I sindacati: no all’ipotesi dell’errore umano “Ora ridiscutere il mito del treno sicuro”
Difesa del lavoroIeri sciopero di 2 ore e richieste di accertamenti approfonditi sui meccanismi
Le
procedure di sicurezza devono essere messe a posto”: a dirlo, ieri, Giovanni Abimelech, sindacalista della Fit-Cgil, nel giorno in cui le sigle hanno deciso di fare due ore di sciopero per ricordare i due macchinisti morti nell’incidente del lodigiano. “Dobbiamo ricollaudare tutto - ha aggiunto -. La Procura farà le sue indagini, ma nell’azienda è un’altra cosa”.
ABIMELECH fa notare che i treni continuano a girare, che questo significa che i fonogrammi dicono in continuazione che è tutto a posto come a Lodi. “Ma se c’è l’errore umano vuol dire che le cose non vanno bene” aggiunge. Si chiede un passaggio in più che certifichi questa sicurezza. “Da ieri - conclude - la certezza del fatto che il treno è sicuro l’abbiamo un po’ persa. Bisogna ridiscutere le procedure”. Da tutti arriva il rifiuto di questa interpretazione . “Anche se si fosse trattato di errore umano, dobbiamo capire perché quell’errore umano è stato fatto, evidentemente in questo caso ci sarebbe un problema di processo che andrebbe coperto” ha detto il segretario generale della Fit Cisl, Salvatore Pellecchia mentre il segretario generale della Filt Cgil, Stefano Malorgio ha parlato di “una serie eventi che si concatenano e su cui bisogna fare chiarezza per dare un segnale forte ai lavoratori che oggi sono preoccupati”. Malorgio spiega che, in base ha quanto ha riferito l’azienda, il sovraccarico delle linee ferroviarie non ha influito su questo incidente specifico. La manutenzione era infatti “programmata” e la circolazione era stata regolata sulla base di questa programmazione. Nessuna operazione in emergenza, dunque. “Bisogna invece provare a capire bene le cause di questo incidente, per vedere se ci sono dei buchi o degli elementi che vanno sanati”.
IL SEGRETARIO n a zi o n al e della Uiltrasporti, Paolo Fantappè, chiede invece di aprire un confronto sul sovraccarico delle linee “troppo stressate, con troppi treni e una liberalizzazione troppo massiccia che non permette di prendere in considerazione finestre manutentive. Vogliamo che la si
Dobbiamo capire perché quello sbaglio è stato fatto: potrebbe esserci un problema di processo da coprire
Linee troppo stressate, e con troppi treni: non c’è spazio per considerare finestre manutentive
curezza prevalga sul profitto”. In giornata, le sigle hanno incontrato il numero uno di Fs, Gianfranco Battisti, e l’ad di Trenitalia, Orazio Iacono e l’ad di Rfi, Maurizio Gentile, e in parte i toni si sono distesi, complici anche l’aver ottenuto la donazione alle famiglie delle vittime della paga per le due ore di sciopero. Ai rappresentanti dei lavoratori è stato anche assicurato un confronto con un tavolo permanente sulla sicurezza sul lavoro e sugli aggiornamenti sul piano industriale per ripensare e valutare investimenti in tecnologie, oltre che in risorse umane e formazione.
Di sicuro, ora, per i sindacati si apre un nuovo fronte di trattativa. È infatti in corso quella per il rinnovo dei contratti di lavoro della mobilità e delle attività ferroviarie. Secondo quanto circola negli ambienti, una delle proposte arrivate da Rfi riguarda l’aumento del numero di notti di lavoro obbligatorie per gli operatori della manutenzione, che passerebbero da due più la terza non consecutiva su contrattazione a tre più la quarta a seguito di contrattazione. Toccherà ora ai sindacati far valere il peso dei rischi che quest’ennesimo incidente ha mostrato, proprio perché, come dicono, non si ripeta.