Il Fatto Quotidiano

“Il fiscalista mi ha truffato: processo presto prescritto”

- » VALERIA PACELLI

L’ultima cartella esattorial­e dell’Agenzia delle Entrate, Luciano Guiotto, un uomo di Jesolo di 68 anni, l’ha ricevuta appena tre giorni fa. Non prova più nemmeno rabbia. A quelle visite di Equitalia è abituato da anni, da quando ha scoperto che i soldi consegnati al proprio commercial­ista in realtà non erano stati utilizzati per pagare le sue tasse. Lui, come altri, è una delle parti civili del processo contro Nicola Nardin, commercial­ista di Jesolo, condannato in primo grado a sette anni di reclusione per truffa, reato riqualific­ato in appropriaz­ione indebita in appello dove è stata inflitta una pena a cinque anni e undici mesi.

La sentenza di secondo grado è arrivata a gennaio del 2019, quasi tre anni dopo il rinvio a giudizio. L’accusa, secondo il capo d’imputazion­e iniziale, era quella di essersi fatto consegnare dai propri clienti “le somme destinate al pagamento degli oneri fiscali, tributari e previdenzi­ali in scadenza, omettendon­e il versamento e impossessa­nd osene”. Nonostante Nardin abbia confessato (sostenendo però di essere vittima di usura), il tempo ha fatto la sua parte. Perché per molti casi contestati, quelli che riguardano “reati commessi fino al settembre del 2011”, è stata dichiarata la prescrizio­ne.

Adesso si attende che venga fissata la prima udienza in Cassazione. “I reati contestati vanno dal 2007 al 2013 – spiega Victor Rampazzo, legale di molte delle parti civili nel processo – e la prescrizio­ne interverrà probabilme­nte prima della sentenza di Cassazione per quasi tutti i casi.

L’appropriaz­ione indebita infatti si prescrive in 7 anni e mezzo e quindi entro breve saranno dichiarati estinti anche i reati commessi nel 2013. Nardin potrebbe quindi non essere chiamato a rispondere dei reati commessi, anche se i truffati potranno continuare l’azione esecutiva per il recupero delle somme: la sua casa è già stata venduta all’asta così anche molti dei beni che erano stati acquistati con i soldi dei clienti. Tuttavia le somme ricavate non basteranno a pagare le spese processual­i”. Insomma le cause civili potranno continuare. Ma intanto, oltre al danno, ecco la beffa: non sono mancate infatti le cartelle Equitalia recapitate ad alcuni degli ex clienti di Nardin. Come quella che appena tre giorni fa è stata inviata a Luciano Guiotto, il quale, secondo il capo di imputazion­e iniziale, insieme alla moglie avrebbe consegnato allo studio Nardin dal 2007 al 2012, circa 162 mila euro. Quei soldi però non sono stati mai usati per pagare le tasse e così Equitalia ora li richiede con gli interessi.

Signor Guiotto, quanto ammonta il suo debito con Equitalia?

Nell’ultima cartella mi chiedono circa 67 mila euro. Ma il debito totale è più di 300 mila euro. Ho un pacco di cartelle Equitalia, ormai non le conto più.

Il suo caso ancora non è prescritto, ma manca poco vero? Sì, la prescrizio­ne interverrà que st’anno. Io nel frattempo ho perso tutto. Quando ha conosciuto Nardin?

Lo conosco dal 2000. Ero titolare di un ristorante nel centro di Jesolo che era anche abbastanza rinomato e mi sono rivolto a lui per la mia contabilit­à. Siamo diventati anche amici, al punto che io e mia moglie siamo stati padrino e madrina di suo figlio. Abbiamo anche fatto tanti viaggi a Medjugorje insieme. Ho scoperto che c’era qualcosa di strano nel 2012, quando il mio consulente del lavoro mi ha avvisato del problema con Equitalia.

Cosa ha fatto a quel punto?

Nardin aveva il mio domicilio fiscale, per cui tutte le cartelle esattorial­i arrivavano lì. Quando qualcuna veniva spedita al mio indirizzo io andavo nel suo studio e gli chiedevo spiegazion­i: lui mi diceva sempre di non preoccupar­mi, che erano solo cartelle “pazze”. Così negli anni mi sono convinto di aver pagato tutto, firmavo e gli consegnavo assegni nella cui matrice scrivevo l’importo da destinare all’Iva, all’Irpef o quello che era. Poi è arrivata la brutta sorpresa.

Questa vicenda come ha cambiato la sua vita?

Sono stato costretto a chiudere il ristorante: avevo troppe tasse arretrate da pagare, circa 30 mila euro l’anno per dieci anni. Non avevo più stimoli a continuare. Per non parlare delle spese per sostenere il processo, gli avvocati da pagare… è andato tutto a rotoli.

Ho consegnato i soldi al commercial­ista, convinto che li avrebbe usati per pagare il fisco Il processo contro di lui tra poco andrà in fumo

Ho chiuso il mio ristorante, l’ultima cartella Equitalia è arrivata tre giorni fa: in totale ho un debito di oltre 300 mila euro

Lei ha 68 anni, non è un’età facile per trovare un nuovo lavoro.

Nessuno vuole assumere un uomo di quasi 70 anni. Ora sono finito a dare una mano in cucina nei ristoranti di qualche mio amico dove lavoro come cuoco. Qu e st a storia è stata un vero terremoto per tutta la mia famiglia: non ci possiamo permettere di pagare l’università e due dei miei figli hanno lasciato gli studi, devono lavorare anche loro. La mia vita è sempre in attesa di una nuova cartella esattorial­e. Equitalia continua a chiedermi denaro, nonostante io abbia dimostrato di esser stato vittima del commercial­ista. Non credo che le cose possano mai cambiare.

Le norme sulla prescrizio­ne sono cambiate però.

Sì, ma io ci credo poco. Mi sento completame­nte abbandonat­o dallo Stato. Anche la legge anti-suicidi che è stata introdotta proprio per chi è sommerso dai debiti, che risultati ha portato?

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Ansa La sede L’ingresso dell’Agenzia delle entrate a Genova. Sotto, Luciano Guiotto, vittima della truffa
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