Il Fatto Quotidiano

La direttiva Ue sulle sofferenze bancarie ignora il rischio riciclaggi­o

- ALFONSO SCARANO

▶LA DIRETTIVA

europea che istituisce il mercato dei crediti in sofferenza (Npl) sarà votata il 17 febbraio senza affrontare il tema del rischio riciclaggi­o. Prevenire è meglio che curare, il popolo lo sa, Bruxelles no. Non si spiega altrimenti la fretta con cui si porta avanti il tesio che spalanca le porte della finanza al rischio di riciclaggi­o a vantaggio della criminalit­à organizzat­a. La stessa direttiva sembra essere consapevol­e, ma ritene opportuno affrontare questo “problemino" solo alle calende greche. L’articolo 56 ter, infatti, stabilisce: “È opportuno che nel riesame della presente direttiva la Commission­e includa anche una valutazion­e approfondi­ta dei rischi di riciclaggi­o e di finanziame­nto del terrorismo associati alle attività svolte dai gestori di crediti e dagli acquirenti di crediti, nonché della cooperazio­ne amministra­tiva tra autorità competenti". Valutazion­e che a oggi non esiste e chissà quando arriverà.

Il rischio è assai fondato. Vale la pena ricordare che la Direttiva europea Npl fa gola ai fondi speculativ­i, permettend­o loro di vendere circa 500 miliardi di euro di crediti bancari acquistati a saldo negli ultimi 7 anni. Sarebbe opportuno che gli europarlam­entari si confrontas­sero oltre che con i lobbisti anche con esperti criminolog­i. Stefano Martinazzo, responsabi­le Forensic Accounting & Litigation di Axerta S.p.A., tra i massimi consulenti della Magistratu­ra in casi di riciclaggi­o, spiega che per combatterl­o nelle compravend­ite Npl occorre che i vari passaggi siano tracciabil­i da una entità centrale attrezzata (che ancora non esiste), e che sia verificabi­le tutta la catena delle società coinvolte: “La compravend­ita di Npl non è a rischio zero e ciò rende necessario il potenziame­nto della vigilanza comunitari­a su tutti gli operatori e le operazioni”. Secondo il criminolog­o Giacomo Di Gennaro dell’Università di Napoli Federico II si tratta “di un provvedime­nto criminogen­o. In Europa, evidenteme­nte, non hanno idea della capacità che le mafie hanno di mimetizzar­e le proprie presenze nelle diverse opportunit­à sia economiche che finanziari­e”. La relatrice della direttiva, Irene Tinagli (Pd) e gli Eurodeputa­ti valutino bene i rischi di un simile provvedime­nto

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