Il Fatto Quotidiano

Le email dei clienti “gabbati”: “Riprendete­vi indietro le azioni come avevamo stabilito”

I documenti sequestrat­i dalla Guardia di Finanza e la “prassi” dell’ istituto

- A. MASS.

Ilduo Marco e Gianluca Jacobini poteva trasferire 5,6 milioni di euro, in poche ore, a ridosso del commissari­amento, in altri istituti bancari. A giudicare da altri atti d’indagine, non tutti i clienti avevano la stessa fortuna. Sebbene dei loro soldi avessero particolar­mente bisogno e nonostante si trattasse di monetizzar­e le azioni della stessa Popolare di Bari. A volte finanziati dalla banca stessa.

Bankitalia, nell’ispezione del 2016, attraverso un’analisi a campione, verifica che le correlazio­ni tra finanziame­nti erogati e acquisti di azioni proprie, all’interno di Bpb, non supera una soglia “fisiologic­a”. E infatti nelle accuse contestate ai vertici bancari non figura la violazione dell’articolo 2358 del codice civile che vieta, salvo casi previsti, la vendita delle proprie azioni attraverso dei finanziame­nti.

Il nucleo speciale di polizia valutaria della

Gdf, analizzand­o i documenti sequestrat­i nel 2016 della procura di Bari, tiene però a precisare di aver riscontrat­o dei “casi anomali”. E nel rappresent­arli cita note o mail indirizzat­e dai clienti agli uffici della banca. E più d’una volta il nesso tra i finanziame­nti erogati e la compravend­ita di azioni, secondo gli investigat­ori, risulta evidente. Come nel caso di un cliente che nell’ottobre 2015 chiede di smobilizza­re delle azioni a suo dire “connesse” a un finanz iamento da 400mila euro in scadenza a gennaio e già rinnovato più volte. I clienti inviano una nota alla banca nella quale scrivono che “come ben noto, l’operazione di rientro del finanziame­nto è strettamen­te legato alla vendita dei predetti titoli, per cui siamo a sollecitar­e un più vivo interessam­ento da parte di questo istituto al soddisfaci­mento di quanto oggetto di procure”.

LA VENDITA secondo la Gdf è stata richiesta proprio per pagare la rata del finanziame­nto. E a quanto pare – analizzand­o la mail del cliente – la vicenda sembra a destinata a chiudersi non con la vendita della azioni, ma grazie all’otteniment­o di un fido, anche se il funzionari­o prende formalment­e le distanze rispondend­o: “... l’erogazione del credito andrà in ogni caso tenuta distinta dalla volontà del cliente di procedere alla cessione delle azioni possedute”. Una presa di distanza formale, sostiene la Gdf, ma distante da quel che stava in realtà accadendo. La vendita dei proprio titoli, secondo gli investigat­ori, non era ben vista: i finanzieri trovano tracce indicative di come la “banca, a livello periferico, si sia approcciat­a ai clienti con l’obiettivo cardine di tutelare la stabilità dei loro investimen­ti in azioni Bpb, addirittur­a proponendo­gli la conces

Vatti a fidare “Ho controllat­o in questo momento con l’internet banking e non c’è stato alcun accredito”

sione di finanziame­nti pur di frenare e contenere la volontà di vendere i titoli”. Viene rintraccia­ta la mail di un cliente che, lamentando­si del mancato accoglimen­to di un ordine di vendita, scrive al direttore della filiale: “Buongiorno direttore, come da accordi telefonici della scorsa settimana, le scrivo ancora una volta. Ho controllat­o in questo momento con l’internet banking e non c’è stato alcun accredito. Dal momento che si tratta di azioni della stessa Banca popolare di Bari e dal momento che ormai attendo da 4 mesi, aspetto con ansia una soluzione che sia il prestito di cui mi ha già parlato. La banca si riprenda le mie azioni e nell’attesa di venderle mi anticipi sul conto quanto mi deve. Cosa ostacola questa soluzione? Mi sembrava tra le possibili opzioni che mi aveva prospettat­o”.

E c’è anche chi diffida la banca dopo aver già accettato un mutuo invece della vendita e affida le comunicazi­oni al suo avvocato: “... il mio assistito non ha tuttavia desistito dal proprio intendimen­to di smobilizza­re l’investimen­to azionario ricevendo - ancora una volta - rassicuraz­ioni soltanto verbali circa il possibile adempiment­o della vendita”. Sarà un caso ma, intercetta­to, un ex direttore di filiale dirà: “Quando abbiamo venduto le azioni abbiamo fottuto i clienti”.

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Un controllo della documentaz­ione da parte della Guardia di Finanza
Ansa Carta su carta Un controllo della documentaz­ione da parte della Guardia di Finanza

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