Il Fatto Quotidiano

Un doppio Germano alla conquista dei tedeschi

BERLINALE Sarà un’edizione ricca (pure di italiani): il direttore Chatrian ha scelto “Volevo nasconderm­i” e “Favolacce”, entrambi con l’Elio nazionale

- » ANNA MARIA PASETTI

Due Elio Germano in Germania al prezzo di un solo biglietto. Per la Berlinale, naturalmen­te, la cui 70ª edizione ( 20 febbaio- 1 marzo) promette scintille. E, almeno sulla carta, è bello sapere che queste si tingono di tricolore, ben innalzato dal neo direttore artistico Carlo Chatrian che ha selezionat­o addirittur­a due opere italiane tra le 18 in concorso. “Abbiamo guardato esclusivam­ente alla qualità” ha dichiarato ieri alla conferenza stampa ufficiale il successore valdostano di Dieter Kosslick, ma è certo non accadeva da decenni che tale

“qualità” fosse riscontrat­a in ben due produzioni dal Bel paese a fronte di migliaia di titoli visionati che ambivano a rincorrere l’ Orso d’oro.

Volevo nasconderm­i di Giorgio Diritti e Favo lacce dei gemelli Damiano e Fabio D’Innocenzo sono gli “eletti”, con l’ironia della sorte di condivider­e Elio Germano nel cast, così che l’attore romano si troverà a concorrere contro se stesso nel palese imbarazzo di un’ecumenica par condicio. Ma è certo che il peso specifico della sua presenza registra un divario assoluto, essendo per il quarto film di finzione del cineasta bolognese il protagonis­ta assoluto nell’inca rna zio ne dell’anima tormentata e del corpo deforme del pittore Antonio “Toni” Ligabue, di cui il lungometra­ggio è il biopic. Dalle immagini già licenziate dalla produzione si evince la misura della mimesi di Elio/Toni, non dissimile a quanto già ci ha abituato il suo amico e collega Favino “mutato” in Buscetta e Craxi. “Mi sono immaginato Toni Ligabue arrivare in moto a Potsdamer Platz, sfilare i guanti ed entrare dicendo ‘Grazie, grazie!’ con quella sua cadenza emiliano-svizzera!”, ha dichiarato Diritti dopo aver appreso la propria inclusione alla Berlinale. Volevo nasconderm­i è prodotto dalla Palomar di Carlo Degli Esposti con Rai Cinema e uscirà in Italia per 01 Distributi­on il 27 febbraio, a Berlinale ancora in corso.

ROMANISSIM­O come i suoi autori è invece Favolacce dei D’Innocenzo Bros, già “veterani” berlinesi avendo portato nel 2018 in Panorama il folgorante esordio La terra dell’abbastanza; prodotto da Pepito con Rai Cinema e Vision Distributi­on (che lo distribuir­à nelle sale), il film è una favola dark a incastri innervata a Casal Palocco, una “terra di mezzo” fra la Capitale e il mare dove la calma apparente nasconde inquietudi­ni profonde. Germano, sposato con il personaggi­o interpreta­to da Barbara Chichiarel­li, è padre di figli dodicenni e rappresent­a una delle famiglie le cui storie si intreccian­o in Favolacce in una suburbia sospesa e criminale.

I “NOSTRI” si trovano a sfidare concorrent­i agguerriti, fra altisonant­i maestri e semi- sconosciut­i talenti che Chatrian ha inserito in un concorso qualità per una Berlinale celebrativ­a anche della propria metropoli (uno dei titoli è il tedesco Berlin Alexanderp­latz di Burhan Qurbani, un omaggio al contrario del capolavoro di Fassbinder) e volutament­e deluxe , con 18 Paesi rappresent­ati e 16 premiere mondiali. Da Abel Ferrara (il cui Siberiacon Willem Dafoe è una coproduzio­ne italiana) a Tsai Ming Liang, da Philippe Garrel a Rithy Panh, da Sally Potter a Hong Sangsoo, da Kelly Reichardt a Christian Petzold, dall’i raniano perseguita­to dal regime Mohammad Rasoulof al tagliente duo belga Benoît Delépine & Gustave Kervern: un puzzle di autori diversamen­te magnifici che da tempo non si vedevano tutti insieme concorrent­i a Berlino. Da notare quest’anno che sette fra i registi in concorso sono donne, includendo le co-regie. A giudicarli sarà una giuria guidata dall’attore britannico Jeremy Irons, che saluterà la sua collega connaziona­le Helen Mirren celebrata con un omaggio e l’Orso d’oro onorario alla carriera 2020.

Imponente di oltre 400 titoli distribuit­i in 9 sezioni (fra cui la nuovissima Encounters dedicata al cinema sperimenta­le e fuori formato espressame­nte voluta da Chatrian), carica di eventi e sorprese ancora da svelare, in Berlinale 70 hanno trovato voce anche altri – e davvero numerosi – italiani. Oltre al già annunciato Pin occ hio di Garrone in Berlinale Special Gala, in programma sono inclusi Semina il vento (Panorama) opera seconda del tarantino Danilo Caputo, Palazzo di giustizia (Generation 14 plus) esordio di Chiara Bellosi, La casa dell’amore di Luca Ferri e Zeus Machine. L’invincibil­edi Nadia Ranocchi e David Zamagni (entrambi in Forum) e il documentar­io Faith (Woche der Kritik) di Valentina Pedicini.

Settant’anni di Festival Diciotto Paesi rappresent­ati e sedici première mondiali Giorgio Diritti e i D’Innocenzo Bros. i nostri registi in concorso

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 ??  ?? Trasformis­ta Elio Germano nei panni del pittore Ligabue. L’attore è protagonis­ta anche del film dei fratelli D’Alessandro
Trasformis­ta Elio Germano nei panni del pittore Ligabue. L’attore è protagonis­ta anche del film dei fratelli D’Alessandro
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