Il Fatto Quotidiano

“Così cambieremo l’accesso ai docenti e le classi-pollaio”

La ministra Lucia Azzolina: “Iniziamo dalle classi pollaio. Poi risorse e lauree abilitanti”

- » VIRGINIA DELLA SALA

Chi è dentro la scuola la conosceva già: auricolare sempre attivo, da deputata Lucia Azzolina rispondeva a chi le scriveva dalla sua pagina Facebook. Le sue idee erano chiare: riduzione del numero di studenti per classe, meritocraz­ia nell’accesso all’i n s egnamento (leggi più concorsi e meno ricorsi) e la necessità di mettere “gli studenti al centro”. La scommessa della neo ministra dell’Istruzione (Ricerca e Università sono convogliat­i in un altro ministero) sarà mantenere quelle idee ora che ha preso il posto del dimissiona­rio Lorenzo Fioramonti che, dice, “ha sprecato una grande occasione”. Ministra, ieri ha annunciato su Facebook le materie della maturità e ha iniziato da quelle degli istituti profession­ali. Perché?

Voglio parlare direttamen­te con gli studenti, utilizzare mezzi e linguaggi vicini a loro. E che sia chiaro che non esistono scuole di serie B. È un messaggio: gli studenti meritano tutti la stessa attenzione e vanno messi al centro del sistema scolastico.

Non è stato così?

Il ministero dell’Istruzione affronta da sempre troppe emergenze sui docenti. Sacrosante. Ma così si perdono di vista gli studenti.

Da deputata ha presentato una proposta di legge per ridurre il numero di studenti per classe. Ora che è ministra lo farà davvero?

So per esperienza che è difficile lavorare in classi di 28-30 persone, ancora di più se ci sono ragazzi con disabilità o bisogni educativi speciali. Ci sono norme molto belle che prevedono la personaliz­zazione dell’insegnamen­to in base al l’alunno, ma insegnare in trenta modi diversi è difficile. È chiaro che non è una misura immediatam­ente realizzabi­le, ma si può iniziare. Ho inserito nel Milleproro­ghe l’obbligo di non avere più di 20 studenti in una classe in cui ci siano disabili, spero il Parlamento condivida. Un primo passo verso la totale abolizione delle classi pollaio, per cui serve tempo.

Che ostacoli vede?

La proposta è stata accolta in maniera trasversal­e, l’ostacolo principale riguarda le risorse per realizzarl­a così come l’avevo pensata. Però voglio essere ottimista, non si può ottenere tutto e subito, sarebbe sciocco crederlo.

Il suo predecesso­re si è dimesso perché non gliel’hanno date, le risorse...

Ha perso una occasione enorme, non tutti i giorni la vita ti dà la possibilit­à di essere ministro dell’Istruzione, di formare le generazion­i. Lo dico con rammarico. Se vuoi migliorare la scuola e dare una mano lo fai meglio da deputato o da ministro? Poi, governare un ministero significa avere concretezz­a, stare qui dalla mattina alla sera, all’inizio anche 20 ore al giorno. È fondamenta­le. Prima lavori, poi fai gli annunci, se c’è qualcosa da annunciare. La cosa positiva è che l’istruzione è stata portata al centro del dibattito.

Ma i soldi mancano, però... Stare qui ti permette di aprire tanti cassetti e vedere cosa è stato speso e cosa no. Lo sto facendo, ci sono molte risorse inutilizza­te e soldi dell’Ue che tornano indietro. Formeremo il personale e i docenti per farlo.

A quanto ammontano queste risorse?

Non lo sappiamo ancora. Appena ultimerò i conti, lo dirò. È chiaro che serviranno maggiori risorse, non lo nascondo. So però che prima di volere cose in più, bisogna vedere quello che hai e come lo spendi. Poi si cerca il resto. Altrimenti si è facilmente attaccabil­i. Ma sono anche fiduciosa che questo governo investirà sull’istruzione.

Sa che ci sono ancora proteste da parte dei maestri diplomati “licenziati” dopo la sentenza del Consiglio di Stato?

Sì. Già nel decreto Dignità avevamo previsto un concorso straordina­rio. Chi l’ha fatto è entrato in graduatori­a e la maggior parte è passata di ruolo. Chi non aveva i requisiti potrà partecipar­e a quello ordinario per la primaria che spero di bandire a febbraio. Inoltre avrebbero potuto fare anche quello del 2016. Insomma, tre concorsi in quattro anni credo siano abbastanza.

E sulle intramonta­bili Graduatori­e a esauriment­o in cui da anni sono i docenti abilitati?

Resteranno chiuse, si chiamano così per un motivo. Il mio obiettivo è assumere le persone, non farle entrare in una graduatori­a e chissà quando verranno assunte. Per velocizzar­e il tutto faremo una call regionale.

Cioè?

Per i posti rimasti scoperti e senza docenti di ruolo, cosa che accade soprattutt­o al Nord, gli uffici scolastici regionali faranno una call veloce e saranno messi a bando in pochi giorni. Sarà volontario, non ci sarà un obbligo. Ricorda l’autonomia scolastica di Bussetti...

Nulla a che fare. Chi andrà in quella regione resterà dipendente dello Stato italiano. Ieri i sindacati hanno annunciato mobilitazi­oni. Che succede?

So solo che i bandi per assumere gli insegnanti sono praticamen­te pronti. Quello di ieri era un tavolo tecnico in cui avevamo accolto gran parte delle richieste. Ho letto con sorpresa della minaccia di mobilitazi­one.

È stata accusata di aver copiato la tesi di fine corso della Ssis, la scuola per l’abilitazio­ne all’insegnamen­to. È vero?

Non ho copiato. Quelle erano definizion­i mediche e aspetto ancora delle scuse. Ho ricevuto centinaia di messaggi da chi ha fatto la Ssis. Chi ha esagerato, su questa vicenda, ne risponderà nelle forme e nei modi previsti dalla legge. Quello delle scuole per le abilitazio­ni è una questione annosa per la formazione. Voglio cambiare l’iter: lauree triennali uguali per tutti, ma laurea specialist­ica abilitante per l’insegnamen­to. Gli universita­ri potranno scegliere da giovani di fare l’insegnante come per tutte le altre profession­i. Ci lavoreremo con il ministero dell’Università.

SULL’EX MINISTRO FIORAMONTI

Se vuoi migliorare la scuola e dare una mano lo fai meglio da deputato o da ministro? Prima lavori, poi fai gli annunci

LE ABILITAZIO­NI PER INSEGNARE

Voglio cambiare l’iter: serve una laurea specialist­ica abilitante per l’insegnamen­to Gli studenti potranno scegliere da giovani di fare l’insegnante

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Ansa Ex deputata La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina (M5S), nominata dopo le dimissioni di Fioramonti
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