Abu Mazen rompe con Israele e Usa: “Ho il mio Piano”
Il leader palestinese sarà all’Onu l’11 febbraio: “Non passerò alla storia come l’uomo che ha venduto Gerusalemme”
“Una cosa è certa, non passerò alla Storia come l’uomo che ha venduto Gerusalemme”. Ha concluso così il suo intervento al vertice straordinario della Lega Araba al Cairo, il presidente palestinese Abu Mazen dove ha minacciato di sospendere la collaborazione sulla sicurezza con Israele. Uno scroscio di applausi dei ministri degli Esteri del Paesi Arabi ha fatto da cornice all’intervento del leader dell’Anp che ha respinto in blocco il Piano del presidente Usa Donald Trump. Anche se sulla sincerità degli applausi e delle strette di mano c’è da dubitare assai. La Lega ha ufficialmente respinto il
Piano definendolo “ingiusto” per i palestinesi, ed ha avvertito Israele di non agire unilateralmente, un riferimento chiaro all’intenzione del premier Netanyahu di procedere all’annessione di parte della Cisgiordania il prima possibile. Il presidente palestinese ha minacciato di tagliare i legami di sicurezza anche in passato, ma non sono seguite le azioni sul campo. Abu Mazen ha ribadito che i palestinesi sono impegnati a porre fine al controllo israeliano sulla Cisgiordania e istituire uno Stato con la sua capitale a Gerusalemme Est. Il leader dell’Anp ha affermato che i palestinesi non accetteranno gli Usa come unico mediatore in nessun negoziato con Israele, per questo andrà a Consiglio di sicurezza Onu per presentare un “piano alternativo” a quello americano: si parla dell’11 febbraio. La Casa Bianca aveva chiesto ai Paesi arabi amici di impedire una risoluzione della Lega araba contro il piano, ma almeno formalmente non c’è stato nessun effetto. Il segretario della Lega – l’egiziano Ahmed Aboul Gheit – ha affermato che la proposta ha rivelato una “brusca svolta” nella politica Usa sul conflitto israelo-palestinese.