Nino Di Matteo: “E mi davano del fanatico... ”
I Cinquestelle dell’Antimafia: “Se vero sarebbe sconcertante”
“Non entro nel merito delle nuove dichiarazioni di Giuseppe Graviano. È certo, però, che anche nella sentenza definitiva di condanna del senatore Marcello Dell’Utri sono stati ricostruiti rapporti stabili e duraturi tra Berlusconi e Cosa Nostra. Sembra che in questo Paese certe cose non possano nemmeno essere ricordate e che chi si ostina a farlo sia destinato, come è capitato a me e ai miei colleghi, per queste indagini, a essere additato come un visionario fanatico”.
LO HA DETTO il consigliere del Csm Antonino Di Matteo, già pm del processo trattativa Stato- mafia, commentando le dichiarazioni del boss mafioso Giuseppe Graviano, in cui sostiene di avere incontrato nel 1993 l’ex premier Silvio Berlusconi a Milano 3. Una circostanza smentita con forza dai legali di Berlusconi.
Di Matteo, sollecitato dall’agenzia Adnkr onos, è fra i pochi a intervenire sulle dichiarazioni del boss che sembrano confermare il contenuto delle sue conversazioni in carcere intercettate nel 2016, nelle quali Graviano aveva toccato gli stessi argomenti. Nel silenzio della politica parlano i parlamentari M5S della Commissione antimafia: “Il boss di Cosa Nostra, Giuseppe Graviano, già condannato all’ergastolo, avrebbe dichiarato durante il processo ‘’ndrangheta stragista’, che lo vede imputato, di aver incontrato tre volte a Milano Silvio Berlusconi mentre ero latitante”. “In attesa delle opportune verifiche in me
Il magistrato “Nella sentenza Dell’Utri sono stati ricostruiti rapporti stabili e duraturi con Cosa Nostra”
rito alle dichiarazioni che sta fornendo il boss di Brancaccio – proseguono i parlamentari grillini dell’An timafia – precisiamo che queste informazioni che coinvolgono l’ex Cavaliere Silvio Berlusconi, se confermate, sarebbero sconcertanti. Chi rappresenta la politica dovrebbe difendere le istituzioni, non andare a cena con chi vorrebbe distruggerle per i propri interessi e a discapito della società civile”.
Berlusconi e la mafia è un tema che fa paura, così nessun altro commenta le parole del boss di Brancaccio. L’unica altra voce che si leva, in questo caso però per difendere Berlusconi, è quella di Gianfranco Rotondi, già ministro nel governo guidato dal leader di Forza Italia tra il 2008 e il 2011: “Povero quel Paese in cui la lotta politica porta a dare più valore alle invenzioni di un mafioso che alla parola di un ex premier”, ha twittato Rotondi, presidente dell’ultima Democrazia cristiana ora trasformata in fondazione.