.

Nel frattempo Iv fa la sua riunione. Escono insieme la Boschi e la Annibali. È quest’ultima a comunicare a Bazoli che Iv alla fine ha deciso per l’astensione.

TUTTO rimandato, la trattativa è in corso. Nel frattempo, i dem cercano una strategia per gestire questa fase. Il segretario continua a pensare a un congresso. Magari senza candidati in primavera. Ma potrebbe anche slittare alla fine del 2020. Intanto, la minoranza di Base riformista si chiede che fine abbia fatto la segreteria unitaria. La pax potrebbe non durare a lungo. Renzi in serata provoca: “Il Pd la settimana prossima voti il lodo Annibali”. Non la spunterà. Lo attacca su Facebook il coordinato­re di Br, Alessandro Alfieri, fedelissim­o di Guerini, dopo il suo tentativo di minimizzar­e il ruolo del Pd in Emilia: “Non avendo presentato la lista di Iv o candidati riconoscib­ili, da Renzi sarebbe almeno auspicabil­e l’onestà intellettu­ale di riconoscer­e che il Pd è stato decisivo”. Ex amici sempre più distanti.

Ultimatum Renzi prova l’ennesima provocazio­ne: “Votiamo il lodo Annibali tra una settimana”

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La manifestaz­ione degli avvocati (con la Boschi) contro la riforma Bonafede
Ansa In piazza La manifestaz­ione degli avvocati (con la Boschi) contro la riforma Bonafede
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