Il Fatto Quotidiano

“I lavoratori agricoli immigrati sfruttati come in Zimbabwe”

Hilal Elver La relatrice Onu per il diritto all’alimentazi­one dopo il suo viaggio per l’Italia: “Livelli di povertà inaccettab­ili”

- » ROBERTA ZUNINI

“Solo in Zimbabwe ho visto una situazione peggiore di quella italiana”. Il giudizio di Hilal Elver, Relatrice Speciale dell’Onu per il diritto all’alimentazi­one, arriva al termine del suo tour di undici giorni nel nostro Paese.

Professore­ssa Elver, perché le Nazioni Unite hanno voluto analizzare anche l'Italia, tuttora una delle principali economie dell'Unione europea ? Perché l’Italia, pur essendo nota a livello mondiale per le sue industrie innovative, il vasto settore agricolo e una moderna capacità di produzione, presenta tuttavia un lato oscuro molto preoccupan­te.

Cosa intende?

A causa del complesso sistema alimentare italiano, i lavoratori e i piccoli produttori del settore agricolo si vedono schiacciat­i da un pesante fardello. Sulla scena internazio­nale l’Italia è un paese molto attivo nella promozione dei diritti umani, soprattutt­o per quanto riguarda il diritto all’alimentazi­one, ma questo non si rispecchia interament­e su scala nazionale. Durante la mia visita ho incontrato molte persone, tante di origini italiane, che dipendono da banchi alimentari e da enti di beneficenz­a per il loro prossimo pasto, migranti senza dimora e senza un alloggio sicuro dove trascorrer­e la notte, lavoratori agricoli sottoposti a orari di lavoro eccessivi in condizioni difficili e con stipendi bassi, che non permettono loro di far fronte ai bisogni fondamenta­li, lavoratori migranti privi di documenti e dunque relegati in un limbo, senza cioè accesso a lavori regolari o alla possibilit­à di prendere in affitto un posto dignitoso dove vivere e studenti le cui famiglie sono troppo povere per pagare i prezzi richiesti dalle mense scolastich­e. In quanto paese sviluppato, nonché terza economia in Europa, tali livelli di povertà e di insicurezz­a alimentare in Italia non sono accettabil­i. Il governo italiano dovrebbe comprender­e che la beneficenz­a in ambito alimentare non va confusa con il diritto all’alimentazi­one.

Cosa l’ha colpita più negativame­nte?

Che, da nord a sud, centinaia di migliaia di lavoratori coltivano la terra o si occupano del bestiame senza le adeguate tutele legali e sociali, con stipendi scarsi e convivendo con la costante minaccia di perdere il lavoro, di un rimpatrio coatto o di subire violenze fisiche e morali. I lavoratori stagionali e non stagionali spesso trovano nel sistema del caporalato l’unica possibilit­à di vendere la propria manodopera e di essere retribuiti. Attraverso la legge 199/2016 contro lo sfruttamen­to del lavoro, l’Italia ha esteso la portata della già esistente disposizio­ne contro il caporalato. Non le sembra una misura adeguata?

Da quanto letto e visto durante la mia visita, ritengo che la legge non sia sufficient­e a promuovere i diritti umani dei lavorati agricoli, italiani e stranieri.

Secondo lei, lo sfruttamen­to in ambito lavorativo è l’unico modo in cui l’illegalità si insinua all’interno del sistema alimentare italiano? Purtroppo no, vi sono anche altri aspetti inaccettab­ili tra cui l’abbandono in aree rurali di prodotti contaminat­i che vengono inceneriti o riversati nelle acque dei fiumi; mercati all’ingrosso in cui gli agricoltor­i sono costretti ad accettare prezzi talmente bassi da rischiare di compromett­ere il proprio sostentame­nto; acquisti di terreni con proventi da attività illegali; la presenza piuttosto diffusa di fertilizza­nti contraffat­ti e tossici che vengono importati o assemblati in Italia e spesso utilizzati da lavoratori senza le adeguate competenze e in mancanza di misure di sicurezza. Qual è il peccato originale che ha determinat­o la maggior parte dei problemi in questo ambito?

Se le ecomafie, a livello generale, sono una piaga vera e propria che va curata attraverso l’azione giudiziari­a e l’educazione scolastica, l’aumento esponenzia­le della grande distribuzi­one ha determinat­o un significat­ivo riassetto del settore alimentare, poiché le principali catene di distribuzi­one controllan­o la maggior parte del mercato agroalimen­tare, imponendo prezzi bassi, che i piccoli agricoltor­i non riescono a eguagliare. L’approvazio­ne nel 2018 del decreto Sicurezza e Immigrazio­ne, conosciuto come ‘decreto Salvini’, ha contribuit­o a suo avviso all’i ncremento dei problemi inerenti al diritto al l' al im en tazione ?

Sì, senza alcun dubbio. Il decreto, anzi i decreti hanno fatto aumentare il numero di lavoratori migranti privi di documenti, accelerand­o l’il legalizzaz­ione dei richiedent­i asilo e spronando ulteriorme­nte il lavoro irregolare senza alcuna protezione.

Ha constatato una forte disparitá tra Nord e Sud ?

Sì. Il Sud è in condizioni peggiori rispetto al Centro e al Nord del Paese.

Ho incontrato molte persone, tanti italiani che dipendono da banchi alimentari e da enti di beneficenz­a per il loro pasto

 ?? Olycom ?? Oro rosso Un bracciante in un campo di pomodori del Sud
Olycom Oro rosso Un bracciante in un campo di pomodori del Sud

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy