Il Fatto Quotidiano

“Vedo voglia di restaurazi­one anche sui poveri e sul lavoro”

DomenicoDe­Masi “La restaurazi­one punta alle misure economiche dei 5 Stelle”

- » SILVIA TRUZZI

Scampato pericolo. Ma siamo sicuri? Domenico De Masi, sociologo del lavoro e professore emerito alla Sapienza, ne è moderatame­nte sicuro: “In Emilia Romagna sono capitati alcuni benedetti imprevisti, come le Sardine, che hanno dato una mano preziosa per sconfigger­e Salvini. Ci hanno salvato da un pericolo a cui Luigi Di Maio, con la decisione di presentare un candidato 5stelle, ci aveva esposti. Per fortuna il voto disgiunto ha contribuit­o a questo risultato, altrimenti oggi saremmo in mano a Salvini. Ovvio raccomanda­re che questo scampato pericolo non deve farci abbassare la guardia”.

Professore, sospiro di sollievo a parte, vede segnali reazionari come si diceva una volta?

Altan direbbe: “Mi sorprende questa svolta autoritari­a: debbo essermi perso la spinta progressis­ta!”. Ci sono espliciti segnali reazionari nel mondo del lavoro e nella lotta alla povertà. Con i 5 Stelle in difficoltà si vorrebbe mettere in discussion­e quel che di buono hanno fatto. Penso soprattutt­o al reddito di cittadinan­za e al decreto Dignità. Grazie ai quali quelle situazioni estreme che Ken Loach racconta nel suo terribile e bellissimo film Sorry, we missed you ambientato in Gran Bretagna, in Italia non sono più possibili. Quella flessibili­tà feroce che condanna il protagonis­ta a lavorare sempre, con ritmi spietati e senza tutela nemmeno in caso di malattia, qui non è più possibile. Stupisce che di questo nostro progresso sociale non si legga sui giornali e non si senta nei talk show. I 5Stelle hanno portato avanti una crociata sacrosanta, cioè distinguer­e i poveri dai proletari.

Il povero non è un lavoratore che deve ottenere un aumento salariale?

Sui 5 milioni di poveri assoluti rilevati un anno fa, il 60% non era in grado di lavorare perché invalido, minore o vecchio. Non c’è nessun rapporto tra la povertà e la ricchezza di un Paese. Gli Stati Uniti sono uno dei paesi più ricchi del mondo eppure hanno 30 milioni di poveri: questi sono cresciuti anche quando cresceva la ricchezza. Per salvare i poveri occorre una provvidenz­a statale urgente. Questa distinzion­e non l’aveva fatta la Dc, che si ispirava ai principi del cattolices­imo, non il Partito comunista che si rifaceva alla solidariet­à politica. Quella dei 5 Stelle è stata una nobile intuizione e una miracolosa realizzazi­one che poi nemmeno loro sono in grado di difendere.

Prima c’era il Rei, dicono. Ma i due provvedime­nti sono imparagona­bili! La legge istitutiva del Rei era un guazzabugl­io inapplicab­ile tanto è vero che, nei primi otto mesi, ne hanno beneficiat­o solo 980mila poveri percependo una media di 293 euro. Invece nei primi otto mesi del Reddito di cittadinan­za ben 2,5 milioni di poveri hanno ottenuto un sussidio medio di 520 euro. È vergognoso il parallelo scagliarsi di Renzi, Salvini contro questa misura di giustizia sociale.

Che pensa del tentativo di non far parlare Davigo all’inaugurazi­one dell’Anno Giudiziari­o?

Una vergogna. Figuriamoc­i se un magistrato specchiato come Piercamill­o Davigo non possa parlare e proprio nel tribunale di Milano! Certi disvalori purtroppo sopravvivo­no anche ai loro portavoce. Berlusconi è fuori dai giochi politici, ma la sua eredità, il berlusconi­smo, gli sopravvive. Stessa cosa sta succedendo con il salvinismo che, tra l’altro, è un erede dello stesso berlusconi­smo. Salvini ha deteriorat­o ulteriorme­nte la cultura degli italiani, con una rapidità spaventosa, imponendo le sue parole d’ordine e il suo stile rozzo, antitesi della raffinatez­za che il nostro paese ha affermato con il suo Made in Italy. Pensi a quella frase sui “pieni poteri”: era il sogno implicito di Berlusconi, ma Salvini l’ha reso esplicito pronuncian­dola con estrema naturalezz­a. Certi danni, nel discorso pubblico, sono incalcolab­ili. In queste settimane assistiamo a episodi di antisemiti­smo che erano inconcepib­ili anche solo due anni fa.

Le commemoraz­ioni di Craxi che effetto le hanno fatto? È il residuo di una vecchia politica. I miei studenti diciannove­nni non sanno nemmeno chi sia, è come per noi Crispi o Quintino Sella. La rimpatriat­a di Hammamet mi è parsa più un raduno degli alpini. Certo, se al governo ci fosse la destra ascolterem­mo un’altra musica. Io credo che gli anticorpi, rispetto al riaffaccia­rsi di una certa politica, ci siano. I guai sono altri.

La rimpatriat­a di Hammamet mi è parsa più un raduno degli alpini: i miei studenti nemmeno sanno chi era Craxi

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Ansa Domenico De Masi
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