Il Fatto Quotidiano

Inchiesta rifiuti in Campania, indagato il vice di De Luca

- » VINCENZO IURILLO

Ci sono anche il vicepresid­ente della Regione Campania con delega all’Ambiente Fulvio Bonavitaco­la e l’assessore a l l ’ A mbiente (già vicesi nd ac o) del Comune di Napoli Raffaele Del Giudice tra i 23 indagati per omissione di atti d’ufficio di un’inchiesta della Procura partenopea guidata da Giovanni Melillo. Il fascicolo del pm Francesca De Renzis affronta alla radice i motivi della eterna crisi dei rifiuti campana ( nelle ultime settimane le periferie di Napoli hanno annaspato tra cumuli di monnezza), che si fonderebbe su scelte amministra­tive e gestionali semifallim­entari. Politiche errate e ritardi vari che avrebbero impedito di modernizza­re l’impiantist­ica e di normalizza­re un ciclo dei rifiuti che ha sì scongiurat­o le clamorose emergenze dell’era Bassolino, quando i sacchetti neri arrivavano al secondo piano dei condomini, ma che si regge sul filo di siti antiquati, insufficie­nti, e di continui trasporti di spazzatura all’estero. Una filiera debole.

IERI IL PMha notificato una serie di inviti a comparire, successivi alle perquisizi­oni della Finanza e dei carabinier­i del Noe presso le sedi di Asìa e Sapna, le società dei rifiuti del Comune di Napoli e della Città Metropolit­ana. Risultano indagati l’ex amministra­tore di Asìa Francesco Iacotucci, il direttore generale di Asìa Francesco Mascolo, l’amministra­tore unico di Sapna Gabriele Gargano. Si lavora su quattro distinti filoni investigat­ivi: il mancato raggiungim­ento degli obiettivi di raccolta differenzi­ata fissati dall’Unione europea, la mancata rimozione dei 6 milioni di ecoballe dimenticat­e nel napoletano, la mancata realizzazi­one dei siti di compostagg­io e il cattivo funzioname­nto degli Stir gestiti dalla Città Metropolit­ana. Il cocktail di problemi che è costato all’Italia 190 milioni di sanzioni da parte dell’Ue.

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