Spie, bugie e videotape: Credit Swiss fa nero Thiam
Guai bancari Il secondo manager più ricco del Paese è stato travolto dallo scandalo per il pedinamento di un collega e vicino di casa rumoros0
Alla fine Tidjane Thiam, amministratore delegato del Credit Suisse, si è dimesso. È stato lo stesso gruppo bancario elvetico ad annunciarlo ieri, precisando che a succedergli (a partire dal 14 febbraio, quando le dimissioni di Thiam diventeranno effettive) sarà Thomas Gottstein, attuale direttore della filiale svizzera del gruppo.
Il presidente Urs Rohner conserva invece il suo posto e potrà portare a termine il mandato che scade nell’aprile 2021. Nel frattempo le azioni della banca crollavano in Borsa.
A METTERE NEI GUAI Tidjane Thiam, 57 anni, costringendolo a lasciare il gruppo, è stato uno scandalo di spionaggio interno in cui lui nega di essere coinvolto. La vicenda è scoppiata lo scorso settembre quando è emerso che Iqbal Khan, ex responsabile della gestione patrimoniale del Credit Suisse, passato a sorpresa alla concorrente Ubs, veniva pedinato nelle vie di Zurigo da detective privati al servizio del gruppo.
Un giorno, aveva raccontato la stampa svizzera, Khan ha capito di essere seguito mentre circolava al volante della sua auto. Si è dunque fermato, è sceso e si è diretto verso l’auto sospetta per fotografarne la targa. L’uomo che era a bordo è sceso a sua volta e i due sono arrivati alle mani. Khan aveva sporto denuncia per “minacce”.
Un’indagine interna affidata dal Credit Suisse a uno studio legale ha permesso di risalire al mandante dei pedinamenti: si tratta di Pierre-Olivier Bouée, ex direttore operativo della banca e “braccio destro” di Thiam, poi licenziato a dicembre. L’indagine aveva stabilito che Bouée aveva agito di sua sola iniziativa, senza informare i superiori, e “scagionava” quindi Thiam.
La vicenda di spionaggio si era anche arricchita di dettagli personali che avevano messo in luce degli attriti tra Thiam e Khan anche fuori dalla banca: si è saputo che a un certo punto i due colleghi erano diventati vicini di casa, proprietari entrambi di due belle ville in riva al lago di Zurigo. Ma erano sorti problemi di vicinato, con continui litigi per lavori troppo rumorosi o per alberi che coprivano il paesaggio. Sarebbe stato a quel punto che Khan avrebbe cominciato a cercare lavoro altrove, trovandolo nella potente Ubs.
A dicembre, quando il primo caso sembrava chiuso, sono emerse nuove rivelazioni: anche Peter Goerke, ex capo del personale del Credit Suisse, era stato fatto pedinare dalla banca. Lo scandalo dei pedinamenti “ha scosso il mondo tranquillo delle banche svizzere”, scriveva ieri la Bbc. Ma la vicenda non si è chiusa neppure lì: a inizio febbraio il giornale della domenica Sontangs Zeitungha rivelato che il Credit Suisse avrebbe infiltrato il sistema elettronico di Greenpeace per poter prevenire eventuali azioni dell’organizzazione ambientalista, che in passato ha già preso di mira l’istituto bancario. Di fronte a uno scandalo senza fine, ieri il cda ha dunque accolto in modo unanime le dimissioni di Tidjane Thiam, che ha ribadito: “Non ero a conoscenza della sorveglianza dei due ex colleghi”.
IL BANCHIERE franco-ivoriano, diplomato alla prestigiosa École Polytechinque di Parigi ed ex ministro della Pianificazione e dello Sviluppo in Costa d’Avorio, aveva ripreso le redini del secondo maggiore istituto elvetico, dietro Ubs, mentre attraversava un periodo di crisi nel luglio 2015. Nessuno gli nega il merito di aver risollevato il gruppo come già aveva fatto in passato con l’assicuratore britannico Prudential.
Ma lo scandalo ha messo la banca in agitazione. Si sono create fazioni interne. Diversi azionisti, tra cui Harris Associates, schierandosi con Thiam, hanno chiesto le dimissioni del presidente Rohner. Che invece ha vinto e alla radio svizzera Srf ha detto: “Non c’è mai stata lotta di potere tra me e Tidjane Thiam”.
L’altra bega L’istituto sarebbe entrato nel sito di Greenpeace come ritorsione
Chi è Tidjane Thiam (1962) è francoivoriano. La madre era la nipote di Felix HouphouëtBoigny, fondatore e primo presidente della Costa d’Avorio
La carriera Nel 2015 era stato nominato amministratore delegato di Credit Swiss.
Nel 2018 il suo salario era di 12,7 milioni di franchi: nel 2019 era il secondo manager più ricco in Svizzera