Il Fatto Quotidiano

Governo: l’operazione Responsabi­li va avanti

I piani del premier La tensione per gli altri dossier: dalle intercetta­zioni alle presidenze di commission­e

- » ILARIA PROIETTI

Togliergli

ogni alibi: il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, prova a smontare l’offensiva di Matteo Renzi. Che ha preso a bersagliar­lo ora che teme che Italia Viva possa essere sostituita da una pattuglia di parlamenta­ri “responsabi­li” pronti a sostenere il governo. “Sono andato davanti ai cittadini a chiedere la fiducia per realizzare un programma. Secondo voi sarebbe normale lavorare a un Conte ter?” ha rassicurat­o il premier escludendo “orizzonti futuri che non mi appartengo­no”.

Niente showdown dunque a Palazzo Chigi dopo i fuochi di artificio delle ultime 48 ore? I toni sembrano tornati conciliant­i, almeno all’apparenza. “Ricucire? Mica ho rotto un filo, non ho rotto nulla” ha spiegato ancora Conte ribadendo che le porte per

Renzi e i suoi sono aperte, ma che c’è bisogno di cambiare spartito: “Il fatto che negli ultimi giorni, una forza di maggioranz­a ( Italia Viva, ndr) stesse votando sistematic­amente con le opposizion­i, il fatto che propongono ogni giorno una mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia, di un compagno di viaggio, richiede un chiariment­o da parte loro”.

A PALAZZO CHIGI c’è piena consapevol­ezza che a questo punto diventa prioritari­o dotarsi di una rete di sicurezza per sterilizza­re Renzi e renderlo non più indispensa­bile . “Continuare così in eterno, con il governo ostaggio del suo controcant­o è impensabil­e”, trapela dall’esecutivo. Che guarda soprattutt­o al Senato e ai suoi numeri risicati per la maggioranz­a. Ma dove nelle prossime settimane si giocherà una serie di partite decisive, a cominciare dal dossier intercetta­zioni per proseguire con il rinnovo delle presidenze delle commission­i.

Tutti possibili inciampi, anche dopo la polemica sulla p r es c r i z io n e che vede ancora contrappos­ta Italia Viva al ministro Bonafede. Una polemica che non accenna a placarsi. E allora ecco che a Palazzo Madama si aguzza la vista. Soprattutt­o verso i senatori sospettati di voler cambiare casacca, anche se continuano a negare disponibil­ità al soccorso a Conte: è il caso degli eletti dell’Udc o di quelli di FI, come Massimo Mallegni. Il toto responsabi­li impazza comunque. Come quando nei giorni scorsi si è visto a Palazzo Madama Clemente Mastella, fresco di dimissioni da sindaco di Benevento in polemica con il centrodest­ra: qualcuno ha pensato che la sua incursione potesse preludere a qualche annuncio a sorpresa. Magari di sua moglie Sandrina Lonardo, senatrice azzurra. Perché questo è il clima, con diversi parlamenta­ri preoccupat­issimi del loro scranno e pronti a metterlo in sicurezza con il lavorìo dietro le quinte per stabilizza­re l’attuale maggioranz­a.

“Non credo che Renzi voglia arrivare alla rottura con Conte: dovrà cedere e incasserà da un’altra parte con le nomine nella miriade di società pubbliche ”, confida al Fattouno dei possibili soccorrito­ri: “In ogni caso dieci senatori si trovano a occhi chiusi, 7-8 in FI e almeno tre dalle stesse file di Italia Viva”.

Conciliant­e

Ecco un forzista interessat­o:

“Al momento opportuno dieci colleghi si trovano a occhi chiusi”

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Tranquillo Giuseppe Conte
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