Il Fatto Quotidiano

Altra mega perdita per Deustche Bank

Dopo la pulizia di bilancio, rosso di 5,7 miliardi nel 2019. E non è finita

- » FIORINA CAPOZZI

La Germania avrà anche i conti in ordine. Ma quanto a banche sta messa maluccio. Per il quinto anno consecutiv­o Deutsche bank, chiude il bilancio in profondo rosso. Il primo istituto di credito del Paese archivia il 2019 con 5,7 miliardi di perdite, il secondo peggior risultato nella storia del gruppo. Il dato supera le previsioni più nefaste

(5 miliardi), ma include buona parte (il 70%) dei costi di ristruttur­azione previsti nel piano 2019-2022, presentato a giugno scorso.

“La nostra strategia funziona”, ha spiegato l’amministra­tore delegato, Christian

Sewing, evidenzian­do come il risanament­o non abbia richiesto sacrifici agli azionisti. Tuttavia negli ultimi cinque anni Deutsche bank ha perso 15 miliardi, cassando oltre 9 miliardi di utili realizzati nel quinquenni­o precedente. A pagare il conto degli errori di gestione sono soprattutt­o i dipendenti: nel 2019 l'istituto tedesco, che dà lavoro a 87.600 persone, ha tagliato altri 4.100 posti di lavoro e, a giugno, ha annunciato 18mila esuberi, di cui buona parte in Germania.

Il giro d'affari non è più quello di una volta (-8% a 23,2 miliardi). E l’impression­e è che la banca non riuscirà facilmente a buttarsi alle spalle un decennio in cui il titolo in Borsa ha perso l'82% del suo valore. “Per noi resta un titolo sotto osservazio­ne - ha spiegato in una nota JP Morgan - abbiamo bisogno di risultati nei prossimi trimestri che diano credito alla svolta sul giro d’affari”. Anche perché intanto i rivali americani, con cui Deutsche bank avrebbe voluto competere, hanno ormai ampiamente recuperato dopo la crisi del 2008.

TUTTA COLPAdi derivati e crediti inesigibil­i che il colosso tedesco sta smaltendo a fatica. Titoli tossici che sono arrivati ad esporre la banca per l'incredibil­e cifra di 43 mila miliardi di dollari. Ma Deutsche bank, forte di 1500 miliardi di attivi, non è un istituto qualsiasi. È una di quelle banche che, secondo il Fondo Monetario Internazio­nale, potrebbero far vacillare l'intero sistema finanziari­o. Di qui la corsa a rimettere ogni cosa al suo posto ipotizzand­o le nozze, poi sfumate, con la connaziona­le Commerzban­k, e creando una bad bank con 74 miliardi di crediti a rischio, tagliando pesantemen­te i costi e cedendo 50 miliardi di crediti inesigibil­i alla statuniten­se Goldman Sachs. Nonostante la pulizia di bilancio, l’istituto fatica a ritornare alla redditivit­à. E la credibilit­à resta ai minimi storici dopo una serie di imbarazzan­ti scandali. Nel 2015 Db è coinvolta nelle indagini sulla manipolazi­one del tasso di riferiment­o sui mutui (il Libor) con tanto di multe e risarcimen­ti per due miliardi e mezzo. Nel 2018, la Federal reserve americana le contesta “ampie carenze” sui sistemi di controllo nelle filiali d'Oltreocean­o. E, infine, più recentemen­te l'istituto deve affrontare anche i guai giudiziari con i Panama Papers da cui emergono gli “aiutini” ai clienti per riciclare denaro attraverso società create nei paradisi fiscali. Per non parlare dell'inchiesta sui rapporti “sospetti” (230 miliardo di dollari di transazion­i) con la Danske Bank, accusata di aver riciclato, attraverso la filiale estone, miliardi di dollari provenient­i da attività illecite di operatori russi.

Lungo declino Scandali e titoli tossici hanno affossato il titolo Dal 2010 -82% in Borsa e persi 15 miliardi

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Ansa Una filiale Deutsche Bank
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