“Davigo è un nostro avversario, ma il bavaglio è inaccettabile”
Davide Steccanella Il legale di Cesare Battisti sul veto al pm degli avvocati milanesi: “Condivido le critiche, non le censure”
L’avvocato Davide Steccanella è noto per i suoi libri ( Gli S fi or at i è l’ul ti mo romanzo pubblicato per Bietti) e non condivide le posizioni di Piercamillo Davigo sulla giustizia. Ma è perplesso sulla richiesta della Camera penale di Milano al Consiglio superiore della magistratura di non mandare il magistrato di Mani Pulite, ora membro del Csm, a inaugurare l’anno giudiziario a Milano.
“Premetto che condivido
in toto l’ultimo comunicato della Camera penale milanese”, dice Steccanella, “laddove stigmatizza il fatto che ‘un componente del Csm abbia pubblicamente affermato che gli avvocati sono sostanzialmente dei venduti, che per una parcella in più fanno scelte processuali inutili per i clienti e che dovrebbero pagare personalmente per poter esercitare il diritto di impugnazione del proprio assistito, così la smetterebbero con bieche tattiche dilatorie come impugnare una sentenza di condanna’. E anche io ritengo che ‘quelle affermazioni offensive dell’in te ra avvocatura abbiano screditato una figura essenziale per il corretto funzionamento dell’intero procedimento’. Io stesso avevo commentato negativamente in un articolo sul sito G i us t iz i am i l’intervista del dottor Davigo perché contribuiva a rafforzare nell’opinione pubblica l’idea ‘che sarebbe auspicabile che i processi venissero fatti senza l’intralcio degli avvocati’, con l’effetto di ‘avere inculcato nei cittadini l’immagine di un processo farsa, se non si conclude con la condanna, e che il lavoro di chi è chiamato a far rispettare le leggi nell’interesse del proprio cliente sia non solo inutile, ma addirittura dannoso per la collettività’. Anche la recente riforma della prescrizione è stata fatta passare, al di là del merito, come il rimedio agli intralci creati da avvocati prezzolati che hanno interesse a che il proprio cliente la faccia franca, e questo francamente l’ho trovata una propaganda inaccettabile oltre che incivile e avvilente”.
CONTINUA Steccanella: “Ciò posto, non ritenevo e non ritengo che sia una questione ‘personale’ di questo o quel singolo magistrato, ma un problema più delicato di cultura giuridica che dovrebbe recuperare quei principi cardine sui quali si è sempre fondato il nostro sistema penale, come la presunzione d’innocenza e l’eccezionalità della privazione della libertà personale prima di una condanna definitiva, concetti che paiono da troppo tempo passati di moda. In questo senso comprendo il significato della richiesta della camera penale, ma trovo altrettanto legittima la scelta da parte del Csm di inviare chi vuole a quella che è pur sempre una ‘parata’, nel senso etimologico del termine. Però devo dire che non mi è piaciuta neppure la risposta di ‘irricevibilità’ da parte del Csm, dove mi è parso di cogliere un certo senso di lesa maestà che certamente non aiuta a rasserenare gli animi già tesi.
Creare un Palazzo di giustizia diviso tra due tifoserie dove da una parte ci sarebbero i ‘ buo ni’ e dall’altra i ‘cattivi’ non giova a nessuno e tanto meno alla credibilità del sistema, perché le sentenze dovrebbero essere pronunciate in nome del popolo italiano e non di una delle due parti in contesa”.
Legittima la scelta del Csm di inviare chi vuole a quella che è pur sempre una “parata”, nel senso etimologico del termine
Creare un Palazzo di giustizia diviso in due, dove da una parte ci sarebbero i ‘buoni’ e dall’altra i ‘cattivi’ non giova a nessuno