Vale Rossi La Yamaha non fa beneficenza, ma c’è modo e modo di cacciare un mito
Tutto mi separa dalle idee politiche di Giorgia Meloni, ma voglio esprimerle la mia totale solidarietà come donna vittima di uno stalker. Ogni forma di violenza mi riguarda, tanto più quella perpetrata da prepotenti maschi frustrati contro donne libere, prima di ogni considerazione sul loro pensiero o status sociale. Vorrei solo che la stessa attenzione rivolta alla tutela della Meloni, fosse garantita alle tante donne anonime, vittime delle stesse o maggiori aggressioni, ma sottovalutate fino al verificarsi di episodi estremi, spesso culminanti nella loro uccisione.
La chiusura delle edicole rende più poveri i quartieri
Quanta tristezza nel vedere un’altra edicola chiusa. Una tristezza che si aggiunge per le tante librerie costrette ad abbassare la serranda. Purtroppo è la realtà delle nuove tecnologie che trasforma, giorno dopo giorno, interessi e abitudini, anche se sono convinto che il fascino del cartaceo (libri e giornali) sia tutt’altra cosa. Devo però riconoscere che il veloce evolversi di ogni tipo di comunicazione online, piano piano, avrà la meglio.
È un bene? È un male?
Non giudico, ma sono consapevole che il mondo sta cambiando. Tutto ciò però non elimina la tristezza che mi assale quando vedo una libreria o un’edicola costretta a chiudere. Si fa più povera la strada, il quartiere, la città. Quando un’edicola chiude è come una bella favola che finisce e ti rendi conto che aumenta sempre di più il numero di coloro che non possono più vivere “felici e contenti”.
Nuovi scenari politici, sta tornando la restaurazione
È in atto una nuova restaurazione. I segni sono ovunque. Il Pd che, dopo aver votato le leggi proposte dal Movimento 5 Stelle, fa un passo indietro e tenta di rimettere le cose come stavano prima; Renzi che
CARA REDAZIONE, vi scrivo con estremo rammarico, da fan di Valentino Rossi, a cui la Yamaha sembra aver preferito il giovane talento francese Fabio Quartararo; ignorando le ragioni che hanno indotto l’azienda giapponese a una decisione così sconvolgente per gli equilibri della Moto Gp, chiedo a voi: siamo davvero giunti al termine dell’era “The Doctor 46”?
GENTILE ANNA, il 16 febbraio Valentino Rossi compirà 41 anni. Uno in meno di Buffon, due in più di Ibrahimovic, insomma l’età dei carismatici Grandi Vecchi dello sport che non si arrendono all’incalzare dell’anagrafe e continuano a entusiasmare i loro tifosi, per il semplice fatto che sono ancora lì, adorati totem in pista o sul campo. Purtroppo, imboccare i viali del tramonto è triste. Per tutti. Per chi ama i fuoriclasse. Per gli stessi campioni che resistono all’inevitabile declino, con l’esperienza e la capacità di gestire al meglio le proprie risorse psicofisiche. Tra Valentino e la Yamaha da mesi c’era malessere. La concorrenza della vincente Honda ha dettato il prepensionamento di Rossi. La Yamaha è un’azienda, non un ente di beneficenza. E Valentino è un professionista, oltre che un valente manager. Conosce le feroci logiche del mercato e il Motomondiale ne è la vetrina. È inoltre reduce da una deludente stagione, chiusa al settimo posto in classifica generale, senza un successo, con due secondi posti in Argentina e in Texas, inanellando persino tre ritiri consecutivi. Però c’è modo e modo di cacciare una leggenda e un’icona delle due ruote. La Yamaha aveva chiesto all’inizio dell’anno a Valentino di prendere una decisione sul suo futuro: nel 2021 resti o ti ritiri? “Ho bisogno di tempo, non voglio affrettare alcuna decisione”. Il tempo non gliel’hanno dato. È arrivato invece il benvuol rifare il suo tentativo ultraliberista di distruzione dello Stato democratico, le plebi che votano Lega, i media tesi nella rievocazione trionfalistica di Craxi, l’Ue che ha ricominciato a chiedere la distruzione dello stato sociale e l’allungamento di altri due anni dell’età pensionabile, la disfatta del Movimento 5 Stelle che aveva promesso un mondo nuovo, arrivando persino a mostrare tentazioni filopidine, come se avessero dimenticato gli scempi che il Pd è stato capace di servito, la prossima stagione, se vuoi, corri ma con moto non ufficiali. Da “cliente”. Offensivo, nel caso di Rossi, il centauro più amato nel mondo, capace di trascinare folle nei Moto Gp. Ha vinto 9 Mondiali, in tutte le classi, unico a esserci riuscito sinora. Ha gareggiato in 403 Gran Premi, vincendone 115. Ha staccato 65 pole position e ottenuto 96 giri più veloci. Per la Yamaha, solo un onere, non un onore “The Doctor 46”. Preferisce Quartararo, che è di origini italiane, ma questo non ci consola. Valentino ha reagito con orgoglio. Intende “continuare la mia carriera come pilota di Moto Gp anche nel 2021, ed essere competitivo quest’anno”. Cavoli amari per gli avversari. A cominciare dalla Yamaha. fare; Salvini che pretende il maggioritario e calpesta i diritti delle persone, i media ormai schierati a senso unico che oscurano fatti e persone, i corrotti che rialzano la testa e difendono il loro diritto a delinquere, gli elettori che si arrendono ai vecchi padroni senza più combattere, la Calabria che torna a votare mafia, persino le piazze delle Sardine che usano in modo spregiativo termini come populista e sovranista e chiedono censure antidemocratiche sui social. Tutto questo non fa presagire nulla di buono.
La cremazione è una pratica degna di un Paese civile
I nostri cimiteri sono sempre più “pieni”. Le aree cimiteriali comunali, un po’ tutto lungo la penisola, presentano insufficienza di spazi per le sepolture rispetto al fabbisogno previsto. In molti casi non si provvede a nuove costruzioni di edifici o loculi destinati alle sepoltu
Deve essere proprio vero che il mondo va al contrario. L’anno scorso il rapporto deficit/Pil italiano era al 2,04%, il debito pubblico a 132 miliardi di euro, e pareva l’apocalisse. Oggi il rapporto deficit/Pil è al 2,4% e il debito pubblico è salito di 3 miliardi a 135, mica bruscolini, e la produzione industriale langue, ma tutto tace a Bruxelles, tutto è tranquillo e lo spread è a 133. E metteteci pure il Coronavirus cinese che sta falcidiando i Pil mondiali. Allora ci prendevano in giro ieri o lo fanno oggi?
Il fatto è che il mondo ormai vive di paure, instillate ad arte come fa comodo ai poteri forti: la paura dello spread, delle elezioni, del cambio di governo, della pandemia, della denatalità, di Salvini, della fine della prescrizione, della trappola della liquidità, dei migranti, della Brexit, dei turbodiesel, cioè la paura di cambiare qualcosa nel nostro modo di vivere, mentre delle uniche paure che dovrebbero preoccupare, come la fame, la povertà, la violenza, la mancanza di cultura e di buona sanità, la delinquenza, le mafie, la corruzione, il 5G forse cancerogeno, i social network invasivi, non frega nulla a nessuno.