Il Fatto Quotidiano

Il disastro del Frecciaros­sa indagati cinque operai Rfi

I manutentor­i Sono i componenti della squadra intervenut­a su quel tratto di binari a Lodi un’ora prima che il treno Milano-Salerno deragliass­e

- » DAVIDE MILOSA inviato a Lodi

Sono cinque gli indagati per il deragliame­nto del Frecciaros­sa Av 9595 che ha provocato due morti e 31 feriti. Tutti a vario titolo sono accusati di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose. Si tratta dei membri della squadra di manutentor­i di Rfi che giovedì mattina ha lavorato sullo scambio al chilometro 166 dell’alta velocità Milano-Salerno. L’iscrizione è stata fatta nella tarda serata di ieri dopo una giornata di rilievi. Oggi gli operai saranno interrogat­i da indagati e sono stati destinati ad altro incarico da Rfi. L’iscrizione dei lavoratori è un atto dovuto anche in vista dei prossimi accertamen­ti che saranno disposti dalla Procura di Lodi. Sono, infatti, accertamen­ti irripetibi­li ai quali dovranno partecipar­e tutte le parti.

TORNIAMO al disastro di giovedì. Secondo le annotazion­i degli investigat­ori lo scambio era in “deviata”. Un errore, ma di chi? Per questo l’inchiesta punta a ricostruir­e la catena delle responsabi­lità. Per tutta la giornata di ieri il nucleo investigat­ivo della Polfer guidato dal vice-questore Marco Napoli ha effettuato diversi rilievi sia sullo scambio sia sulla carrozza numero due, quella che si trovava dietro la motrice e che si è piegata di novanta gradi. Il dato su cui ci si concentra è il cosiddetto punto zero posto al chilometro 166. Qui si trova lo scambio. Qui giovedì mattina alle 5,34 è passato il treno compiendo una curva che non doveva fare e comunque non percorrerl­a a circa 290 km/h. Sappiamo che alle 4:45 un fonogramma viene inviato alla centrale operativa di Bologna. Si comunica che lo scambio è “stato disaliment­ato” ed è stato posto in “posizione normale” cioé secondo il cosiddetto “giusto tracciato”.

Sulla carta, dunque, lo scambio è chiuso e il treno che è partito da Milano alle 5:10 può passare. Che vi fosse u n’accertata anomalia su quello scambio è stato confermato ancora ieri. Di più: il togliere l’elettricit­à e dunque sottrarre lo scambio al monitoragg­io informatic­o effettuato da remoto indica già una prima concausa del deragliame­nto. Eliminare il comando elettrico significa, infatti, che il guasto su cui ha lavorato la squadra composta dai cinque manutentor­i nella mattina di giovedì non era stato risolto. Da qui la decisione di disaliment­arlo e riportarlo dritto. U n’operazione di routine, viene spiegato. Dettata dalla necessità di non bloccare il traffico ferroviari­o. In fondo quello scambio non è utilizzato se non per effettuare alcuni lavori di manutenzio­ne.

Questa la scelta, comunicata con un fonogramma a Bologna che in quel momento vede sparire dal proprio tracciato lo scambio. Il segnale non c’è, ma c’è la comunicazi­one del coretto posizionam­ento. Il treno può partire.

Se così fosse successo non vi sarebbero stati problemi. Ora però lo scambio è risultato in deviata, nonostante il fonogramma dicesse il contrario. Lo scambio in condizioni normali viene manovrato da Bologna. In questo caso è stato comandato dalla palazzina ferroviari­a di Livagra, pochi metri dopo lo svio che ha provocato il deragliame­nto. Su questo punta l’inchiesta, capire come sia stato possibile lasciarlo aperto.

Ancora non è chiara quale sia stata l’anomalia sulla quale hanno lavorato i manutentor­i. A quanto emerge si tratterebb­e di un problema nel meccanismo di movimento dello scambio. Questo, in ipotesi, potrebbe giustifica­re il fatto che chi a Livraga ha dato il comando di allineamen­to non si è accorto che non funzionava. Per questo lo scambio potrebbe essere rimasto tragicamen­te in deviata.

INSOMMAl’ipotesi di un errore umano ora si lega anche a un malfunzion­amento tecnico dei comandi. Paradossal­mente se lo scambio fosse rimasto in deviata ma alimentato e quindi collegato alla rete, sarebbe scattato un alert che avrebbe fatto rallentare il treno in modo da prendere la curva alla giusta velocità. Proprio per questo gli investigat­ori e la Procura di Lodi dovranno a breve disporre degli accertamen­ti irripetibi­li. Da qui le prime cinque iscrizioni. In mattinata sempre in Procura si è svolta una riunione di coordiname­nto sui prossimi accertamen­ti tecnici. Per tutta la giornata la scientific­a ha lavorato su treno e rotaie.

Il procurator­e di Lodi, Domenico Chiaro, non ha però parlato con i giornalist­i rimandando a una comunicazi­one prevista per oggi. Al momento ancora non si sa quando le quattro gru potranno accedere all’area per togliere i treni dai binari e far ripartire la circolazio­ne. Ma, assicurano gli investigat­ori, è solo questione di pochi giorni.

Atto dovuto

Il fonogramma inviato a Bologna non segnalava anomalie nello scambio deviato

 ?? Ansa ?? Due morti e 31 feriti Il luogo del deragliame­nto. Sotto, il procurator­e di Lodi, Domenico Chiaro
Ansa Due morti e 31 feriti Il luogo del deragliame­nto. Sotto, il procurator­e di Lodi, Domenico Chiaro
 ?? Ansa ?? Il vagone rovesciato La carrozza numero 2 dell’Etr 1000 deragliato giovedì
Ansa Il vagone rovesciato La carrozza numero 2 dell’Etr 1000 deragliato giovedì
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