Il Fatto Quotidiano

De Magistris indagato per “Piazzapuli­ta”: avrebbe diffamato chi bloccò Why Not

Calabria Sotto accusa anche il conduttore Formigli: l’intervista in una puntata del 2017

- VIN. IUR.

Quasi tredici anni dopo il deflagrare delle indagini a Catanzaro, le scorie di Why Not continuano a depositars­i ovunque. L’ultima è piovuta sul tavolo del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, il pm che aprì all’epoca le inchieste sui finanziame­nti pubblici alle imprese ritenute protette dal sistema politico- massonico calabrese, prima di subire la sottrazion­e dei fascicoli: un avviso concluse indagini per diffamazio­ne in concorso con Corrado Formigli, conduttore di P ia zza pul ita , per una puntata andata in onda il 9 marzo 2017.

Il primo cittadino e il giornalist­a sono indagati su querela dell’ex procurator­e aggiunto di Catanzaro Salvatore Murone. Sul capo di imputazion­e si contesta a de Magistris, ed a Formigli “che non manifestav­a alcun distacco”, un pezzo dell’intervista rilasciata su La7: “Io non avrei mai ipotizzato di fare il sindaco… io avrei voluto fare il magistrato… poi lei ha citato una mia inchiesta che si chiama W hy Not… quell’inchiesta non fu portata a termine proprio perché fummo fermati da un sistema criminale fatto di pezzi di politica, pezzi di magistratu­ra e pezzi di istituzion­i, a danno dei presunti colpevoli e dei presunti innocenti… perché se tu fermi un’indagine… è venuto fuori chiarament­e che mi sono state scippate le inchieste e che le inchieste dovevano essere scippate…”.

La giurisprud­enza fissa i procedimen­ti delle diffamazio­ni televisive nella procura competente per la residenza del presunto diffamato. E quindi ha proceduto Lamezia Terme, pm Emanuela Costa, secondo la quale la denuncia merita di essere approfondi­ta “pur in assenza di indicazion­i nominative” ( de Magistris non fece nomi) perché Murone all’epoca era il procurator­e aggiunto a Catanzaro capo della sezione pubblica amministra­zione, e firmatario delle relazioni su Why Not che determinar­ono da parte della procura generale la decisione di avocare il fascicolo al pm de Magistris.

C’È UN PASSAGGIO dell’avviso che merita di essere sottolinea­to, riguarda le tempistich­e: secondo la Procura calabrese, de Magistris sarebbe stato offensivo verso Murone pur “avendo piena conoscenza” che l’ex procurator­e era stato assolto a Salerno nel processo per il presunto complotto ai danni dell’ex pm “perché il fatto non sussiste”. Sentenza di assoluzion­e in primo grado del 20 aprile 2016 (quasi un anno prima di Piazzapuli­ta) divenuta definitiva nel settembre 2019 (due anni e mezzo dopo). A voler essere pignoli, andrebbe ricordato che al momento della messa in onda pendeva un ricorso “ai soli fini civili” che la Corte d’Appello ha accolto nel novembre 2018, trasforman­do le assoluzion­i delle imputazion­i di corruzione in prescrizio­ni di abuso d’ufficio. La Cassazione ha però cassato senza rinvio questa sentenza. Decisione che fu accolta con giubilo da Murone: “Tutte le mistificaz­ioni, le bugie, le cattiverie sono finite, l’assoluzion­e è stata ribadita”. Di parere diverso fu de Magistris: “La sentenza della Corte d’Appello di Salerno in cui si parla di condotte, seppur prescritte, di abuso d’u ff ic io , quindi di sottrazion­i illecite delle inchieste Why not e Poseidone, al fine di danneggiar­mi e avvantaggi­are gli indagati, è un fatto storico acclarato e la storia non può essere cambiata, qualunque sia la motivazion­e della Cassazione”.

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Credit Umbrasdacu­li agnas

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