Citycar, ecco Mazda 2 La via democratica dell’auto
Le utilitarie stanno sparendo, ma la casa giapponese offre un restyling della vettura nata nel 2015: motore Mild Hybrid (bassi consumi e Co2) e divertimento alla guida
Le c ity ca r stanno sparendo, per via del poco ritorno agli investimenti necessari per aggiornare una generazione di vetture che, per loro natura, hanno senso solo con listini a portata di essere umano. Quelle che restano giocano la carta delle motorizzazioni Full Hybrid, e chi può ribatte con le Mild Hybrid.
Meno complesse sul piano tecnologico, ma furbe il giusto per beneficiare dei vantaggi su bollo e blocchi al traffico destinati a questa categoria di auto. Sta al costruttore farne un’interpretazione non solo opportunistica, ma casomai raffinata, cioè la tappa di un percorso verso l’ibrido e l’elettrico bilanciando vantaggi e costi in base alle situazioni d’uso. Ed è questa la strada della nuova Mazda 2, un profondo r e
styling tecnologico per la vettura nata nel 2015 e oggi pronta ad abbandonare il diesel per una motorizzazione Mild Hybrid tarata su bassi consumi ed emissioni, ma senza snaturare la reputazione del marchio giapponese in fatto di auto divertenti da guidare.
POCHI E GRINTOSI ritocchi estetici, interni che rispecchiano i noti standard di qualità Mazda nei materiali e nelle finiture, molta più insonorizzazione e poi il quattro cilindri 1.5 benzina aspirato Skyactiv-G, nel taglio di potenza da 75 Cv adatto anche ai neo patentati e in quello più preferibile da 90 cavalli: utilizza un sistema a 22,5 Volt, ovvero un piccolo propulsore elettrico che fa da motorino di avviamento e aiuta il motore in accelerazione. Il dettaglio tecnico è di livello, perché manca una batteria chimica classica e Mazda ha scelto invece un raffinato supercondensatore, un circuito in grado di immagazzinare e poi rilasciare energia elettrica ad una velocità più alta rispetto ai classici accumulatori, facendo rimbalzare in modo rapido la corrente raccolta nella frenata rigenerativa verso il motore elettrico che aiuta quello a benzina in ripresa o in partenza.
Ed è così che torna la ci
tycar, con appena 406 centimetri di lunghezza per 169 in larghezza: un senso di agilità nel traffico che rischiavamo di dimenticare, con 1.025 kg di peso, perché la leggerezza è fondamentale nella ricerca di bassi consumi. Solo 4.1 l/100 km (5,3 l/100 km nel ciclo WLTP) per la più divertente versione da 90 Cv, che emette 94 gr/km di CO2.
Con un convincente cambio manuale a sei rapporti che riconcilia con la vecchia scuola di cercare l’allungo e la potenza in alto, con uno sterzo preciso e il sistema G-Vectoring Plus che utilizza i freni della ruota esterna per aiutare i riallineamenti in uscita di curva, per l’assetto da auto vera. Con prezzi a partire da 17.800 euro e promozioni di lancio per una ci
tycar che, invece di sparire, arriva. Anche in tempo di guerra alle emissioni.