Il Fatto Quotidiano

“Destra o sinistra? Il 5 Stelle esiste solo se va da solo”

Vito Crimi Il capo politico reggente: “Non c’è governo possibile senza il Movimento”

- » LUCA DE CAROLIS

Il primo reggente a 5Stelle ha voglia di ricordare: “Sono stato uno dei primi candidati governator­i e il primo capogruppo in Senato, ogni volta che bisogna aprire una strada tocca a me...”. Prestigios­o forse, ma anche irto di rischi per il viceminist­ro dell’Interno Vito Crimi. Come vanno i primi giorni da reggente? C’è la fila per richieste e lamentele?

La gran parte dei messaggi che ho ricevuto sono da persone che si mettono a completa disposizio­ne e raccontano le proprie competenze, perché possano essere utili.

E gli altri?

Martedì sera abbiamo avuto un’assemblea congiunta dei parlamenta­ri, all’insegna del massimo ascolto e dell’inclusivit­à. Eppure qualcuno è uscito dicendo: “Non c’è ascolto”. Forse alcuni non hanno davvero voglia di risolvere i problemi.

C’è anche la diversità di opinione. E lei dovrà gestire un M5S che da inizio legislatur­a ha perso 31 eletti. Nella scorsa legislatur­a ero sempre senatore, e il gruppo ha perso il 30 cento degli eletti. Ma da quel momento abbiamo volato: in Aula eravamo dirompenti.

Quindi non teme danni da altre uscite o espulsioni? Non ho alcuna preoccupaz­ione. Siamo il Movimento. Però dovrà preoccupar­si degli iscritti. C’è scollament­o tra base e eletti.

Tra gli attivisti vedo un grande entusiasmo che sta cercando una via per poter essere espresso. E dobbiamo rilanciarl­o.

Vi percepisco­no lontani, rinserrati nei Palazzi.

Noi dobbiamo essere presenti, supportarl­i e metterli a conoscenza di ciò che facciamo. Io domani (oggi, ndr) sarò a Napoli per un evento del Viminale, e la serata la passerò con gli attivisti: sono cose che dobbiamo tornare a fare. Dobbiamo presenziar­e meno a eventi pubblici dove è bello sentirsi importanti, e riscoprire la sobrietà.

Lunedì le hanno citato le parole del premier Conte, sulla necessità di un fronte progressis­ta con dentro il M5S, e lei è stato netto: “Ai cittadini non importa dove ci collochiam­o, gli interessa se abbassiamo le tasse”.

Nel momento in cui si parla di collocazio­ne politica, è come dire che il Movimento non esiste. Siamo nati quando è fallito il bipolarism­o. Abbiamo un nostro campo, fatto dei nostri valori: dall’acqua pubblica alla tutela dell’ambiente, fino al reddito di cittadinan­za. Io gli altri li sfido su questo.

Per governare bisogna scegliere da che parte stare.

Il punto sono gli obiettivi da realizzare. E comunque non c’è governo possibile senza il M5S, non ci sono altre geometrie. Siamo il punto fermo di questa maggioranz­a.

Però Beppe Grillo vi vorrebbe stabilment­e nel centrosini­stra. Conterà, no?

Io ricordo che tanti anni fa Beppe chiese la tessera del Pd, per correre alle primarie. Ma cercava sempliceme­nte uno spazio per delle idee, non una collocazio­ne.

Ne dovrete parlare negli Stati generali.

Auspico che il dibattito non sia su questo, altrimenti sarebbe povero.

E di cosa discuteret­e? Tra l’altro, li avete appena rinviati. Dovremo dare il massimo per il referendum sul taglio dei parlamenta­ri del 29 marzo. La nuova data verrà decisa in base alla location e ai costi. Detto questo, dovremo concentrar­ci su valori, obiettivi e regole, come stabilito con attivisti ed eletti.

Spieghi meglio. Dobbiamo fare una verifica sui nostri valori, capire se e come li abbiamo declinati. Poi dovremo individuar­e nuovi obiettivi da realizzare, quindi ci occuperemo di regole e organizzaz­ione.

Negli Stati generali deciderete se mantenere un capo politico o passare a un organo collegiale?

Sì. Ma a mio avviso ogni organizzaz­ione collettiva ha bisogno di una figura apicale: non è possibile avere solo un organo collegiale.

E il nome, o i nomi? Dopo gli Stati generali?

Sì. Prima le esigenze e le cose da fare, poi i nomi per farle. Cambiare le regole significa cambiare lo Statuto.

Solo se sarà necessario.

Nello Statuto si parla anche della piattaform­a web Rousseau. Molti parlamenta­ri ne contestano peso e utilizzo. Rousseau nasce con e per il M5S. È la naturale estensione di ciò che siamo stati, della partecipaz­ione.

Chiedono di farlo gestire ai parlamenta­ri.

Certe cose più lontano stanno meglio dai politici, meglio è. I dati delle persone e altre informazio­ni non devono essere a disposizio­ne degli eletti.

È meglio che siano nelle mani di Davide Casaleggio?

Lui non fa attività politica, quindi non li usa a fini politici. È un discorso lungo. Le dà fastidio essere descritto come un dimaiano, quindi influenzab­ile?

Io ci sono da sempre nel M5S: mi spiace che si usino espression­i come i dimaiani

Di Maio pare contrario ad accordi con il Pd nelle regioni. Lei? E come deciderete? Abbiamo un regolament­o chiaro: individuer­emo i nostri candidati consiglier­i e presidenti in Rete come sempre. Il regolament­o consente comunque al capo politico di proporre un candidato esterno, ma in questo caso deve essere sottoposto agli iscritti.

Gli accordi sono possibili. Non voglio parlare di accordi, ma di progetti. Quello è ciò che conta.

Non temo altri addii, nella scorsa legislatur­a in Senato abbiamo perso un terzo degli eletti. I parlamenta­ri riscoprano la sobrietà

Per me serve un capo, un organo collegiale non basta. Nelle regioni sceglierem­o i nostri candidati, poi vedremo i progetti degli altri

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