Foa sceglie Bruchi, il Prix si fa sovranista
NomineIl presidente affida alla giornalista (per la prima volta non un interno Rai) la guida del premio
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Rai nulla avviene senza scossoni. Figuriamoci una nomina. Parliamo di quella di Annalisa Bruchi, che ieri il presidente Marcello Foa ha messo alla guida del Prix Italia, la manifestazione che ogni anno coinvolge le tv europee e internazionali, con premi alle migliori trasmissioni e format. Va a sostituire la precedente segretaria Karina Laterza, nominata dall’ex presidente Monica Maggioni. “È una nomina che spetta al presidente”, spiegano da Viale Mazzini. Le polemiche, però, non mancano. Innanzitutto perché Bruchi non è un’interna Rai. “È la prima volta dal 1971 che l’incarico viene affidato a un esterno. Parliamo di una carica importante, di una struttura con fondi e budget. Possibile che con tutti i dirigenti Rai senza incarico e lautamente pagati non ce ne fosse uno che andava bene per il Prix Italia?”, si chiede il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi, che ha annunciato un’interrogazione in Vigilanza.
BRUCHI, INFATTI, pur lavorando in Rai dal 1997 (ha iniziato con Giovanni Minoli) non è mai stata assunta. Moglie dell’ex deputato e fondatore di Forza Italia Mario Valducci, è una giornalista economica che ha sempre gravitato nell’orbita del centrodestra. Per un paio d’anni è stata accreditata anche come renziana, mentre ora sembra essere salita sul cavallo leghista. Dopo l’esperimento di Night Tabloid, ora il lunedì sera su Raidue conduce Povera Patria. Non da sola: al suo fianco ci sono le firme del Corriere, Aldo Cazzullo, e di Libero, Alessandro Giuli. Programma che è stato voluto e confezionato dall’ex direttore di rete Carlo Freccero, e che non va neanche male: in onda nella seconda serata del lunedì, sta intorno a una media del 3,5% di share. “Annalisa ha un curriculum di tutto rispetto: lavora in Rai da tanti anni, ha una laurea a Siena in Relazioni Internazionali e un master in Scienze Politiche. Non si capisce perché non dovrebbe essere chiamata al timone del Prix Italia, che sembra calzare a pennello su di lei”, dicono dalla presidenza della Rai. Il problema, però, è che ora in teoria non potrà più andare in video, a meno che non le venga concessa una deroga, cosa che probabilmente avverrà. “Devo tutto a Giovanni Minoli: con lui ho imparato l’artigianato della tv. Ma è stata importante anche l’esperienza che ho fatto a Mediaset con Maurizio Costanzo: lì ho capito come si fa a riconoscere le storie che funzionano in tv”, ha dichiarato in un’intervista. Nel 2018, in vista delle elezioni politiche, ha condotto anche Kronos, il tempo della scelta, insieme a Giancarlo Loquenzi: esperimento fallito di talk show di centrodestra.
MICHELE ANZALDI
Possibile che con tutti i dirigenti Rai senza incarico non ce ne fosse uno che andava bene per il Prix Italia?