Il Fatto Quotidiano

“Così ho visto le Br sparare a Bachelet”

Rosy Bindi A quarant’anni dall’assassinio del giurista a Roma, la sua allieva ricorda il momento in cui il commando brigatista sparò

- » SILVIA TRUZZI

“Nell'atrio della facoltà di Scienze politiche, in quell'angolo, accanto alla grande porta vetrata, c'è un lenzuolo di tela grossa, e sotto il lenzuolo qualcosa che da lontano sembra un fagotto o un animale abbattuto”. Sono le prime impression­i di Giampaolo Pansa, allora giornalist­a di R epubblica, mandato a raccontare l’ennesima giornata di sangue degli anni di piombo. È il 12 febbraio 1980, il giorno in cui viene freddato con sette colpi di pistola dai brigatisti Annalaura Braghetti e Bruno Seghetti il professor Vittorio Bachelet, 54 anni ancora da compiere. È il vicepresid­ente del Consiglio superiore della magistratu­ra, alla Sapienza insegna Diritto amministra­tivo. Accanto a lui, quando viene avvicinato dai killer, c’è una giovane assistente, Rosy Bindi, ex parlamenta­re ed ex ministro della Sanità. Oggi ha accettato di ricordare con noi il suo maestro, di cui ancora qualche volta parla al presente.

Perché le Br scelsero Bachelet?

Io credo che le Br abbiano perseguito il disegno di privare il Paese delle persone migliori, di coloro che per competenza, e rettitudin­e morale contribuiv­ano a rendere migliore quello Stato che loro volevano abbattere, a rendere migliore il rapporto tra i cittadini e le istituzion­i che volevano sovvertire. Di li a qualche anno scoppierà Tangentopo­li: nessuno dei protagonis­ti era stato sfiorato dalle Br. Vittorio Bachelet era il vicepresid­ente del Csm, e in quegli anni in cui la magistratu­ra era così esposta al terrorismo era riuscito a rasserenar­e i rapporti tra politica e magistratu­ra. In questi quarant’anni mi sono fatta l’idea che, consapevol­mente o no, le Br siano state lo strumento di poteri occulti dell’Italia di quegli anni, che approfitta­rono in quel passaggio in maniera esplicita anche del terrorismo nero e della mafia. Parti deviate dello stato e le massonerie deviate si servirono delle Br per ostacolare il progetto moroteo con l’assassinio di Moro e quella Sicilia delle carte in regola che costò la vita il 6 gennaio a Piersanti Mattarella. Bachelet era il vicepresid­ente del Csm che si adoperava per ricostruir­e gli equilibri costituzio­nali tra i poteri dello Stato.

Il progetto costituzio­nale non era ancora attuato completame­nte.

Bachelet non fa parte della generazion­e che scrive la Carta, ma di quella successiva che lavora alla sua applicazio­ne: l’amministra­zione era ancora organizzat­a attorno ai principi dello stato liberale e fascista. C’era molto da fare per attuare la Costituzio­ne affinchè l’amministra­zione fosse al servizio dei cittadini e non del potere. Nel 1980 furono uccisi Galli, Tobagi, Minervini. Tutte persone che praticavan­o, a diversi livelli della vita del Paese, il dialogo. È stato colpito chi lavorava per un progetto di democrazia compiuta. Le Br volevano u

DOPO ANNI DI RIFLESSION­E

“I terroristi, consapevol­mente o no, furono strumento dei poteri occulti che volevano sovvertire lo Stato”

IL VICE DEL CSM ERA L’OBIETTIVO “Sapeva di essere in pericolo, non voleva la scorta per non coinvolger­e altri. Fui io la prima a vedere Braghetti”

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Rosy Bindi e Vittorio Bachelet. A destra il presidente Sandro Pertini sul luogo dell’omicidio. Sotto il figlio Giovanni con la sorella Maria Grazia e la mamma Maria Teresa
Ansa I personaggi Rosy Bindi e Vittorio Bachelet. A destra il presidente Sandro Pertini sul luogo dell’omicidio. Sotto il figlio Giovanni con la sorella Maria Grazia e la mamma Maria Teresa
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