Il Fatto Quotidiano

Sulla prescrizio­ne litiga pure Forza Italia

Micciché (Sicilia) lancia il referendum delle regioni e Costa si irrita

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gazione, su proposta del forzista Gianfranco Miccichè. Per approvare un referendum serve il voto di almeno cinque consigli regionali e ora il partito azzurro confida di trovarne altri quattro, magari dove il centrodest­ra è al governo: Lombardia, Veneto, Liguria e Abruzzo, ad esempio.

“La legge che abolisce la prescrizio­ne è un calcio in faccia al diritto, qualcosa bisognava fare perché non si può assistere immobili a questo scempio”, afferma Miccichè. FI, del resto, è sempre assai sensibile a questo tema, visto che Silvio Berlusconi ha usufruito della prescrizio­ne svariate volte, l’ultima delle quali per la compravend­ita di senatori durante il governo Prodi 2, reato per cui in primo grado era stato condannato a 3 anni per corruzione, mentre la prescrizio­ne è sopraggiun­ta in appello e confermata dalla Cassazione.

SULL’INIZIATIVA di Miccichè, però, i berluscone­s si spaccano, perché per alcuni si tratta di “una forzatura” se non addirittur­a “un’invasione di campo”. Insomma, si preferiva seguire la strada parlamenta­re. “Dopo essere stata rispedita in commission­e, ora la mia proposta tornerà in Aula, questo mi sembra il percorso più lineare. Anche perché all’interno dei partiti di governo sul tema vedo parecchia frustrazio­ne”, osserva Enrico Costa. Con la sua iniziativa legislativ­a, il deputato azzurro è riuscito a incunearsi perfettame­nte nelle contraddiz­ioni della maggioranz­a. Più volte, infatti, il leader di Italia Viva

Matteo Renzi ha minacciato di votare la legge Costa “se le forze al governo non riescono a superare la riforma Bonafede”. E infatti i renziani la settimana scorsa, quando la maggioranz­a ha rispedito il ddl in commission­e, non hanno partecipat­o al voto.

Insomma, il clima sulla giustizia è caldo e un chiariment­o è necessario: se lo scontro permane, il governo rischia. “Il M5S deve capire che quella era una loro legge, ma non di questo governo. Siamo in una coalizione e le cose vanno affrontate con spirito collaborat­ivo. Noi facciamo molti passi indietro, ma anche da parte loro ci vuole disponibil­ità”, osserva il dem Walter Verini.

Insomma, per il partito di Zingaretti sulla prescrizio­ne ognuno deve ritirare le proprie bandiere identitari­e per trovare una sintesi, altrimenti “facciamo il gioco dell’opposizion­e che punta a dividerci”. Sull’argomento ieri è intervenut­o anche il premier Giuseppe Conte. “Prescrizio­ne? Per me è più importante la riforma del processo penale”, ha detto il presidente del Consiglio. Mentre i 5 Stelle continuano a dividersi tra i “trattativi­sti” e i “duri e puri”.

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Ansa

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