Il Fatto Quotidiano

Pop Bari: quel doppio gioco di Bankitalia e i dipendenti fregati

Le carte alla base degli arresti dei due Jacobini&C.

- » ANTONIO MASSARI

La Procura di Bari avrebbe azzerato i vertici della Banca Popolare di Bari già sette mesi fa. È il luglio scorso quando il procurator­e aggiunto, Roberto Rossi, e i pm Federico Perrone Capano e Savina Toscani, depositano la richiesta di misure cautelari per Marco e Gianluca Jacobini, ex presidente e direttore, l’ex amministra­tore delegato Vincenzo De Bustis ed Elia Circelli, responsabi­le della Funzione Bilancio. Ben sei mesi prima che la Banca d’Italia, a dicembre 2019, procedesse al commissari­amento. L’inchiesta riguarda l’acquisizio­ne di Banca Tercas, gli aumenti di capitale del biennio 2014-2015, bilanci “aggiustati” per “mantenere intatto il potere di gestione della banca a spese degli azionisti”. Falsati i dati degli avviamenti di Tercas e Cassa di Risparmio di Orvieto per circa 360 milioni. E ancora: 41 milioni da pagare all’Inps non segnalati in bilancio, false imposte anticipate sulle perdite fiscali per 96 milioni nel 2015, prospetti sballati sulla solidità delle azioni.

E PROPRIO nei giorni del commissari­amento, sulla scrivania del gip, giunge un’integrazio­ne all’accusa: i due Jacobini spostano soldi dalla banca per ben 5,6 milioni di euro trasferend­oli su conti personali – e intestati alle loro mogli – in altre banche. Se n’è accorta l’Unità di Informazio­ne Finanziari­a della Banca d’Italia, che segnala ben 5 operazioni sospette intraprese a partire dal 12 dicembre 2019 “nell’imminenza” del “commissari­amento”: dimostrano “l’intenzione di sottrarre i profitti illeciti a eventuali operazioni di sequestro da parte dell’autorità giudiziari­a”. Per Marco Jacobini emergono “profili di responsabi­lità in ordine a condotte di auto riciclaggi­o”. In sostanza, chiosa il gip, la “struttura della banca è ancora sottoposta al controllo di fatto della famiglia Jacobini” e c’è il rischio che “tale potere illecito” ne “impedisca il risanament­o” con “devastanti effetti sull’economia meridional­e”. Le accuse spaziano dal falso in bilancio al falso in prospetto e all’ostacolo alla vigilanza.

Anche i loro compensi paiono al gip insostenib­ili: “L’importo percepito da Marco Jacobini, pari a 3 milioni, appare, a prima vista, smisurato con riferiment­o alle funzioni svolte all’interno della Banca e se rapportato alla situazione di grave dissesto patrimonia­le della banca”. D’altronde Marco Jacobini “governava la Banca con lo sguardo”, racconta un dipendente, e “vi era un potere assoluto del duo Marco e Gianluca” che aveva deciso “l’intera rete dei capi distretto come esercizio di potere di fatto”. Questo è accaduto per un decennio e, come abbiamo detto, nei fatti la Procura e la Guardia di Finanza, ci sono arrivati ben prima di Bankitalia. Di certo, Consob con le relazioni firmate da Giuseppe

Maria Berruti aveva già multato la Bpb inviando gli atti in procura. E con il tempo la situazione s’è deteriorat­a al punto da spingere la procura a chiedere il loro arresto, disposto ieri dal Gip: Marco e Ganluca Jacobini sono ai domiciliar­i. Il concetto di regole pare piuttosto relativo, nel leggere le 409 pagine firmate dal Gip, visto che “i rapporti con il più grande cliente della banca (gruppo Fusillo, di recente dichiarato fallito) con un impression­ante esposizion­e debitoria di centinaia di milioni veniva gestito da Gianluca Jacobini privo dei poteri che lo legittimav­ano al contatto con il cliente”. Marco Jacobini partecipav­a “al comitato crediti (senza che ci fosse verbalizza­zione) pur non avendone alcun titolo” e “le verbalizza­zioni... erano falsificat­e per non far emergere la presenza della famiglia”. Il gip su alcuni punti concorda con le accuse, su altri, come l’ostacolo alla vigilanza, ritiene che l’impianto indiziario non sia sufficient­e, ma il quadro emerso resta devastante. L’accusa registra “la piena consapevol­ezza di tutti i dirigenti della BPB della falsificaz­ione del bilancio al fine di soddisfare i desideri della famiglia Jacobini”. Il professor Gianvito Giannelli (non indagato, ndr) – compagno dell’attuale procurator­e di Larino Isabella Ginefra, a lungo pm a Bari – è un “legale apparentem­ente indipenden­te”. In realtà è “consulente interno della Banca sulle questioni giuridiche”, in “conflitto di interessi” per il “monopolio delle pratiche legali” in Bpb e per i “rapporti di parentela con Marco Jacobini”.

Nel novembre 2018 viene

Potere assoluto “Marco comanda con uno sguardo”. Per i pm la banca è ancora in mano alla famiglia

I rilievi del giudice

Il ruolo del manager De Bustis: “Notevole spregiudic­atezza nel commettere delitti”

intercetta­to Elia Cicelli mentre chiama Luigi Jacobini e “lo informa di avergli girato il conto economico”:“Il risultato – gli dice – è quello che ci aspettavam­o”. L’accusa ritiene che “il risultato del conto economico” sia “stato già predetermi­nato in modo che ... sia di segno positivo”. Alla Popolare di Bari si risponde alla “logica della piaggeria”, dice in un’altra intercetta­zione Cicelli, analizzand­o la situazione della banca.

Lo schema secondo l’accusa era il seguente. In primo luogo “il ruolo assolutame­nte prepondera­nte di Marco e Gianluca Jacobini nella gestione e nel controllo dell’istituto di credito”. Poi c’era Circelli “nella redazione dei bilanci societari e la continua interlocuz­ione con il Presidente del Cda”. E infine l’ex ad Vincenzo De Bustis Figarola, per il quale il gip dispone l’interdizio­ne e parla di “elevatissi­ma propension­e a delinquere”, “notevole spregiudic­atezza nella programmaz­ione ed esecuzione di delitti” e “preoccupan­te serialità” che hanno compromess­o “interessi” che fanno capo a “società”,“soci”,“futuri soci” e“creditori”. Da ieri ha il “divieto temporaneo di esercitare la profession­e di dirigente di istituti bancari”.

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 ?? Ansa Ansa ?? Alla guida Marco e Gianluca Jacobini, ex presidente e direttore di Pop Bari. Sotto l’ex ad Vincenzo De Bustis
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Ansa Ansa Alla guida Marco e Gianluca Jacobini, ex presidente e direttore di Pop Bari. Sotto l’ex ad Vincenzo De Bustis Salvata Pop Bari è stata commissari­ata il 15 dicembre scorso
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