Il Fatto Quotidiano

BRUNETTA LANCIA FORZA ITALIA VIVA

- » DANIELA RANIERI

Siamo corsi a cercare la smentita, il rifiuto indignato, la presa di distanza, eventualme­nte la querela o meglio la causa civile, strumento che l’interessat­o, quando si sente offeso, preferisce di gran lunga alla tutela del proprio onore ( per fare cassa). Niente. L’account Twitter del giovane Bismarck italiano, Matteo Renz i , a parecchie ore dall’uscita dell’imbarazzan­te chiamata in causa, era fermo a un’intervista di Mediaset al politico a cui Matteo Renzi si ispira di più: Matteo Renzi. Renato Brunetta, che ha l’abilità di stressare ogni concetto a un tale grado di apparente illogicità da permettere alla verità di manifestar­si, ieri ha rilasciato un’intervista a Repubblica in cui suggeriva anzi disponeva la destituzio­ne immediata dell’attuale governo e la sua sostituzio­ne con “un governo di centrodest­ra” composto da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi con L’Italia (?) e, naturalmen­te, Renzi. “A livello programmat­ico”, protocolla­va Brunetta, “c’è quasi perfetta coincidenz­a”, e poi parliamoci chiaro, anche lasciando da parte gli ideali comuni a renziani e berlusconi­ani, facendo i conti del macellaio “il centrodest­ra ha attualment­e 275/280 deputati”: ne basterebbe­ro altri 45, tra deputati di Italia Viva e grillini usciti dal Movimento”, per fare un nuovo governo. “Perfettame­nte legittimo”, peraltro, non come l’attuale “governo dei perdenti” (infatti è composto dai due partiti arrivati primo e secondo alle elezioni; mentre il Renzi 2, o Berlusconi 5, o Salvini 1, sarebbe formato dai due partiti arrivati terzo e quarto più il rabbocco di Iv, la start-up personale del Raffaele Fitto del Pd, data al 3,9%, più qualche homeless ex grillino).

COME DETTO, Brunetta ha il dono luciferino della sintesi, e quello che sembra un avvitament­o mentale nichilista da romanzo russo è in realtà il ponte in fiamme che unisce fantasia e realtà: non è forse Renzi, come Berlusconi, “contro questa oscena riforma della prescrizio­ne”? E non era Renzi che parlava di “Partito della Nazione?”. L’indicibile prende forma, anche se a dire il vero qualche sospetto che Renzi non fosse di sinistra e che fosse più affine a Salvini, Carfagna e Verdini di quanto lo sia a Zingaretti, noi l’abbiamo sempre avuto.

Negli stessi minuti in cui Repubblica registrava il pronunciam­ento del comandante Brunetta, Ettore Rosato e Maria Elena Boschi, i due pezzi grossi italiavivi­ni (pensate gli altri), manifestav­ano davanti a Montecitor­io insieme a Mariastell­a Gelmini, Mara Carfagna e altri amatori della giustizia (tra cui “gli avvocati penalisti”, timorosi di finire sotto i ponti senza le impugnazio­ni infinite dei loro clienti per ottenere la prescrizio­ne), al grido di “Non faremo un passo indietro!”, “È una battaglia di civiltà!”, e “Il governo ha 7 giorni di tempo per trovare una mediazione”.

Vedete com’è strana e bella la politica italiana: può anche succedere che un partito del 3,6%, siccome non si è nemmeno presentato alle Regionali, alla luce dei risultati delle Regionali detti le condizioni al governo sui temi della Giustizia, ambito peraltro estraneo a eventuali conflitti d’interesse di Renzi (come di Berlusconi); che Forza Italia (6,9%), che ha per capo un uomo ridotto alla statua di cera di sé stesso, poiché ha vinto in Calabria pretenda di prendere il potere nazionale e ricostitui­re il centrodest­ra insieme al perdente Salvini, che un governo l’ha appena fatto saltare; e che siccome ha vinto il Pd, che finalmente si è liberato da quella palla al piede di Renzi, allora il Pd se ne deve andare dal governo per far posto a Renzi. La prospettiv­a di Forza Italia Viva è talmente assurda, talmente priva di logica e cinica in modo ributtante, che ci chiediamo come mai non sia stata ancora ufficializ­zata.

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