Il Fatto Quotidiano

La versione di Graviano: “B. tradì anche Dell’Utri”

Reggio Calabria Seconda deposizion­e del capomafia di Brancaccio al processo ’ndrangheta stragista che per la prima volta nomina esplicitam­ente l’ex senatore

- ▶ LILLO, MUSOLINO E PIPITONE

Ora Graviano lancia Dell’Utri contro B.

■ Seconda deposizion­e del capo di Brancaccio al processo ’Ndrangheta stragista. Oltre a raccontare l’incontro nella cella del “carcere duro” con la moglie, parla per la prima volta dell’ideatore di FI

Dice e non dice, ripete il nome di Silvio Berlusconi, e alla fine cita anche il grande convitato di pietra di questa storia: Marcello Dell’U tr i. “Berlusconi ha tradito anche Dell’Utri, ha danneggiat­o anche il signor Dell’U tr i ”, sostiene Giuseppe Graviano. A cosa si riferisce il boss che custodisce il segreto delle stragi? Quando e perché il leader di Forza Italia avrebbe tradito il suo storico braccio destro? “Ha fatto leggi che hanno danneggiat­o anche lui e tutti i detenuti al 41 bis”, ha dichiarato il boss di Brancaccio, che per la terza udienza ha parlato al processo ’ Ndra ngheta stragista dove, assieme Rocco Filippone, l’uomo di fiducia della cosca Piromalli, è imputato per l’omicidio di due carabinier­i.

UNA RICOSTRUZI­ONE confusa e poco credibile quella del boss di Cosa Nostra, visto che l’ex senatore di Forza Italia non è mai stato detenuto in regime di 41-bis: che intende dire quindi Graviano? Già prima di parlare davanti alla corte d’Assise di Reggio Calabria, il boss ( difeso dall’av vo ca to Giuseppe Aloisio) ha dimostrato di nutrire risentimen­to per Berlusconi. E non solo durante le intercetta­zioni in carcere col compagno d’aria Umberto Adinolfi. “Berlusconi e Alfano hanno fatto delle infamità alla legge 41-bis, i politici non capiscono niente, sono i giornalist­i che decidono cosa fare sul carcere duro”, diceva il boss durante un colloquio telefonico con i familiari nel penitenzia­rio di Terni il 10 dicembre 2018. La relazione di servizio di quell’incontro è stata depositata dal procurator­e aggiunto Giuseppe Lombardo, che ha contestato a Graviano quella frase: “Berlusconi e Alfano hanno fatto infamità sul 41-bis”. Fare “infamità”, viene da “infame”, che in siciliano vuol dire non rispettare i patti. È questo che intende dire Graviano? Si aspettava un trattament­o carcerario più morbido? Incalzato dal pm, il boss smentisce quello che sa essere un passaggio cruciale dell’ipotesi accusatori­a: “Io non ho fatto né trattative né patti. Ho avanzato le mie lamentele per il carcere nei confronti di tutti i politici”. A sentire il padrino “alcuni politici più garantisti, a loro dire, hanno fatto leggi ingiuste, vergognose. Tutto questo perché? Per non farmi uscire dal carcere perché sono rimasto io solo che sono a conoscenza di questa situazione, perché mio cugino è morto”. Di che situazione parla il mafioso? Dei soldi che il nonno avrebbe investito a Milano, come ha sostenuto una settimana fa? O è l’ennesimo messaggio di una deposizion­e fiume?

“Io non sono uno che manda messaggi, anche se mi mettono sottosopra, ma non dirò niente” ha assicurato, mentre il pm gli ha fatto notare come, poco prima, lo stesso Graviano avesse confermato l’intenzione di mandare un messaggio a B. nel 2016, tramite il compagno d’ora d’aria Adinolfi. “Ma per i soldi, mica per altro. Per riscattare gli impegni con mio nonno”, ha risposto il boss.

MOLTO MENO loquace quando è stato chiamato a chiarire sui figli che lui e suo fratello Filippo hanno concepito da detenuti: nelle intercetta­zioni sembra confidare di aver incontrato la moglie in carcere. Oggi ha smentito: “Non racconterò mai a nessuno come ho fatto, ho approfitta­to della distrazion­e degli agenti del Gom”. Quindi ha lanciato l'ennesimo, inquietant­e, messaggio: “Porterò altra documentaz­ione su via D’Amelio, porterò a tante malefatte che ancora sono nascoste”. La versione di Graviano continua.

Berlusconi e Alfano hanno fatto delle infamità alla legge 41-bis. Sono i giornalist­i che decidono cosa fare sul carcere duro

Porterò altra documentaz­ione su via D’Amelio, porterò a tante malefatte che ancora sono nascoste

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Ansa Amici d’affari Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri al Circolo dei giovani del buon governo
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