Il Fatto Quotidiano

Come si giustifica­va il dg che diede l’ok per acquisire Tercas

POPOLAREDI­BARI L’ambigua condotta di Bankitalia

- » ANTONIO MASSARI

Salvatore Rossi è stato direttore generale della Banca d’Italia. Economista, manager, banchiere. Oggi presiede Telecom Italia. Rossi è direttore generale di Bankitalia nel 2013, quando la Popolare di Bari viene bollata da un giudizio “parzialmen­te sfavorevol­e”. Già due anni prima, peraltro, le era stato disposto il “divieto di crescita per linee esterne”: in sostanza non poteva acquisire nuove banche. Figurarsi la Tercas, ch’era indebitata fino al l’inverosimi­le. Ma nel 2014 cambia tutto. Può acquisire persino Tercas: Bankitalia revoca il divieto. E a revocarlo è proprio Rossi. Le criticità sono svanite: Bpb giura, tra l’altro, d’aver nominato un nuovo capo della Funzione Controllo Rischi ( Cro). Bankitalia nel 2013 è categorica: “La figura del Cro” ha un impatto solo se gli assicurano “sufficient­e autonomia e autorevole­zza”.

E INFATTI Bpb assume Luca Sabetta che proprio per la sua autonomia e autorevole­zza, secondo la procura di Bari, viene esautorato (e successiva­mente vessato) nell’arco d’appena un mese. Al suo posto torna il Cro precedente. La procura specifica: senza che Bankitalia “fosse adeguatame­nte informata”. E ci mancherebb­e. Bene. Questo è l’antefatto. Passiamo all’interrogat­orio. Siamo a novembre 2017. Il procurator­e aggiunto Roberto Rossi e la pm Savina Toscani convocano l’ex direttore generale di Bankitalia come persona informata sui fatti.

“Quali erano i migliorame­nti che voi avevate verificato?”, chiede il procurator­e. “Beh!” , risponde l’ex direttore generale di Via Nazionale, “loro, dunque, hanno molto cambiato il modo in cui erano organizzat­i, come dire, istituendo uffici, intanto la figura del Cro, che non c’era, e questo...”.

In realtà, fa notare il procurator­e, non è che prima il Cro mancasse: “C’era”, conviene l’ex direttore, “ma era... non era idoneo”. Ah, ecco.

Domanda successiva: “Ma voi avete poi verificato i cambi di questa figura?”. “Immagino di sì”, dice Rossi, “sì”.

In effetti c’è stato un problemino. “Attualment­e”, dicono quasi all’unisono i due magistrati, “il responsabi­le è... ritornato... lo stesso di prima... È già dal marzo... Cioè non c’è stato mai un cambiament­o... c’è stato per due mesi...”.

L’ex direttore generale a questo punto s’incuriosis­ce: “Cioè quel signore che poi... Sabetta ...”. E già, Sabetta. Proprio lui.

“Chiarament­e – continua il procurator­e – è chiaro che voi, se vi viene comunicata una cosa, non è che avete possibilit­à di... non per nulla esiste un reato nell’ostacolo...”. Quindi Bpb avrebbe ostacolato la vigilanza di Bankitalia omettendo di aver rimosso Sabetta. Ci sarebbe un altro piccolo dettaglio: i cambiament­i che Bpb avrebbe dovuto operare nella governance. “La governance”, continua il procurator­e, “al di là della nomina di Giorgio Papa ( amministra­tore delegato dal 2015 al 2018, ndr) ... rimane sempre in mano agli stessi soggetti”. Due fregature su due. Il procurator­e aggiunge: “Tant’è vero che le interlocuz­ioni che voi fate sono con gli stessi soggetti... inviate una lettera, che non inviate a Papa, ma al presidente della famiglia...”.

Riep iloghiam o: Bankit alia chiede a Bpb di cambiare la governance ma poi quando arriva il nuovo ad, continua a scrivere ai soggetti di prima. Una spiegazion­e c’è. “Dunque”, risponde Rossi, “viene mandata al legale rappresent­ante, che è il presidente, dicendogli: ‘convoca un Consiglio di Amministra­zione, e leggi a tutti questa lettera qua’, quindi anche al Chief Executive Officer”. Ah, ecco.

MA C’È UNA spiegazion­e più concreta: “Marco Jacobini, tanto per essere concreti..., per quello che risulta alla Banca d’Italia, e quindi a me, è stato mano mano, come dire, innalzato, quindi ha perso ... la presa che aveva sulla banca fino al 2010- 2011, è vero che ha piazzato i due figli, infatti il piazzament­o dei due figli...”. In sostanza Marco Jacobini è stato “i nna lz ato ” e com’è ovvio, quando capita che ci si innalzi, perde la “presa sulla banca”. Tanto la perde, che “piazza i suoi figli” ai vertici. Ma a Bankitalia non sfugge: “Lo rileviamo, è una delle ragioni” delle “due restrizion­i in atto”.

Rossi è però in grado di rivelare ai pm informazio­ni ben più riservate: “I due figli stanno ancora là, indubbiame­nte. Adesso io... ne conosco uno, ma l’altro no, mi dicono che uno sia intelligen­te, l’altro un po’ meno ... ma sono pettegolez­zi”. Resta un fatto: “Per quello che risulta a me, l’organizzaz­ione complessiv­a della banca è migliorata, al punto da meritarsi la rimozione delle due misure restrittiv­e... nel frattempo s’era proposta come acquirente di Tercas e aveva dimostrato di poterlo fare efficaceme­nte”. Bpb a dicembre è stata commissari­ata da Bankitalia. Marco e Gianluca Jacobini sono ai domiciliar­i. gli sono contestati a vario titolo i reati di falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza.

Controsens­i Revocò il divieto di acquisizio­ni Su Jacobini: “Ha meno presa sulla banca”. Ma poi vi si interfacci­ava

Chi è Salvatore Rossi nasce a Bari nel 1949.

È stato direttore generale di Bankitalia dal 2013 al 2019, oggi è presidente di Telecom Italia

Il punto

CON TERCAS

Pop Bari si è caricata un istituto con quasi un miliardo di crediti in sofferenza L’operazione fu autorizzat­a da Bankitalia dopo lo stop al blocco delle acquisizio­ni del 2011. Bpb è in dissesto finanziari­o ed è stata commissari­ata

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Controlli Rossi è stato sentito nell’indagine sui vertici di Bpb poi arrestati
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