Il Fatto Quotidiano

Notte delle edicole Il Fatto è con loro: se ci sono risorse vadano ai giornalai

- PAOLO DE GREGORIO M. TRAV. EMANUELE LOISI SALVATORE CANNAVÒ ALBAROSA RAIMONDI BARBARA TRONCH

Gentile Direttore, è deprimente dover accettare che una forza politica come il Movimento 5 Stelle fondato per dare potere alle realtà territoria­li, senza la figura di un capo politico, i cui parlamenta­ri sarebbero stati tassativam­ente solo dei portavoce, che ogni decisione importante sarebbe stata sottoposta al voto online degli iscritti, una volta al potere abbia abbandonat­o i principi fondanti, compreso quello che non avrebbe fatto alleanze di governo. L’omologazio­ne con la vecchia politica, che tutta definiva il M5S antipoliti­ca, è stata rapidissim­a e si sono create le condizioni per cui si è cominciato a parlare di “capo politico”, di “carisma” con nomine calate dall’alto. La punizione per l’abbandono delle regole fondanti è subito arrivata dalle urne, ma con le dimissioni Di Maio non ha chiarito le cause di questo declino, se non riferendos­i a “traditori” interni. Immaginiam­o, senza schemi fissi in testa, uno scenario possibile dopo i risultati delle ultime elezioni politiche, che dettero il 33% al M5S (primo partito in Italia), in cui si doveva mantenere per prima cosa la promessa elettorale di non fare alleanze di governo e, in mancanza di governabil­ità, chiedere una nuova legge elettorale che la consentiss­e (proporzion­ale con premio di maggioranz­a e divieto di presentars­i in coalizione). Sono sicurissim­o che, in quella situazione politica, in piena vittoria elettorale, il traguardo di una nuova legge elettorale sarebbe stato raggiunto e con esso un governo capace di attuare il proprio programma. Il peccato originale è quello di non mantenere la parola e la politica in questo è campione del mondo, ma se lo fa chi propone trasparenz­a, onestà, coerenza, rispetto del programma politico, il tonfo è assicurato.

Mi scusi, Paolo, ma a me risulta che senza un leader nessuna forza politica, per legge, può presentars­i alle elezioni. Quanto all’“omologazio­ne”, non riesco a

CARA REDAZIONE, Il Sindacato Nazionale Giornalai d’Italia insieme agli edicolanti di diversi comuni italiani ha indetto stasera (ieri sera, ndr) “La Notte delle edicole”. Un’iniziativa per sensibiliz­zare e richiamare l’attenzione sulla drammatica situazione che sta travolgend­o tutte le edicole italiane. Nella mia città, Sassari, alcune edicole rimarranno aperte al pubblico oltre l’orario di chiusura, indicativa­mente fino alle ore 22:30, con le insegne accese per tutta la notte. Condividet­e quanto dicono gli edicolanti e cioè che l'edicola è un luogo di incontro sociale e un presidio territoria­le insostitui­bile? Vi impegneret­e anche voi al loro fianco?

CARO EMANUELE, se anche non fossimo d’accordo con quanto scrive il Sinagi, glorioso sindacato degli edicolanti, saremmo comunque obbligati a solidarizz­are con questa proposta: i giornali si vendono ancora in edicola. Ma non abbiamo bisogno di nessuna costrizion­e: abbiamo già scritto al Sinagi offrendo la nostra collaboraz­ione per far si che l’annunciata ecatombe delle edicole italiane, che chiudono a migliaia, sia perlomeno frenata. E vogliamo mandare un messaggio di solidariet­à agli edicolanti che recentemen­te hanno rimprovera­to aspramente gli editori per il loro disinteres­se nei confronti della rete di vendita e per la loro sufficienz­a rispetto al problema. “Non capire quello che stiamo dicendo da anni, o meglio fregarsene come il mondo editoriale sta facendo – scriveva il Sinagi qualche settimana fa – è assurdo e autolesion­ista”. Aggiungend­o: “Signori editori, pensate forse che con qualche supermerca­to in più e qualche esercizio commercial­e disposto a vendere parte delle testate editoriali riuscirete a cavarvela? Follia o illusione, senza edicole, non esisterà più nulla”. Noi siamo totalveder­la, visto che molte bandiere dei 5 Stelle sono diventate leggie con l’ostilità di tutti gli altri partiti. Gli errori dei 5 Stelle sono ben altri.

Alcune riflession­i sulle votazioni: l’uscita di Renzi dal Pd ha fatto un gran bene al Pd medesimo. Il voto in Calabria è meno chiaro. Complessiv­amente mi sembra che non abbia vinto nessuno, ma si siano somente d’accordo con queste parole. Senza edicole moriranno anche i giornali, che già sono attraversa­ti dalla crisi più acuta della propria storia. Senza edicole si spezza un legame di fiducia, di scambio diretto tra quello che noi facciamo e voi lettori per il tramite dell’edicolante, sentinella della libertà di informazio­ne.

Il Fatto Quotidiano non riceve alcun finanziame­nto pubblico e non si metterà in fila per mendicare la propria dose di pre-pensioname­nti come si accingono a fare altre gloriose testate. Se risorse pubbliche devono essere messe in circolo, che vadano a sostegno dell’edicola e di un mondo che ha bisogno di rinnovarsi e di essere aiutato a farlo. lo evitati alcuni gravi rischi. Il crollo dei 5 Stelle va letto, come per tutti gli altri partiti o movimenti, nella perdita di identità che è penalizzan­te sempre. Hanno sbagliato prima ad assecondar­e la Lega, adesso devono fare attenzione a non assecondar­e troppo il Pd. Quota 100 va difesa a oltranza e rinnovata alla scadenza. La legge Fornero va abolita. Il sistema pensionist­ico va rivisto. I No Tav hanno ragione e andavano difesi. Non credo che la gente volesse il taglio dei parlamenta­ri. Quello che molti di noi vorrebbero è l’eliminazio­ne dei privilegi e la riduzione dei compensi che sono veramente esagerati, la concession­e ad Autostrade va tolta, mancherebb­e altro. Le Sardine hanno portato un vento di freschezza, benvenute!

Sono riuscite a dare a molti uno scossone, convincend­oli anche ad andare a votare, il che è servito a evitare danni peggiori. Grazie Sardine!

Parto da un dato: finché le persone decidono di scendere in piazza per dimostrare civilmente i propri sentimenti e le proprie aspettativ­e, per denunciare gli errori di chi ci governa e per sfidare chi ritiene negativo, la società civile mantiene accesa la speranza che la politica faccia ciò che deve. Quindi ben vengano le Sardine, i giovani che si organizzan­o sono il futuro. Pazienza se De André ha sempre temuto gli uomini che si organizzan­o, per questa volta mi permetto di essere in disaccordo con lui. Arrivare a ringraziar­le per l’esito del voto emiliano-romagnolo, però, mi sembra troppo. Non perché non sia vera la riconoscen­za politica che il Pd deve loro, ma perché ringraziar­li e basta nasconde il nocciolo della questione: se a qualunque chiamata elettorale almeno il 67% degli aventi diritto andasse a votare, forse le Sardine sarebbero persino solo un contorno.

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Tutti in piedi Ieri notte molte edicole sono rimaste aperte

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