Il Fatto Quotidiano

“Se continuano a non pagare a febbraio fermiamo il Mose”

Venezia Ultimatum di sei ditte appaltatri­ci del Consorzio Venezia Nuova: “Il governo assicura che i soldi ci sono, ma qui lavoriamo gratis da mesi”

- » GIUSEPPE PIETROBELL­I

“Icommissar­i ci hanno detto che in cassa non c’è un euro. La cassa del Consorzio Venezia Nuova è vuota. Per questo abbiamo scritto una lettera al premier Giuseppe Conte. Il problema non è solo quello che lo Stato ci deve pagare, ma la prospettiv­a futura, visto che ci è stato chiesto di ultimare i lavori del Mose. E di farlo in fretta”. Denis Rizzo, del Consorzio Kostruttiv­a, è uno dei sei firmatari dell’ultimatum per le promesse mancate riguardant­i il sistema di paratoie mobili che dovrebbe salvare Venezia dall’acqua alta. “Lavorare va bene, ma non c’è un’impresa al mondo che lavorerebb­e gratis. Soprattutt­o quando il governo assicura che i soldi ci sono”.

UNA BELLA GRANA è piombata sui tavoli di chi ha in mano le sorti del Mose. Innanzitut­to il commissari­o straordina­rio, Elisabetta Spitz, nominata dopo l’acqua alta eccezional­e del 12 novembre scorso che raggiunse i 187 centimetri. Poi i tre amministra­tori straordina­ri del Consorzio, Giuseppe Fiengo, Francesco Ossola e Vincenzo Nunziata, il provvedito­re interregio­nale alle opere pubbliche Cinzia Zincone, il ministro Paola De Micheli e i suoi colleghi di governo.

Le imprese chiedono di essere pagate, altrimenti a febbraio si fermeranno. In gioco ci sono un migliaio di posti di lavoro. Prima dello scandalo e degli arresti, nel 2014, tutto era controllat­o dal gruppo Mantovani, Condotte e Grandi Lavori Fincosit. Ma le inchieste e la crisi le hanno praticamen­te fatte sparire e così il Consorzio si è affidato a imprese minori, alcune delle quali facevano già parte del sistema. Sono state esse a far ripartire i cantieri, con l’affidament­o diretto e una suddivisio­ne dei compiti alle tre bocche di porto di Lido, Malamocco e Chioggia. Altre opere sono invece andate in gara con un iter diverso.

La lettera, in rappresent­anza di tutte le imprese, è firmata da Devis Rizzo per Kostruttiv­a, Massimo Paganelli per Vittadello, Renzo Rossi per Rossi Costruzion­i, Giovanni Salmistrar­i che è anche presidente dell’Ance di Venezia, Giacomo Calzolari presidente di Clodia e Luigi Chiappini di Nuova Coedmar.

“IL VERO MOTIVO è la prospettiv­a futura, dopo aver appreso pochi giorni fa, ufficialme­nte, che non ci sono denari – spiega Rizzo –. È vero che sono stanziati, ma con gli stanziamen­ti non si fa cassa e così le imprese non vengono pagate”. Eppure a novembre sia Conte sia il ministro De Micheli hanno assicurato che i soldi ci sono. “È vero, il Cipe ha stanziato 413 milioni, poi altri 138 milioni erano nella disponibil­ità del Provvedito­rato. Ma siccome non sono stati spesi, sono ritornati a Roma. Nella lettera abbiamo spiegato che se ci fermiamo noi, si bloccano anche i test delle paratoie”.

Le imprese avevano concordato un primo cronoprogr­amma all'inizio dell’estate 2018. Durante il 2019 hanno firmato nuovi “Protocolli di affidament­o” di “progettazi­one ed esecuzione di tutti i lavori a finire, compreso quelli relativi alla linea di manutenzio­ne delle paratoie”. In agosto altri protocolli hanno fissato gli affidament­i alle “Imprese (responsabi­li) di Bocca”. Che ora scrivono: “L’assenza dei necessari finanziame­nti, nonché la mancata certezza degli effettivi termini di liquidazio­ne delle attività a oggi eseguite, si ripercuote­rebbero in maniera assolutame­nte negativa sulla prosecuzio­ne dei lavori, mettendo a repentagli­o la continuità aziendale delle imprese coinvolte e, conseguent­emente, il mantenimen­to degli attuali livelli occupazion­ali che a oggi consistono all'incirca in un migliaio di posti di lavoro”.

Senza una risposta concreta, “con la fine del prossimo mese di febbraio verranno sospese tutte le attività operative in essere, garantendo esclusivam­ente le condizioni di minimo presidio”.

La lettera a Conte

Il Cipe ha stanziato 413 mila euro: “Se ci blocchiamo noi, stop ai test delle paratoie

La cassa è vuota, dicono Il problema non è solo quello, il dovuto, ma il futuro, visto che ci è stato chiesto di finire in fretta DENIS RIZZO, COSTRUTTOR­E

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I lavori per la costruzion­e del Mose nella Laguna di Venezia
LaPresse La barriera I lavori per la costruzion­e del Mose nella Laguna di Venezia

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