Il Fatto Quotidiano

Salvini “molla” il Papeete: la Lega si fa istituzion­ale

Consiglio federale, ministri ombra per non spaventare più Ue, Usa e Chiesa

- » CARLO TECCE

Ai dirigenti leghisti in via Bellerio a Milano, in luogo sacro, di recente dissodato, tant’è che consiglio federale è terminolog­ia ormai impropria, più corretto riferire di segreteria o direttorio o comitato, Matteo Salvini ha annunciato una svolta epocale: vuole essere (apparire) un po’ meno Matteo Salvini. Un attimo, calma. Qui non si ripone l’armamentar­io di vocaboli spiacevoli né l’assortita collezione di felpette e paroloni, compresi i bacioni, ma Salvini ha capito che Salvini ha saturato il consenso che può ricavare con quel tipo di campagna elettorale che stimola la paura e spande l’odio.

PER PRIMA COSA, il capo ha ammesso che la Lega in provincia è tosta, mentre in città è moscia. Allora ha srotolato l’elenco del prossimo giro d’Italia che passa per i capoluoghi di regione. A proposito di regioni e soprattutt­o di regioni meridional­i, si tratta di Puglia e Campania, con prepotenza Salvini ha avvertito gli alleati che mal sopporta: non è che da Roma in giù i candidati governator­i li scegliete voi. No al campano Stefano Caldoro, no al pugliese Raffaele Fitto. Arrivenaio si occuperà di Agricoltur­a, Edoardo Rixi di Infrastrut­ture, Vannia Gava di Ambiente, Luca Coletto di Sanità.

A PARTE gli esteri, Salvini ha mancato le caselle più delicate: economia e giustizia. S’è preso altri giorni per riflettere. Però una riflession­e l’ha fatta o, come dire, l’ha condivisa: accantonat­a la propaganda sull’us ci ta dall’euro e constatata la feroce diffidenza di Bruxelles, per l’economia serve un nome moderato, anche se moderato è un’esp ressi one bandita da Salvini. Il principale indiziato è Massimo Garavaglia, ex viceminist­ro al Tesoro. E si fa notare che Garavaglia fu proposto per il ruolo di Commissari­o europeo per l’Italia alla vigilia del ribaltone del Papeete e da Bruxelles appresero l’intenzione del governo senza minacciare guerra a Roma. Siccome la Lega è monolitica

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per definizion­e, perché ha un capo che non viene contestato mai, però all’interno l’agitazione è perenne, Salvini pensa di spacchetta­re l’economia con Garavaglia in prima fila e altri con propension­i diverse. Per semplifica­re: i critici di Bruxelles in servizio permanente.

In conferenza stampa, rifilate in tasca i buoni propositi, Salvini ha ripreso a martellare perché sbraitare di qua e di là rientra nel suo repertorio classico. Funziona, fino a un certo punto. Al 32 per cento emiliano. Per Chigi non basta. E Salvini lo sa.

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