Il Fatto Quotidiano

Sanders momentum La campagna socialista toglie il sonno ai Dem

Il voto in Iowa Il senatore del Vermont è in testa nei sondaggi seguito di poco da Biden. I Democratic­i stanno cercando di bloccarlo: sperano che lo faccia Obama

- » SALVATORE CANNAVÒ

La paura fa Bernie Sanders. Tra i Democratic­i americani, alle prese con un impossibil­e impeachmen­t contro Donald Trump, il voto di domani sera in Iowa, primo stato in cui si svolgerann­o le primarie, potrebbe rappresent­are un incubo. Tanto che si parla di un possibile intervento dello stesso Barack Obamape r cercare di frenare l’avanzata del socialista Bernie.

Secondo il Wall Street Journal il senatore del Vermont sarebbe al 27% davanti all’ex vice di Obama, il moderato e un po’ noioso Joe Biden, con il 26%. Al terzo posto, 15%, la più dinamica Elisabeth Warren. In Iowa non si decide ancora nulla e il meccanismo delle primarie, fondato sull’antico “caucus”, permetterà fino all’ultimo di spostare gli indecisi.

IL VOTO NEL CAUCUS Il voto, infatti, non avviene con un semplice bollettino da depositare nel segreto dell’urna, ma con riunioni pubbliche in appositi luoghi (palestre, bibliotech­e, pub, chiese) in cui gli elettori si posizionan­o fisicament­e nel gruppo del proprio candidato formando degli alignement­s, allineamen­ti che indicano la quantità di voti ricevuti da ciascun candidato e durante i quali si possono far spostare, fisicament­e, gli indecisi. Per cui il vantaggio di Sanders può essere ancora insidiato. Se Warren, ad esempio, riuscisse ad attrarre i sostenitor­i di Amy Klobouchar o se Biden e Pete Buttigieg, entrambi moderati ma il secondo molto più seducente, dovessero reciprocam­ente attrarre i rispettivi voti, il risultato potrebbe essere rovesciato.

Sanders però è quello che fa il pieno ai comizi, fa aumentare il tasso di registrazi­oni alle primarie, continua ad affascinar­e i più giovani nonostante sia il bersaglio preferito dell’establishm­ent democratic­o. E la presenza, al suo fianco, della giovane stella della sinistra nordameric­ana, Alexandria Ocasio-Cortez, gli ha impresso nuova energia. Per questo il grosso del Partito democratic­o non solo lo teme, ma ha iniziato ad attaccarlo apertament­e.

Un post su Twitterdel giornalist­a e polemista Charles Gaspar ino ha fatto sapere che “fonti Dem che hanno parlato con Barack Obama dicono che l’ex presidente sia molto preoccupat­o per la crescita di Sanders nei sondaggi e sta consideran­do di rilasciare una dichiarazi­one pubblica”.

SE INTERVIENE OBAMA In molti lo sperano e infatti dal quartier generale dei Democratic­i, come nota una delle quinte colonne della campagna di Sanders, la rivista Jacobin, è partita una campagna concertata. Tre articoli pubblicati da testate come Nbc, As socia tedPr esse Po lit ico.com, h annodato ampi orisalto agli allarmi su Sanders. Gli articoli, nota Jacobin, sono tutti basati su un rapporto del think tank Third Way (la “terza via”, dalla strategia di Tony Blair e Bill Clinton) che ha ricevuto ampi contributi e coltiva solide relazioni con le corporatio­ns Usa a partire da colossi del mondo assicurati­vo come Humana.

INCUBO 1% Il messaggio è chiaro: Sanders alla Casa Bianca rappresent­erebbe un incubo per quell’1% del capitalism­o americano che ha prosperato anche negli anni più duri della crisi e che vuole mantenere un solido controllo sulle dinamiche politiche. Un altro chiaro segnale viene dal mondo democratic­o che guarda aMic ha el Bloomberg.

Steven Rattner, consiglier­e di Obama per la riconversi­one automobili­stica (sul cui salvataggi­o ha pubblicato il libro Overhaul) e oggi consulente finanziari­o dello stesso Bloomberg, ha una rubrica quotidiana su Msnbc, la tv via cavo fondata da Microsoft e Nbc. Tra i suoi ultimi commenti troviamo questo: “Più Bernie Sanders sale nei sondaggi più la gente si spaventa della sua candidatur­a per due ragioni. Primo, perché pensa che perderà. Secondo, perché pensano che vincendo implemente­rà il tipo di politiche molto lontane dal centro del Partito democratic­o. Per cui c’è un sacco di lavoro per cercare di affermare lo stop Bernie sebbene non sia stato ancora definito così”.

BLOOMBERG SI SCALDA Una tale posizione ovviamente punta alla possibile ascesa di Bloomberg che, al momento, sempre secondo il WSJ, si trova con il 9% dietro i primi tre. Ma Bloomberg si muoverà solo a marzo e per ora si è limitato a fare dei test investendo diversi milioni di dollari.

Sanders, invece, continua con la strategia dei micro-finanziame­nti che ne fanno il candidato con il maggior numero di sostenitor­i finanziari: finora 1,5 milioni di sottoscrit­ori hanno donato piccoli fondi, di cui 633.552 nel solo mese di gennaio. A chiedere i contributi direttamen­te per Sanders è anche Ocasio-Cortez che sta conducendo una campagna a tappeto per lui, così come il regista Michael Moore , icona della cinematogr­afia progressis­ta.

Sanders punta a un Medicare for all, a un Green New Deal, a eliminare i debiti studentesc­hi ed è il candidato più nettamente contrario alla guerra. I suoi consensi sommati con quelli della liberal Warren varrebbero circa il 40% e smentiscon­o netta

LE RILEVAZION­I DELL’ULTIMA SETTIMANA Secondo il Wall Street Journal, Bernie è al 27%, Biden al 26 e la Warren al 15 Bloomberg segue con il 9%

mente l’idea che la campagna elettorale contro Trump si vinca solo al centro, nel campo dei moderati e facendo l’occhiolino alla classe dei super-ricchi.

In Iowa non si decide ancora nulla, ma come ha scritto ieri Sanders, “il caucus è domani e dopo una settimana si vota in New Hampshire. E se andiamo bene in questi due primi stati, saremo in una buona posizione per vincere le primarie”. La paura fa Sanders, ma per molti americani più che la paura è la speranza.

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La deputata Dem Alexandria OcasioCort­ez e il regista Michael Moore sostengono Sanders
A pugni chiusi Sanders in uno dei suoi affollati comizi: qui è nel Queens, uno dei quartieri di New York
LaPresse Ansa Sostenitor­i La deputata Dem Alexandria OcasioCort­ez e il regista Michael Moore sostengono Sanders A pugni chiusi Sanders in uno dei suoi affollati comizi: qui è nel Queens, uno dei quartieri di New York
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